venerdì 9 novembre 2012
​"Se gli uomini dei clan non si pentono, così ho detto ai miei sacerdoti, non potranno entrare in chiesa neanche da morti". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, parlando con i giornalisti all'inizio della marcia silenziosa per le vittime innocenti della camorra.
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"Siete i veri sconfitti. Siete cadaveri che camminano, condannati a morte certa da voi stessi, sapendo che chi semina vento raccoglie tempesta. Se non vi pentite non entrerete in chiesa neanche da morti. È quello che ho detto a tutti i miei sacerdoti". Un richiamo fortissimo contro i camorristi è stato lanciato dall'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, prima che avesse inizio la fiaccolata ecumenica interreligiosa per le vittime della criminalità.
 
Alla manifestazione hanno preso parte circa 1.500 persone che si sono mosse da piazza Carità, nel centro di Napoli e hanno raggiunto la galleria Umberto, in via Toledo. Da un palco allestito nella storica galleria, il cardinale Sepe ha tenuto un discorso, due pagine di intervento, parole durissime di condanna nei confronti dei clan. "Non importa quanti siamo, perché la freddezza del numero è annullata dal calore dei cuori e dal comune sentire di un popolo. Conta, infatti, l'esserci, lo stare insieme, il pregare insieme del nostro unico Dio facendo memoria di tanti fratelli ai quali è stata tolta la vita senza colpa e senza ragione alcuno"."Siamo qui non per denunciare la nostra debolezza ma per esprimere la nostra forza che non nasce dalla violenza delle armi bensì dal sacrificio dei nostri fratelli vigliaccamente uccisi. Sono proprio loro a motivarci perchè costituiscono la linfa del nostro agire della nostra battaglia", ha detto dal palco della galleria Umberto l'arcivescovo di Napoli.
"Voi seminatori di violenza e di morte rimanete nelle tenebre vi nascondete perchè avete paura, perchè dovreste piuttosto avere vergogna di voi stessi e dei vostri comportamenti. Sfuggite alla luce del giorno perchè avvertite il peso delle vostre colpe gravissime e non avete il coraggio di stare tra la gente", ha aggiunto Sepe.
Poi rivolgendosi di nuovo ai camorristi l'arcivescovo di Napoli ha detto loro: "sappiate che da parte nostra non ci può essere alcuna indulgenza. Siamo su sponde distinte e distanti, finchè rimanete sotto il tunnel della violenza e della morte. Questa Napoli, questa società, questa umanità non vi appartiene, perchè voi siete altro, avete scelto di stare contro i vostri fratelli, contro l'umanità, contro la legge, contro quei valori che sono alla base di ogni persona umana e della nostra stessa civiltà". Durante il suo intervento il cardinale Sepe ha poi citato Giovanni Paolo II. Sempre rivolgendosi alla camorra l'arcivescovo di Napoli ha poi detto: "Vi parlo nel nome del nostro Dio misericordioso: scegliete la vita, quella vera, quella sacra. Deponete le armi perchè come disse il compianto Pontefice Giovanni Paolo II ad Agrigento, verrà per voi il giorno del giudizio e non ci saranno sconti. Neppure i vostri figli, le vostri mogli e madri vi perdoneranno per la vita difficile, pericolosa e oscure cui li avete costretti".
"Noi - ha concluso Sepe - continuiamo a credere e a batterci per il cambiamento per riappropriarci della nostra cittè liberata dalla violenza, per realizzare una società animata dalla giustizia e dal bene comune. Siamo sostenuti dalla nostra fede e dal sangue delle tante vittime innocenti per le quali questa sera voglia pregare tutti insieme".
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