Rimborsi per cantieri e code in autostrada: ecco perchè potrebbero essere una beffa
Molte distinzioni complicate dietro al via libera al provvedimento per il recupero del pedaggio. E il rischio, denuncia il Codacons, che a pagare siano gli stessi automobilisti

In queste ore è arrivato il via libera ufficiale, da parte dell'Autorità per i trasporti, alla proposta avanzata dal ministro Matteo Salvini per il diritto al rimborso del pedaggio autostradale in caso di disagi dovuti alla presenza di cantieri e in caso di blocco del traffico dovuto a cause diverse. La misura, ha sottolineato l'ente regolatore in una nota, "risponde ad un'esigenza concreta: offrire maggiori garanzie ai cittadini che, sempre più spesso, si trovano a fronteggiare rallentamenti e disagi legati alla presenza di cantieri o a blocchi del traffico".
Le misure sui rimborsi, è stato spiegato, entreranno in vigore entro il primo giugno 2026 per i casi di blocco traffico e per la presenza di cantieri su percorsi che insistono interamente su tratte gestite dal medesimo concessionario. Mentre saranno valide entro il primo dicembre 2026 per i rimborsi in caso di cantieri presenti su percorsi che insistono su tratte gestite da più concessionari. La novità più interessante è l'introduzione di un'app nazionale che permetterà di gestire informazioni sulla viabilità e ottenere i rimborsi in modo unificato, a prescindere dal gestore autostradale. Chi non vuole o non può usare l'app potrà comunque richiedere i rimborsi attraverso i canali tradizionali messi a disposizione dai concessionari: numeri verdi, portali web dedicati, assistenza telefonica. L'automatismo dei rimborsi rappresenta un passo avanti significativo: non sarà più necessario presentare reclami o inviare documentazione. Il sistema registrerà i ritardi e attiverà automaticamente le procedure di compensazione.
Se la procedura sembra snella e semplice, non altrettanto è comprendere in quali casi e per quale importo sarà dovuto il rimborso. La norma infatti fa distinzione tra i cantieri "non emergenziali" e la situazione di traffico del tutto bloccato, e introduce soglie e condizioni che permetteranno di gestire il denaro da restituire nel caso in cui spetti. In particolare, qualora capiti di imbattersi in cantieri la cui presenza è programmata, il diritto al rimborso dipenderà dalla lunghezza della tratta. Sotto i 30 km il rimborso sarà sempre ottenibile, mentre tra 30 e 50 km scatterà solo se il viaggio registra almeno dieci minuti di ritardo. Mentre oltre i 50 km la soglia salirà a quindici minuti. Il calcolo, per quanto articolato, si baserà su parametri quali la riduzione delle corsie, la larghezza del tracciato, la possibilità eventuale di obbligo di marcia nella carreggiata opposta. Ma terrà conto anche delle ricadute sulla corsia di emergenza, della lunghezza e della durata dei lavori. Il rimborso non varrà, però, per i cantieri emergenziali legati ad incidenti o eventi meteo particolarmente significativi, quelli già coperti da riduzioni tariffarie e, almeno all’inizio dell’applicazione, per i cantieri mobili. Insomma, capire tutto sarà molto difficile.
Il nuovo sistema inoltre presenta luci ed ombre che - denuncia il Codacons - "da un lato rischiano di limitare il diritto agli indennizzi in favore degli utenti, dall’altro scaricano sugli stessi automobilisti la spesa sostenuta dalle società autostradali per i ristori". Il meccanismo - spiega una nota - presenterebbe degli "escamotage che potrebbero essere utilizzati dai gestori autostradali a loro vantaggio per limitare l’erogazione di indennizzi". Ad esempio "il rimborso non è dovuto se per il percorso è stata già prevista una riduzione generalizzata del pedaggio, situazione che in determinate circostanze potrebbe portare i gestori a ridurre le tariffe su alcune tratte particolarmente critiche, in modo da contenere la spesa legata ai potenziali rimborsi gli automobilisti. Saranno poi esclusi dagli indennizzi anche i disagi legati ai cantieri mobili, molto presenti sulla rete".
Sul fronte dei disservizi per blocco della circolazione, invece - continua il Codacons - il diritto al rimborso integrale del pedaggio scatta solo se l’automobilista rimane imprigionato addirittura più di 3 ore in autostrada, mentre tra i 60 e i 119 minuti il rimborso sarà pari solo al 50%". Ma l’aspetto più critico riguarda la possibilità per le società autostradali di recuperare interamente la spesa per i rimborsi concessi aumentando le tariffe dei pedaggi. "Come previsto da Art, infatti, per ritardi da cantiere i gestori potranno recuperare fino al 2027 il 100% della spesa sostenuta (il 75% nel 2028, il 50% nel 2029 e il 25% nel 2030), mentre i rimborsi legati al blocco della circolazione potranno essere interamente recuperati dai concessionari tramite il pedaggio se il concessionario dimostra la forza maggiore, il rispetto dei vincoli informativi e l'adozione di tutte le misure necessarie per superare l'evento". In sostanza, conclude il Codacons "saranno gli stessi automobilisti, attraverso le tariffe autostradali, a pagare di tasca propria i rimborsi concessi per ritardi e blocchi del traffico".
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