mercoledì 14 luglio 2010
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L'episcopato belga ha deciso di istituire un “Centro per il riconoscimento, la guarigione, la riabilitazione e la riconciliazione” delle vittime e anche questo è un modo di «trarre lezione dagli errori del passato », secondo la volontà che il presidente della Conferenza episcopale belga André-Joseph Léonard, arcivescovo di Malines-Bruxelles, ha espresso ieri annunciando la creazione del nuovo centro in una conferenza stampa nella sede dell’arcivescovado.L’incontro con i giornalisti è avvenuto a tre giorni dalla pubblicazione del rapporto della commissione sulle vittime di preti pedofili istituita dai vescovi e presieduta da Peter Adriaenssens. Il fatto che il rapporto, con centinaia di denunce, abbia potuto essere pubblicato è stato anche una dimostrazione da parte dei vescovi belgi di una volontà di trasparenza, come ha sottolineato Guy Harpigny, vescovo di Tournay e responsabile della Chiesa belga sulla questione della pedofilia nel clero. E ieri i vescovi hanno nuovamente chiesto la restituzione dei dossiers sequestrati il 24 giugno alla commissione Adriaenssens.«Vogliamo e dobbiamo – dichiarano i vescovi belgi – riconciliarci con il passato: abbiamo dato prova di coraggio permettendo alla commissione Adriaenssens di condurre il suo lavoro lasciandole pubblicare le sue conclusioni, anche se doloroso, abbiamo così compiuto un grande passo». Nella conferenza stampa è stato sottolineato che i vescovi intendono proseguire nell’impegno a collaborare in modo 'corretto e leale' con la giustizia ricordando al tempo stesso che anche «il diritto canonico prevede procedure particolari per i pesanti delitti come l’abuso sessuale commesso in una relazione pastorale». «La nostra disponibilità è massima per aiutare le vittime a guarire la sofferenza che hanno dovuto patire », ha assicurato il primate belga.Con monsignor Harpigny, accanto a lui nella conferenza stampa, monsignor Léonard si è nuovamente detto choccato dalle testimonianze delle vittime contenute nella relazione Adriaenssens, testimonianze che «ci mettono davanti a quello che non sarebbe mai dovuto succedere: meritano quindi il nostro ascolto più profondo e la più grande attenzione per il dramma umano che si è consumato». Di qui la decisione di «impegnarsi al massimo per le vittime», pur nella consapevolezza che non è possibile risolvere appieno «esperienze così traumatiche». In ogni caso, osservano i vescovi, «quando le vittime di un abuso sessuale escono allo scoperto, in esse affiorano bisogni e speranze a cui si deve rispondere ». La decisione di aprire un nuovo centro di ascolto risponde dunque al dovere di accogliere le vittime e il loro «bisogno essenziale di guarigione e riconoscimento, di accompagnamento psicologico e di sostegno». «Le vittime – è stato sottolineato nella conferenza stampa – ci hanno sempre chiesto di ascoltare ciò che è loro successo, e hanno chiesto anche di essere personalmente coinvolte nella pianificazione delle nuove iniziative esprimendo un desiderio pienamente giustificato e che merita tutta la nostra attenzione».Circa la possibilità che venga istituito un fondo di solidarietà per le vittime, monsignor Harpigny ha spiegato che dovrà essere definito da un lato chi ha «diritto a esigere un indennizzo» e dall’altro «qualche sia l’autorità per condurre la cosa a buon fine». Si tratta in ogni caso, ha constatato il vescovo di Tournay, di «un problema da regolare di concerto con la giustizia».In serata, parlando alla tv belga, il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi ha riportato il «dolore del Papa» per le vicende. «Il Papa sta seguendo molto da vicino quello che accade nella Chiesa cattolica del Belgio», ha detto padre Lombardi. «Come tutti, prova molto dolore dopo la pubblicazione del rapporto, che rivela la profonda sofferenza delle vittime e ci dà un senso ancora più vivido della gravità di questi crimini».
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