Una pellegrina in preghiera a Medjugorje - Ansa
Il documento vaticano appena diffuso dal Dicastero per la dottrina della fede con il nulla osta del Papa arriva 43 anni dopo l’inizio del fenomeno Medjugorje, piccolo centro della Bosnia ed Erzegovina dove la Madonna apparirebbe senza sosta. Era infatti il 24 giugno 1981 quando due amiche, Ivanka Ivanković e Mirjana Dragičević si recarono in località Podbrdo, ai piedi della collina Crnica. Durante la passeggiata Ivanka disse all'amica di aver visto una figura luminosa: «Guarda, la Gospa!» che vuol dire Madonna in lingua croata. Fu quella la prima tappa di un fenomeno che si è sviluppato attraverso 50mila presunte apparizioni. Protagonisti o meglio primi destinatari dei messaggi sei allora adolescenti del posto. Oltre a Ivanka e Mirjana, Vicka Ivanković, Ivan Dragičević, Marija Pavlovic e Jakov Čolo. I ragazzi, che inizialmente ricevevano le apparizioni sempre alla stessa ora, riferirono che la Vergine si presentava come "Regina della Pace", invitando alla preghiera e alla conversione, chiedendo rinunce e sacrifici così da evitare avvenimenti tragici che si profilavano all’orizzonte. Nei suoi messaggi la Vergine richiamava costantemente la centralità di Gesù Cristo e imperniava la sua riflessione e i suoi inviti su alcuni punti chiave: la preghiera quotidiana, in particolare la recita del Rosario; la partecipazione frequente alla Messa con l’adorazione eucaristica; l’importanza del sacramento alla riconciliazione; il digiuno, possibilmente a pane e acqua, due volte alla settimana. In questo modo i credenti possono diventare dei veri costruttori di pace.
Davanti alla statua della Madonna - Ansa
Da subito, com’è ovvio, Medjugorje divenne meta di grandi pellegrinaggi che non si fermarono neppure negli anni della guerra nella ex Jugoslavia e che nel periodo pre Covid raggiunsero la cifre di tre milioni di persone l’anno. Parallelamente i vertici ecclesiastici hanno avviato indagini per chiarire meglio il contenuto e l’autenticità del fenomeno. In particolare, nel 1991 la Conferenza episcopale jugoslava dichiarò che non poteva essere confermata la soprannaturalità delle apparizioni ("non constat de supernaturalitate"), senza però neanche rifiutarle. Intanto i veggenti proseguivano la loro vita, costruendo famiglie, trasferendosi all’estero e diventando dei veri e propri personaggi. Le apparizioni o presunte tali, infatti continuavano, con tempistica differente per ciascuno di loro, anche nei nuovi luoghi di residenza. Per fare chiarezza sui fatti di Medjugorje, Benedetto XVI costituì, il 17 marzo 2010, una Commissione internazionale di inchiesta presso l'allora Congregazione, oggi Dicastero per la Dottrina della fede. La Commissione, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, raccolse ed esaminò, in 17 riunioni, "tutto il materiale" sulla questione presentando al Papa, nel frattempo diventato Francesco, "una relazione dettagliata", col relativo voto circa "la soprannaturalità o meno" delle apparizioni. Per farlo venne presa in esame tutta la documentazione depositata in Vaticano, nella parrocchia di Medjugorje e anche negli archivi dei servizi segreti dell'ex Jugoslavia. Furono ascoltati i presunti "veggenti" e i testimoni. Inoltre, nell'aprile 2012, si svolse un sopralluogo a Medjugorje. Il lavoro della Commissione andò avanti per quasi quattro anni, fino al 17 gennaio 2014: la relazione conclusiva fu consegnata a papa Francesco. Il risultato riferisce di tredici voti favorevoli al riconoscimento della soprannaturalità delle prime 7 apparizioni con un voto contrario e un voto sospensivo. Circa le apparizioni successive restano invece dubbi con l’invito a proseguire nell’approfondimento e nello studio.
Più di recente nel 2017 il Papa, che aveva espresso dubbi circa la tempistica e le modalità delle apparizioni mariane ai veggenti di Medjugorje, nominò l’arcivescovo polacco monsignor Henryk Hoser visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia del centro della Bosnia Erzegovina evidenziando come si trattasse di un "incarico esclusivamente pastorale", finalizzato ad «assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una peculiare attenzione». Alla morte di Hoser, nel 2021 gli è subentrato l’italiano monsignor Aldo Cavalli. Nel 2019 intanto il Pontefice aveva autorizzato i pellegrinaggi ufficiali riconoscendo l'importanza spirituale del luogo, pur ribadendo che il riconoscimento delle apparizioni rimaneva ancora in fase di studio.
I luoghi del pellegrinaggio
Chi va a Madjugorje ha alcuni luoghi fissi di riferimento. Innanzitutto la Collina delle apparizioni ovvero il Podbrdo, sul monte Crnica nella località Bijacovici, dove sono avvenute le prime manifestazioni della Vergine. Poi naturalmente la chiesa parrocchiale di San Giacomo, cuore spirituale di Medjugorje. Eretta nel 1892, appartiene alla diocesi di Mostar e comprende anche il territorio delle frazioni di Bijakovici, Miletina, Vionica e Surmanci.
La chiesa di San Giacomo con la statua della Vergine - Ansa
Una celebrazione nella parrocchia di San Giacomo - Ansa