lunedì 10 agosto 2015
Il Mezzogiorno e le isole battono il Nord. Confesercenti: +1.333 tra alberghi, pensioni e bar. Unioncamere: il tasso di crescita sale allo 0,68%. La regione che conferma la maggiore vitalità è la Puglia (+9,8%).
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A  volte il Sud sorprende. In maniera positiva. Non ci sono soltanto i piagnistei, ma anche il dinamismo imprenditoriale. Tra aprile e giugno di quest’anno Confesercenti registra 8.684 alberghi, bar e ristoranti in più rispetto allo stesso periodo del 2014, per una variazione positiva del 2%. A crescere più velocemente sono il Sud e le Isole, che mettono a segno un aumento medio del 2,5% del numero di imprese, contro l’1,8% del Centro-Nord.Nella ricettività turistica, per esempio, l’aumento è di 1.333 (+2,7%) tra alberghi, pensioni e hotel. La regione che mostra la maggiore vitalità è la Puglia, dove il numero di imprese del settore cresce del 9.8%, seguita da Lazio (+6,7%) e Sicilia (+5,8%). Per la Puglia si tratta di una conferma dell’alta attrattività turistica della regione, che registra il più alto afflusso in Italia di turisti estivi. Analizzando le macro-regioni, l’aumento di alberghi e hotel appare più rilevante nel Mezzogiorno e nelle Isole (+3,9%) rispetto al Centro-Nord (+2,3%). Proprio al Centro Nord appartiene l’unica regione ad aver registrato una leggera diminuzione del numero di imprese nel comparto: l’Emilia Romagna (-0,2%).Meno brillanti, ma comunque in territorio positivo, le performance dei bar. Il numero di imprese del settore è sostanzialmente stabile: cresce infatti dello 0,7%, per un totale di 1.467 attività in più, segnale delle persistenti difficoltà del comparto, legate anche all’aumento dell’imposizione fiscale sugli immobili di impresa e delle tariffe per lo smaltimento rifiuti. Anche in questo caso trainano il Sud e le isole, per le quali la crescita del numero di bar si assesta sul +1,9%, nove volte quella del Centro-Nord (+0,2%) e quasi il triplo della media nazionale (+0,7%). A guidare la carica dei nuovi bar è infatti la Campania (+2,8%), seguita da Puglia (+1,9%) e, a pari merito, Lazio e Valle d’Aosta (entrambi +1,8%). Anche la rilevazione trimestrale di Movimprese, realizzata da InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle imprese diffusi da Unioncamere, fotografa una rinascita imprenditoriale delle regioni meridionali. Due, infatti, le circoscrizioni che hanno fatto registrare un tasso di crescita complessiva superiore, anche se di poco, al valore medio nazionale (0,63%): il Centro e il Sud e isole, rispettivamente, con lo 0,70% e lo 0,68%. Rispetto al trimestre precedente, quando fra le 20 regioni italiane solo il Lazio (grazie alla dinamica della provincia di Roma) aveva fatto registrare un tasso di crescita positivo, nel trimestre sono otto le regioni cresciute più della media nazionale: Valle d’Aosta (0,73%) e Lombardia (0,64%) nel Nord-Ovest, Toscana (0,66%), Umbria (0,71%) e Lazio (0,77%) nel Centro, Campania (0,72%), Puglia (0,76%) e Calabria (0,89%) nel Mezzogiorno. Tutte le regioni del Nord-Est hanno fatto registrare un tasso minore alla media nazionale (0,63%).Nel trimestre, tutti i settori hanno fatto segnare saldi positivi dello stock: in testa il "Commercio" (+10.274), seguito da "Alloggio e ristorazione" (+6.002) e "Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese" (+3.555). Presi insieme questi tre settori hanno determinato il 52% dell’intero saldo trimestrale. In termini percentuali, tra i comparti di maggiori dimensioni quelli più dinamici sono stati "Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese" (+2%), i servizi di "Alloggio e ristorazione" (+1,4%), le "Attività artistiche sportive e di intrattenimento" (+1,24%) e le "Attività professionali, scientifiche e tecniche" (+1%).Quanto all’universo delle imprese artigiane, i saldi positivi si registrano in tutti i settori, ad eccezione delle attività di "Trasporto e magazzinaggio" (-452 unità) e delle "Attività manifatturiere" (-93). In termini relativi, escludendo i settori più piccoli, il risultato migliore è quello del "Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese" (+1,62%) seguito da quello dei "Servizi di informazione e comunicazione" (+0,86%).
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