Giubileo, Reina ha chiuso la Porta Santa di San Giovanni in Laterano
di Agnese Palmucci, Roma
Stamattina il cardinale vicario di Roma ha presieduto i riti di chiusura e la Messa in Basilica. «La Porta della nostra Cattedrale ha impresse le carezze di tutti quelli che sono passati a cercare misericordia», ha detto nell'omelia.

La preghiera in ginocchio, poi le mani sulla pesante porta di bronzo. Il silenzio. E ancora il rumore secco dei cardini che si fermano dopo la lenta chiusura. Stamattina il cardinale vicario di Roma, e arciprete della Basilica, Baldo Reina, ha chiuso la Porta Santa di San Giovanni in Laterano, proprio nel giorno in cui si celebra la memoria liturgica dell’evangelista. Nella Cattedrale «sono accorsi durante l’Anno Santo pellegrini da Roma e dal mondo per ottenere il perdono dei peccati», ha detto Reina durante il rito di chiusura, nell’atrio d’ingresso della Basilica, «oggi, chiudendo la Porta Santa eleviamo al Padre il bisogno di ringraziamento per tutti i segni del suo amore per loro». Poco meno di un anno fa, il 29 dicembre 2024, sempre Reina aveva presieduto i riti di apertura, pochi giorni dopo l’inizio solenne del Giubileo a San Pietro, nella notte di Natale, con papa Francesco.
La fede in una “speranza che non delude” è ciò che «ha mosso i tantissimi pellegrini che hanno lasciato sulle nostre strade le impronte dei passi gravati dai pesi che premevano nel loro cuore», ha detto il cardinale durante l’omelia della Messa che ha seguito la cerimonia. Questi «hanno attraversato la Porta Santa per trovare Colui che stavano cercando. - ha aggiunto - La Porta della nostra cattedrale ha impresse le carezze di tutti quelli che sono passati a cercare misericordia». Parlando della corsa di San Giovanni al sepolcro, nella mattina di Pasqua, Reina ha sottolineato come le domande del giovane, in quel momento, fossero le stesse dei milioni di fedeli venuti a Roma durante l’Anno Santo che sta per concludersi. «La tomba è vuota, dove cercarlo? - ha detto - Non è questa la domanda di tanti che vorrebbero incontrare Gesù nella loro vita? Dove cercare il Signore? Capitò a quanti arrivarono nel luogo in cui era nato, marginale, respinto, in una stalla, di essere sorpresi di trovare lì il Figlio di Dio». Alla celebrazione eucaristica in Basilica erano presenti anche il cardinale emerito di Agrigento, Francesco Montenegro, e il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il vescovo Rino Fisichella, oltre al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ai sacerdoti romani e ai fedeli della diocesi. Il Giubileo 2025, che papa Leone XIV chiuderà ufficialmente il prossimo 6 gennaio nella Basilica di San Pietro, «ci lascia un sacramento diffuso della prossimità del Dio delle sorprese», ha aggiunto il cardinale, «e se ora chiudiamo la Porta, sappiamo che il Risorto passa attraverso le porte chiuse, e non si stanca di bussare alle nostre porte chiuse».

La sorpresa di San Giovanni, nel trovare il sepolcro vuoto, somiglia a quella dei pastori, arrivati alla capanna di Betlemme la notte di Natale, ha ricordato ancora l'arciprete, che poi si è rivolto direttamente alla diocesi di Roma. «Cosa significa questa sorpresa per la nostra diocesi? - ha chiesto - Io per primo mi sento custode della possibilità che questa sorpresa trovi spazio nel nostro annunciare il Vangelo, trovi dimora nelle nostre comunità, trovi corpo nel nostro essere ministri della misericordia di Dio, trovi il suo inveramento in una città in cui molti hanno perso la speranza». La “tomba vuota” può essere letta anche soltanto come «assenza» da molte persone che vivono nella città. «Assenza di solidarietà nel divario tra periferia e centro. - ha elencato - Assenza di attenzione alle miserie economiche ed esistenziali. Assenza di fraternità in cui ci rassegniamo, anche nel presbiterio, a rimanere soli o a lasciarci da soli. L’assenza in cui le famiglie si disperdono, i legami si infragiliscono, le generazioni si oppongono, le dipendenze diventano catene». E ancora l’«assenza di pace», in un mondo in cui «prevale la logica del più forte». La chiamata per i fedeli che vivono nella diocesi del Papa, a chiusura dell’Anno Santo della Speranza, dunque, è ad essere «missionari della trasfigurazione di tutti i luoghi sociali ed esistenziali», in un momento in cui, ha concluso il cardinale, «comincia un tempo nuovo» per la comunità diocesana.
Dopo la chiusura della Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, domani il cardinale arciprete, James Michael Harvey, presiederà il rito anche nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, nel giorno in cui il Giubileo terminerà ufficialmente anche in tutte le altre diocesi del mondo, come indicato da Francesco nella Bolla d’indizione dell’Anno Santo.
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