eCall addio? Il pulsante di emergenza in auto sarà presto inservibile
Obbligatorio dal 2018 per chiamare i soccorsi, con l'eliminazione delle reti 2G e 3G non funzionerà più. E non esiste al momento una soluzione per le vetture costruite fino al prossimo gennaio

In tema automotive, l’Europa una ne fa e cento ne pensa, senza ragionare sulle conseguenze. L’ultimo esempio arriva sull’eCall, il pulsante (a seconda dei modelli di auto, ma quasi sempre rosso) attraverso il quale si può attivare il sistema di chiamata di emergenza. Obbligatorio su tutte le auto nuove vendute in Europa dal 2018, vedrà presto la chiusura delle reti che lo supportano. Il Paese dove se ne sta parlando di più è la Francia: da aprile 2026, l’operatore Orange inizierà a eliminare gradualmente la sua rete 2G, a partire dalle regioni occidentali. Gli altri operatori, SFR e Bouygues Telecom, seguiranno l'esempio, ma a fine anno. Non c’è panico immediato: finché la rete 3G rimarrà operativa in Francia, eCall continuerà a funzionare. Ma a partire dalla fine del 2028, anche quella gradualmente uscirà dal panorama francese. A quel punto, eCall sarà inutilizzabile in quel Paese.
La Francia e l'Europa in generale vorrebbero dare l'impressione che sia allo studio una soluzione per evitare che eCall diventi inutile. Purtroppo, non c'è modo di sostituirlo. «Una coversione è impossibile, il costo sarebbe esorbitante e nessuno è disposto a pagarlo» spiega Tony Jaux, responsabile del programma di connettività per la Piattaforma Automobilistica Francese (PFA). Per non parlare dei problemi legali: è impossibile modificare un sistema che è parte integrante dell'omologazione di un'auto senza trovarne uno nuovo. «Ci stiamo "avviando silenziosamente verso un sistema destinato a scomparire appena 10 anni dopo essere stato reso obbligatorio dalle autorità. Circa 70 milioni di auto in Europa saranno dotate di questo sistema obsoleto entro il 2028», prosegue.
Va detto che i dieci anni di servizio eCall sembrano aver generato più dubbi che certezze. Nel 2018, quando diventò obbligatorio, il Parlamento europeo era ottimista: «Con eCall, i tempi di risposta dei servizi di emergenza saranno ridotti del 50% nelle aree rurali e del 40% in quelle urbane, il che eviterà fino a 2.500 decessi ogni anno», venne annunciato. «Cifre diffuse senza alcuna verifica, anche se dovrebbe essere relativamente facile da quantificare», si lamenta Maxime Flament, direttore tecnico di 5G Automotive Association (5GAA). Quanto al Royal Automobile Club della Gran Bretagna, è ancora più duro: «Sebbene studi teorici e altre simulazioni suggeriscano che l'eCall potrebbe aver ridotto i decessi dal 4 all'8%, ci sono pochissimi dati post-installazione per verificare questi risultati», si legge in uno studio pubblicato nell'agosto 2025.
Allora, cosa sta succedendo? L'eCall è, in un certo senso, vittima della sua stessa facilità d'uso. Troppe chiamate in partenza non sono vere emergenze. Secondo l'Associazione Europea dei Numeri di Emergenza, «delle 356.746 chiamate eCall generate in Europa nel 2024, solo 53.682 lo erano, pari al 15%». Anche quando l'eCall contatta automaticamente i servizi (per esempio, in caso di attivazione di un airbag), la chiamata non indica necessariamente un'emergenza. Ma nonostante la mancanza di prove della sua efficacia, eCall non scomparirà. I nuovi modelli di auto omologati da gennaio 2026 saranno dotati di eCall di nuova generazione funzionanti sulle reti 4G e 5G. Ma il problema per quelle già circolanti resta.
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