Che disastro l'Europa sull'auto: ora decide di non decidere
La Commissione ha rinviato ancora l'annuncio di misure per il rilancio del settore e la revisione dello stop ai motori termici nel 2035. Ecco cosa sappiamo

"Rinvio a data da destinarsi": non è una comunicazione ufficiale, ma il senso dell'ennesima proroga su una decisione fondamentale. L'industria dell'automobile europea aspetta di conoscere il suo futuro (e le prospettive di impiego di milioni di lavoratori), e la Commissione guidata da Ursula Von der Leyen tergiversa, posticipa, sembra non essere in grado di decidere. Per il 10 dicembre aveva annunciato la presentazione del tanto atteso pacchetto di misure per il rilancio del settore, tra le quali la revisione del regolamento delle emissioni con il relativo stop alla vendita di auto a benzina e diesel nel 2035: in quella data invece non verrà annunciato nulla.
A rivelarlo è stato il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, parlando di uno slittamento «di alcune settimane», confermando una brutta abitudine di Bruxelles: più aumentano le pressioni e le attese, più la Commissione rinvia decisioni importanti, oppure sceglie lo status quo. L'Europa dell'auto si ritrova così sempre più in balia dell'incertezza, e nell'impossibilità di pianificare investimenti e scelte strategiche (Volkswagen e Stellantis, solo per citare due esempi, hanno rinviato i loro piani industriali proprio per aspettare il 10 dicembre), nonostante la pressioni di molti governi tra cui quello tedesco e quello italiano.
Leragioni del rinvio? Le parole di Tzitzikostas non lasciano dubbi: ai burocrati comunitari serve più tempo per definire l’intero pacchetto. «Ci stiamo ancora lavorando. Vogliamo presentare un pacchetto automobilistico che sia veramente completo e includa tutti gli aspetti necessari», ha rivelato il commissario, sottolineando la possibilità che le misure non siano pronte prima dell’inizio di gennaio. Da Bruxelles hanno aggiunto che la Commissione è anche in attesa dei «contributi» delle varie cancellerie: «È un processo in corso e, alla luce di tutti i contributi, sarà presa una decisione sui prossimi passi». La sensazione è che ci sia comunque la volontà di consentire che le auto con motore a combustione altamente efficienti ed elettrificate potranno continuare ad essere prodotte e vendute in Europa anche dopo il 2035, evitando così anche le ricadute sociali e occupazionali del processo che prevedeva solo vetture 100% a batteria.
Tzitzikostas ha confermato infatti l’ipotesi che molte delle recenti aperture alle richieste del settore trovino finalmente una risposta. Il commissario parla di un pacchetto «aperto a tutte le tecnologie», compresi i biocarburanti sostenuti dall’Italia: infatti, la revisione includerà «tutti gli sviluppi tecnologici, compresi i carburanti a emissioni zero e a basse emissioni e i biocarburanti avanzati». Non solo. Ulteriori deroghe alla scadenza del 2035 potrebbero riguardare le flotte e soprattutto le ibride plug-in, come richiesto di recente dal cancelliere tedesco Friedrich Merz con una lettera alla Commissione, che l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, ha commentato con toni estremamente positivi.
Palese è anche la difficoltà della Commissione di trovare un compromesso politico tra chi chiede una revisione profonda delle politiche europee (tedeschi e italiani su tutti) e chi, invece, vuole mantenere lo status quo (francesi e spagnoli). E questa situazione si inserisce in un momento di debolezza per la presidenza di Ursula von der Leyen, stretta tra le richieste dei suoi principali «azionisti» politici, le pressioni dei governi nazionali e le crescenti istanze di un ampio ventaglio di settori economici per un cambio di rotta rispetto a un ambientalismo intransigente.
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