mercoledì 21 ottobre 2015
Bernardo: il decreto resta la strada migliore. Sul testo si respira un clima politico positivo. Il presidente della Commissione Finanze alla Camera (Area Popolare): «Non prevedo ritardi, partiamo da un buon impianto».
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«C’è l’impegno del governo a imprimere un’accelerazione al percorso per arrivare al traguardo entro la fine dell’anno. E ci sono gli sforzi già compiuti dai diversi soggetti coinvolti in questo nuovo processo organizzativo del sistema. Ecco perché sono convinto che manchi poco a ottenere una condivisione totale. Diciamo che siamo in dirittura d’arrivo». Maurizio Bernardo – presidente della Commissione Finanze di Montecitorio e deputato di Area Popolare (Ncd-Udc) – è fiducioso sui tempi rapidi dell’approvazione dell’autoriforma del Credito cooperativo preparata da Federcasse. «Si respira un clima politico positivo attorno alla norma e spero che al varo del provvedimento si possa giungere con il più ampio consenso possibile».Da dove nasce il suo ottimismo?Dal confronto positivo che c’è stato nel seminario organizzato la scorsa settimana in Senato. È stata l’occasione per fare il punto sulla misura e per analizzare i diversi aspetti, in particolare quelli di carattere normativo. Forse bisognerà approfondire alcuni dettagli, ma si parte da un impianto già buono.Superata una fase abbastanza intensa di lavori parlamentari, con l’approvazione del ddl Boschi, sono diminuiti gli ostacoli che finora hanno impedito l’approdo in aula del testo o la riforma della Rai e il ddl sulle unioni civili creeranno ulteriori ritardi?Non credo ci siano problemi di questo tipo. I vari provvedimenti di cui lei parla sono assegnati a commissioni diverse. Quindi si potrà procedere contestualmente. Nei giorni scorsi è stata ventilata l’ipotesi di procedere con un ddl anziché con un decreto legge. Lei sarebbe d’accordo?Quella del disegno di legge non è certo una soluzione ideale, soprattutto perché l’iter rischierebbe di essere molto più lungo e complesso. Quella del decreto resta la strada migliore.Nelle ultime ore si sta valutando se agganciare la riforma delle Bcc alla misura sulla bad bank...A mio avviso i due dossier dovrebbero viaggiare separatamente. Poi se per una questione di tempi non si potrà agire su binari diversi è un altro discorso.L’autoriforma studiata da Federcasse con le autorità competenti prevede la creazione di una capogruppo quotata.La holding unica va bene, a patto che su questa soluzione ci sia la massima condivisione possibile del sistema a cui si rivolge la riforma. Al di là delle regole, l’aspetto più importante sarà comunque il mantenimento (o meglio, il rafforzamento) del ruolo fondamentale che le Banche del credito cooperativo svolgono sul territorio.Ci sono dettagli da limare dalla proposta attuale del testo di riforma?Credo che vada fatta una riflessione sulla definizione del capitale minimo. Si dovrà valutare, ad esempio, l’opportunità di abbassare l’asticella fissata a un miliardo per giungere a un’adesione vasta e includere così la maggioranza delle realtà del sistema.Ci sono le condizioni per poter contare su una maggioranza più ampia di quella governativa?Sarebbe auspicabile che, su una questione nodale come quella dei nuovi assetti della cooperazione bancaria, ci sia una convergenza che vada oltre i numeri su cui può contare l’esecutivo. Non sta a me indicare quali forze politiche d’opposizione potrebbero contribuire al varo del provvedimento, ma ovviamente mi auguro che la legge si possa approvare con una maggioranza larghissima.
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