sabato 5 ottobre 2019
Il nuovo rapporto ASviS segnala più progressi che peggioramenti, ma sarà difficile centrare gli obiettivi 2030. Gentiloni promette un piano Ue da 1.000 miliardi per l’economia verde
La manifestazione per il clima di Torino il 27 settembre 2019 (Ansa)

La manifestazione per il clima di Torino il 27 settembre 2019 (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

I passi avanti non mancano, anche significativi, ma in generale il sentiero italiano verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu resta in salita. A quasi quattro anni dalla sua costituzione, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) può salutare con favore i progressi registrati nel Paese in diversi campi (salute, uguaglianza di genere e innovazione ad esempio). (QUI IL SITO)

Ma il rapporto 2019, presentato ieri a Roma alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, accolto con un lungo applauso, segna ancora evidenti ritardi in settori cruciali. Rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda, tra il 2016 e il 2017, l’Italia migliora in nove aree, peggiora in sei e resta stabile in due. Positivi i risultati raggiunti in termini di sicurezza alimentare: cresce la produzione per unità di lavoro delle aziende agricole e la quota di superficie destinata al biologico. Stesso discorso per la salute, il cui indicatore è tornato a salire dal 2015 (e in generale nell’arco degli ultimi nove anni).

Buone le performance anche nel campo dell’istruzione (cala il tasso di abbandono scolastico e aumentano le lauree e i diplomi di scuola superiore), dell’uguaglianza di genere e dell’accesso all’energia sostenibile. Così come quelle registrate rispetto alla capacità di promuovere innovazione industriale e modelli sostenibili di produzione e consumo. Senza contare che il nostro Paese sta contribuendo attivamente anche nell’adozione di misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e per rafforzare i mezzi di attuazione per lo sviluppo sostenibile.

Segnali incoraggianti, ma non abbastanza per abbassare la guardia, soprattutto in virtù del fatto che le brutte notizie arrivano da comparti decisivi per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Onu. In particolare per quanto riguarda il goal 1, e cioè la fine di ogni forma di povertà, i cui valori di misurazione registrano un netto peggioramento, in particolare nel biennio 2016-2017 su cui pesa la crescita del numero degli individui in povertà assoluta. E le prospettive non sono rosee neanche sul fronte prettamente ambientale, rappresentato dagli obiettivi 14 e 15, ovvero l’utilizzo responsabile delle risorse marine e la tutela dell’ecosistema. Risultati che rendono evidente la necessità di una legge annuale per lo sviluppo sostenibile, come suggerito dal portavoce di ASviS Enrico Giovannini, che inserisca l’attuazione di politiche integrate e di azioni di concrete in un quadro normativo definito, possibilmente a partire già dalla prossima legge di bilancio.

Nel frattempo il Paese può guardare con fiducia alla sponda offerta dal nuovo esecutivo europeo. La commissione Von der Leyen ha già promesso un cambio di passo e ieri il nuovo commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, è andato anche oltre: «Abbiamo l’obiettivo di investire più di 1.000 miliardi in investimenti ambientali per un Europa più sostenibile – ha annunciato in un messaggio video –. Occorre rivedere il sistema di tassazione, innanzitutto sull’energia, perché sia meno favorevole all’uso dei carburanti inquinanti e dei combustibili fossili».

Di green bond ha parlato invece il nuovo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, assicurando che «verranno indirizzati specificamente a interventi in direzione della sostenibilità. Sono fiducioso – ha aggiunto – che saranno accolti dal mercato in maniera positiva ». La chiave di volta non risiede però solo negli investimenti. Dalla sua nascita l’ASviS ha inquadrato la propria missione in «un sistema integrato», per usare le parole di Giovannini, che faccia della sostenibilità non soltanto un asset al quale destinare risorse ma un approccio che ne determini l’utilizzo in tutti i campi: «Lo sviluppo sostenibile si sta affermando sempre di più come paradigma per guidare le imprese nel trasformare i rischi in opportunità – ha chiarito il portavoce di ASviS – . La società italiana ha ormai preso coscienza dei problemi che abbiamo di fronte e domanda interventi urgenti, che operino una giusta transizione ecologica, realizzata proteggendo i più deboli e riducendo le disuguaglianze».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI