Cancro e disuguaglianze nella cura: tentativi di uniformare

La qualità degli interventi cambia tra Paesi e tra regioni. L'Ue sta correndo ai ripari finanziando progetti per superare la variabilità. In Italia mancano coordinamento, reti e strutture
December 3, 2025
Cancro e disuguaglianze nella cura: tentativi di uniformare
/Icp
In Europa esiste una grande variabilità in termini di salute e malattie, soprattutto per il cancro che è già la prima causa di morte per le persone con meno di 65 anni. A causa dell’aumento dell’aspettativa di vita e della nostra incapacità di contrastare i principali fattori di rischio l’incidenza è destinata ad aumentare nei prossimi decenni, causando un aumento della mortalità, sofferenze a pazienti e famigliari, e un impatto sui bilanci. Questo è già vero e lo diventerà sempre di più soprattutto in Paesi a basso reddito o fragili dal punto di vista dei propri sistemi sanitari. Nei Paesi della Ue vi è infatti una grande eterogeneità in termini di risorse investite in sanità – la percentuale del Pil allocato ai sistemi sanitari varia dal 2 al 11% –, attitudine a investire in prevenzione – che varia tra l’1 e l’8% –, volume e qualità delle cure, accesso all’innovazione e purtroppo qualità della vita e mortalità per cancro (con una tasso che varia del 50% tra il Paese con valori più bassi e quello con quelli più alti).
Questo fenomeno non risparmia i Paesi a medio o alto income, dove il fenomeno della variabilità delle cure in termini di copertura, accesso e qualità assistenziale è comunque presente tra regioni. In Italia, questi fattori che trovano le loro cause in motivazioni storiche, politiche e attitudinali, hanno causato la “migrazione sanitaria” che spiega circa il 4% della spesa sanitaria nazionale, in quanto circa 1 milione di cittadini devono spostarsi per trovare quella qualità che non è garantita a livello locale. La Ue ha quindi deciso di finanziare attività di ricerca sul cancro al fine di combattere questa disuguaglianza, ridurre la mortalità, aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita. Sono stati finanziati numerosi progetti con fondi molto consistenti che vedono impegnati nello sforzo ricercatori, istituti, network nazionali e internazionali. In particolare, la Commissione della Ue sta finanziando progetti con l’obiettivo duplice di identificare i determinanti di questa inaccettabile variabilità, e combatterla, aumentando entro il 2030 la percentuale di cittadini e pazienti che sono presi in carico da centri oncologici ad alta qualità, parte di network nazionali e europei, con certificata capacità di offrire cure di qualità necessarie a coprire l’intero percorso assistenziale, dalla prevenzione alla palliazione. Sono nati molti progetti, come Uncan, Jane, Cci4eu, Eunetccc, Echos che, con qualche ridondanza e sovrapponibilità, stanno producendo evidenze, informazioni, e raccomandazioni su come creare nuovi Cancer Center dove non esistono, migliorare quelli esistenti, metterli in rete e garantendo qualità attraverso percorsi di certificazione.
L’Italia, attraverso i suoi ricercatori, Istituti e Reti è ben presente. Inoltre esistono già Entità riconosciute dalla Ue, come l’Oeci – l’Organizzazione Europea degli Istituti del Cancro con sede a Bruxelles – che include circa 180 Istituti e offre da tempo un percorso di miglioramento delle cure ai propri membri che termina con una certificazione, obbligatoria in Italia per i propri Istituti del cancro. In sintesi: sono in corso molti progetti in Europa in cui partecipano diverse entità italiane che stanno creando e mettendo in rete Istituti del Cancro, Reti di Esperti e Infrastrutture. Ma cosa manca all’Italia per garantire una partecipazione più attiva e ottenere un miglior ritorno a livello nazionale? 1) Un coordinamento nazionale forte e permanente sulla cancer policy. 2) Una rete oncologica nazionale di tipo comprehensive (con attività in ricerca, assistenza), in grado di agire come una infrastruttura per altri centri. 3) Una piattaforma nazionale interoperabile di dati clinici e multi-omici. 4) Strutture e Uffici di supporto alla progettazione europea. 5) Una partecipazione e un supporto più attivo e continuativo da parte degli Uffici e Funzioni dei due Ministeri Competenti che garantiscano anche una assidua presenza e attività di lobby a livello Comunitario.
Direttore Scientifico Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori
Presidente Oeci - Organization of European Cancer Institutes

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