martedì 6 maggio 2014
L'emergenza occupazionale è influenzata anche dai problemi del sistema formativo e dal mancato dialogo tra scuola e impresa, oltre che da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l'apprendistato.
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Sono 556 al giorno i posti lavoro persi dal 2008 a oggi in Italia. Un totale di 1,2 milioni di occupati in meno in cinque anni secondo il rapporto di Confartigianato sul mercato del lavoro, realizzato in vista della firma del Protocollo d'intesa Garanzia per i giovani che avverrà domani tra la Confederazione, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca. La tendenza negativa è confermata anche nell'ultimo anno: da marzo 2013 a marzo 2014 sono stati 'bruciati' 124.200 posti di lavoro ad un ritmo di 340 al giorno, sottolinea l'associazione degli artigiani. La situazione peggiora per i giovani under 25, come evidenzia lo studio: a marzo il tasso dei disoccupati in questa fascia d'età è pari al 42,7%, vale a dire il doppio del 23,7% registrato nell'area Euro. Secondo il rapporto, 3.247.700 italiani sono disoccupati, ai quali si aggiungono 1.703.500 inattivi 'scoraggiati' e 330.900 cassintegrati, per un totale di 5.282.100 persone che vivono gravi difficoltà nel mercato del lavoro.L'emergenza occupazionale è influenzata anche dai problemi del sistema formativo e dal mancato dialogo tra scuola e lavoro, inoltre - continua Confartigianato - le opportunità di trovare lavoro sono ostacolate anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l'apprendistato. "Ma la vocazione dell'artigianato ad utilizzare l'apprendistato - sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - è stata frenata dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell'apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013. Risultato: tra il 2012 e il 2013 le assunzioni di apprendisti nell'artigianato sono crollate del 33,8%, a fronte di una diminuzione del 16% per il totale delle imprese". Sull'andamento dell'occupazione pesa anche il costo del lavoro. Secondo il rapporto di Confartigianato, con un cuneo fiscale pari al 47,8% l'Italia supera di 11,9 punti percentuali il livello medio del 35,9% di tassazione sui salari registrato nei 34 Paesi Ocse.Il segretario generale della Confederazione libere associazioni artigiane italiane (Claai), Marco Accornero, invece, lancia l'allarme sulla multa per chi non assume precari prevista dal decreto Lavoro: "La sanzione monetaria per le aziende che sforano il tetto del 20% dei contratti a termine rischia di mettere a repentaglio circa 10mila contratti a tempodeterminato nel settore dell'artigianato.  L'emendamento del governo, approvato ieri dalla commissione Lavoro del Senato, penalizzerà sensibilmente le piccole e medie imprese, mettendo a rischio numerosi rinnovi". "L'invito che formuliamo, a nome di decine di migliaia di artigiani - conclude Accornero - è che si intervenga per ripristinare il grado di flessibilità che esiste oggi, ribaltando l'irrigidimento espresso nelle nuove norme".
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