lunedì 20 novembre 2023
Fino a 10mila nuove assunzioni nei prossimi anni a tutela dell'ambiente. Dai futuri ingegneri e architetti specializzati nell'edilizia verde ai biologi, dalle guide ai fotografi
Laboratori sommersi nel golfo di Napoli

Laboratori sommersi nel golfo di Napoli - Archivio

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La varietà biologica in tutte le sue forme, dai microbi alle piante e agli animali, fino alla specie umana con le sue diversità culturali, è nel Mediterraneo – e in particolare in Italia – un patrimonio ancor più prezioso, visto che nel nostro Paese è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l'Europa, con 60mila specie animali, 10mila piante vascolari e oltre 130 ecosistemi. Per studiare e tutelare questa ricchezza – la cui protezione ora è sancita anche dall’articolo 9 della Costituzione, modificato nel febbraio 2022 proprio per includervi il riferimento al concetto di biodiversità, unitamente alla nuova formulazione dell’articolo 41 circa la tutela della salute e dell’ambiente – è nato il Nbfc-National Biodiversity Future Center, il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, coordinato dal Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche. Con Nbfc è partito dal nostro Paese un messaggio concreto per promuovere la gestione sostenibile della biodiversità, che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta ed è alla base della vita sulla Terra, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo. Istituito e finanziato dal Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza, Nbfc è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Promosso dal Cnr insieme a 49 partner, tra Università, Centri di ricerca, fondazioni e imprese, ha la sua sede centrale a Palermo. Per questo progetto è previsto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025, e il coinvolgimento di 2mila ricercatori, la metà dei quali sono donne. I bandi rivolti all’esterno del network coinvolgeranno poi una moltitudine di altri soggetti, nel segno della massima inclusività. Una grande comunità che metterà a sistema tutte le ricerche italiane sulla biodiversità e le istituzioni già impegnate sul territorio (parchi, riserve, aree marine protette, associazioni ambientaliste, comunità e reti locali), rendendole un obiettivo strategico del Paese e lasciando in eredità, nel 2026, progetti che possano proseguire autonomamente. Attraverso questa rete nazionale estesa, il Consorzio avrà la possibilità di intraprendere azioni concrete, efficaci e immediate per arrestare la perdita di biodiversità, contribuendo a perseguire l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030, come chiede l'Unione Europea, e promuovendo, nella scienza e nella politica, i processi di conservazione, ripristino e valorizzazione nella biodiversità. Saranno create reti di collegamento tra la comunità scientifica, le amministrazioni nazionali e locali, il mondo imprenditoriale e i territori. Saranno sviluppate nuove tecnologie per migliorare la ricerca, creando nuove opportunità di lavoro e formando, come prevede il Pnrr, una nuova classe di ricercatori, cioè gli scienziati di domani.

Le professioni a tutela della natura

Combattono l'inquinamento delle acque, lavorano per garantirci aria più pulita, regalano una seconda vita ai nostri rifiuti, investono denaro e creatività in processi produttivi all'avanguardia e rispettosi dell'ambiente. Sono i professionisti che hanno fatto dell'eco-sostenibilità la propria missione. Eco-chef, stilisti green, ingegneri di auto ibride, esperti di impianti eolici e fotovoltaici, difensori dei nostri polmoni verdi, maestri del riciclo. In una fase economica dominata dalla recessione i nuovi mestieri legati al riutilizzo di materiali, al taglio degli sprechi e alle energie rinnovabili stanno creando occupazione. In base all'ultimo rapporto dell'Ilo-International Labour Organization sui lavori "green", la transizione dall'era del petrolio a un'economia verde potrebbe generare infatti dai 15 ai 60 milioni di nuovi posti di lavoro nell'arco del prossimo ventennio. Fino a 10mila nuove assunzioni nei prossimi anni a tutela della biodiversità. Un buon incentivo, per esempio, per spingere i futuri ingegneri e architetti a specializzarsi nel settore dell'edilizia verde. Fra i lavori a contatto con la natura, impossibile non menzionare quello dei biologi. Si va dai biologi di laboratorio, che lavorano per aziende sanitarie, o per industrie farmaceutiche o cosmetiche (settori molto distanti dal concetto di natura e aria aperta), fino ai biologi marini che studiano la fauna in natura adoperandosi per la tutela della biodiversità. E poi le guide ambientali: chi accompagna singole persone o gruppi in ambienti naturali con mansioni di assistenza tecnica, di divulgazione e di formazione didattica. Mentre per le persone creative, dotate di occhio fotografico e che amano viaggiare, esiste l’opzione di diventare fotografi naturalisti. Da segnalare l’ecologo, una figura attuale e molto richiesta, soprattutto nel settore della green economy. Il suo compito è quello di studiare il funzionamento degli ecosistemi e intervenire prontamente se le relazioni e gli equilibri tra esseri viventi e non viventi in un determinato ambiente, non sono dei migliori. E ancora: il veterinario delle specie selvatiche. Si contraddistingue proprio perché deve possedere delle affinità con un mondo meno protetto e rassicurante che di solito appartiene all’animale domestico di compagnia o all’animale di allevamento. Infine le “professioni dei boschi”. Al di là della guardia forestale e del gestore forestale, il settore offre numerose opportunità legate a benessere, educazione e attività ricreative, ambiti per i quali sono richieste figure con competenze verticali specifiche. Ecco alcuni esempi: il log salvager, esperto nel recupero del legno degli alberi abbattuti da tempeste e lo short rotation plantation manager, addetto alla rotazione delle colture e alla piantumazione dei nuovi alberi. Il forest fire fighter, specializzato nella prevenzione e nello spegnimento di incendi boschivi che richiedono tecniche, attrezzature e addestramento specifici, diversi da quelli necessari nelle aree urbane e popolate. O ancora, l’esperto in adventure park, specialista nella progettazione di parchi avventura nei boschi. Non mancano professioni legate al benessere personale o alla formazione e comunicazione. Per citarne alcune, basti pensare al forest therapist, esperto in terapia forestale, pratica giapponese sempre più diffusa in Europa e in Italia. Il pedagogista forestale, invece, è esperto in educazione ambientale incentrata sulla conoscenza della natura, della vita nella foresta e sulla scoperta dei suoi segreti attraverso il gioco e l’esperienza sensoriale immersi nel bosco. Il forest communicator, esperto in comunicazione applicata all’ambito forestale.

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