giovedì 28 febbraio 2019
Ecco chi paga e chi invece potrà usufruire dell'incentivo sull'acquisto di vetture nuove. Ancora irrisolte le domande su molti aspetti pratici del provvedimento
Ecobonus ed ecotassa: l'1 marzo il via tra mille dubbi
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Ecobonus ed ecotassa sulle auto, domani si parte. Una novità che non cambierà quasi niente. È questo il primo paradosso delle disposizioni sull’acquisto di automobili nuove che scattano il 1 marzo introdotte dalla Legge di bilancio 2019. Mentre circolano addirittura voci di rinvio, per ora regna il caos per un provvedimento nato in mezzo alle polemiche e che a poche ore dall’applicazione ancora non ha visto la pubblicazione del decreto attuativo che lo supporta. Anche la piattaforma per la prenotazione online del “bonus” che i concessionari dovrebbero richiedere per le vetture vendute per le quali è previsto, non è pronta. E pure sul “malus” non c’è chiarezza. In origine sembrava che la tassa sulle vetture dalle emissioni meno virtuose si dovesse versare direttamente al venditore come sovrapprezzo, pare invece che dovrà essere pagata personalmente dall’acquirente attraverso il modello F24. Pare, appunto. Perché nessuno ha certezze in merito. Tranne il ministro dei Trasporti, Toninelli: «Siamo perfettamente nei tempi: il decreto interministeriale - ha detto ieri - è passato al Mef e ora sta tornando indietro. Il primo marzo è vicino ma per allora vedrete che sarà tutto a posto...».

Chi pagherà l'Ecotassa

Il “balzello” dovrà essere pagato da tutti gli automobilisti che decideranno di acquistare, anche in leasing, automezzi destinati al trasporto di persone con al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente (categoria M1) e una soglia di emissione superiore a 160 grammi di Co2 per chilometro. Sono esonerati i veicoli a uso speciale, vale a dire quelli destinati a svolgere funzioni che richiedono un adattamento della carrozzeria o attrezzature speciali, inclusi quelli con accesso per le sedie a rotelle. Il pagamento dovrà essere effettuato una tantum al momento dell'acquisto e si sommerà al prezzo finale. L'imposta sarà di 1.100 euro per l'acquisto di una nuova auto con emissione comprese tra 161 e 175 g/km di CO2. Si passa a 1.600 euro per la fascia 176-200 g/km, a 2.000 euro tra 201 e 250 g/km e a 2.500 euro oltre 250 g/km.

Come si effettua il versamento

Il versamento dell'ecotassa dovrà essere effettuato dall'acquirente o da chi richiede l'immatricolazione tramite il modello F24 Elide, indicando il codice tributo 3500 in corrispondenza delle somme indicate
nella colonna “importi a debito versatì”.

A chi spetta l'eco-incentivo

È fissato a 54.900 euro, Iva esclusa, il limite del prezzo di listino al di sotto del quale scatteranno gli eco-incentivi per l'acquisto di automobili poco inquinanti, ibride o elettriche. Per l'elettrico il contributo è di 6 mila euro (emissioni tra 0 e 20 Co2 g/km) se si rottama contemporaneamente un veicolo euro 1, 2, 3, 4 e di 4 mila euro senza rottamazione. Per l'ibrido, emissioni tra 21 e 70, gli incentivi passano a 4 mila euro (con rottamazione) e 1.500 (senza).

L'ecobonus per gli scooter elettrici

Fino a 3.000 euro di contributo sono previsti anche per l'acquisto di motorini elettrici o ibridi. A coloro che acquistano un veicolo elettrico o ibrido nuovo di cilindrata inferiore o superiore ai 50 cc e che rottamano un veicolo di cui sono proprietari da almeno 12 mesi è riconosciuto un contributo pari al 30% del prezzo di acquisto fino a un massimo di 3.000 euro nel caso in cui il veicolo consegnato per la rottamazione sia della categoria euro 0,1,2.

Lo scopo del provvedimento

Alla base del provvedimento c'è la volontà di incentivare la diffusione delle vetture elettriche, o comunque a basso impatto ambientale e a listino a meno di 61.000 euro Iva inclusa, penalizzando contemporaneamente chi sceglie vetture con emissioni di CO2 più alte. Intento virtuoso nelle intenzioni, ma quasi certamente velleitario per le cifre messe in campo (solo 60 milioni di euro di bonus in tutto per il 2019 e 70 milioni per il 2020 e 2021) e perchè gli incentivi promessi (da 1.500 a 6.000 euro) sono insufficienti a rendere accessibili le auto elettriche e le ibride plug-in – le uniche che godranno dell’incentivo – che hanno prezzi molto superiori a quelli dei modelli di pari categoria con motori tradizionali.

Per evitare la corsa alle prenotazioni e per diluire l’entità del bonus durante l’anno, i 60 milioni stanziati per il 2019 saranno suddivisi: per i primi quattro mesi ne saranno disponibili solo 20. Prevedere che grazie a questo incentivo statale si possa rinnovare il parco circolante italiano, che è tra i più vecchi d’Europa (età media di 10,5 anni), è dunque illusorio. Come pure è però fuorviante ingigantire in negativo gli effetti dell’altra parte del provvedimento, quella che penalizzerà con una tassa variabile da 1.100 a 2.500 euro i modelli che emettono più di 160 g/km di CO2. Le versioni interessate infatti rappresentano tutte insieme appena il 5% circa del mercato e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di auto di lusso.

Le conseguenze probabili

Per il consumatore, non è una tragedia: la concorrenza è ampia ed è quasi certo che le versioni tassate saranno offerte con maggiori sconti in concessionaria. Senza contare che quando non si è troppo distanti dalla soglia critica, si possono apportare ritocchi per non superarla. Il piano di ri-omologazione delle Case, in virtù degli aggiornamenti di gamma, sono programmati anche al di là di necessità specifiche come queste. È indubbio comunque che chi si accinge all’acquisto di un’auto nuova deve ora valutare una serie di informazioni inedite. Il criterio in base al quale scattano malus e bonus è la quantità di grammi di CO2 emessi: paradosso su paradosso, sono quindi favorite le auto a gasolio – invece già quasi bandite dalla circolazione da molte amministrazioni locali – che incappano però nell’ecotassa solo in pochi casi: alcuni modelli di lusso e qualche versione top di grandi Suv o station wagon, specie se gravate dalla trazione integrale o da optional particolari come i cerchi maggiorati.

Anche tra le auto a benzina, grazie ai ritocchi in corsa del Governo per non penalizzare troppo il mercato, e ai tagli ai consumi che molti costruttori hanno già ottenuto per adeguarsi al limite di 95 g/km stabilito dalla Ue per il 2021, la maggior parte dei modelli non sfora i 160 g/km fissati come soglia per essere esenti dall’imposta. Che colpisce solo pochissime vetture medie con motori meno moderni, e comunque solo in alcune versioni.

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