martedì 11 ottobre 2011
Nella sua prima lettera pastorale ai fedeli ambrosiani, il porporato illustra il significato dell’evento che la diocesi lombarda ospiterà nel 2012 e sarà «punto focale» del cammino dell’anno.
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Pubblichiamo il testo integrale della prima lettera pastorale del cardinale Angelo Scola all’arcidiocesi di Milano, intitolata «Il bene della famiglia. Per confermare la nostra fede».Carissimi, l’anno pastorale appena iniziato ha certamente come punto focale la celebrazione del VII Incontro mondiale delle famiglie a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno 2012, sul tema «La Famiglia: il lavoro e la festa», che culminerà con la visita del Santo Padre.1. L’Incontro mondiale ci chiama a ri-scoprire più profondamente la bellezza, la bontà e la verità della famiglia. Per comprendere quanto questa istituzione sia preziosa è bene partire da una fondamentale affermazione del beato Giovanni Paolo II, che tanto si spese per il bene delle famiglie: «Il fatto che l’uomo, creato come uomo e donna, sia immagine di Dio (...) significa anche che l’uomo e la donna... sono chiamati a vivere una comunione d’amore e in tal modo a rispecchiare nel mondo la comunione d’amore che è in Dio, per la quale le tre Persone si amano nell’intimo mistero dell’unica vita divina... Questa somiglianza è (...) insieme come una chiamata e un compito» (Mulieris Dignitatem 7). Su questa base Benedetto XVI, parlando ai fidanzati in occasione del recente Congresso eucaristico di Ancona, si è così espresso: «Cari amici, ogni amore umano è segno dell’Amore eterno che ci ha creati» (11 settembre 2011). Vissuto con verità e intensità il cammino graduale dell’amore tra un uomo e una donna troverà nel sacramento del matrimonio su cui si fonda la famiglia la sua pienezza: «Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni vera famiglia, vero bene comune» (<+corsivo>ibid.<+tondo>). La famiglia è la via maestra e la prima, insostituibile «scuola» di comunione, la cui legge è il dono totale di sé. I cristiani, proponendola in tutta la sua bellezza, al di là delle loro fragilità, intendono testimoniare agli uomini e donne del nostro tempo, qualunque sia la loro visione della vita, che l’oggettivo desiderio di infinito che sta al cuore di ogni esperienza di amore si può realizzare. La famiglia così concepita è un patrimonio prezioso per l’intera società.2. L’occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie vedrà la presenza del Successore di Pietro nelle nostre terre. Sarà per tutti, cristiani e non, un grande dono. Per questo è necessario che, nel tempo che ancora ci separa da quella data, in ogni parrocchia e decanato, in ogni aggregazione di fedeli, in ogni famiglia, ma anche in pubblico confronto con i vari ambiti della società civile, noi ci impegniamo a riscoprire il significato della figura del Successore di Pietro nella vita della Chiesa e nell’odierna società plurale.Perché il Papa viene a noi? Il Vangelo di Luca ce lo dice con grande chiarezza: «per confermare la nostra fede» (cf. Lc 22,32). La persona, la testimonianza ed il magistero di Benedetto XVI, in quanto Successore di Pietro, rafforzeranno in noi la convinzione che la fede è ragionevole anche nell’odierno contesto socio-culturale perché propone alla libertà il compimento dell’uomo. Perché il Papa può svolgere questo prezioso compito? Perché, come ci insegna la menzione del suo nome nella Santa Messa di ogni giorno, Egli è normalmente presente nella nostra Chiesa. La Chiesa particolare infatti non esisterebbe in forma piena senza questo riferimento diretto ed immediato alla figura di Pietro. La sua presenza fisica tra noi sarà straordinaria perché l’espressione privilegiata della sua presenza ordinaria. Dobbiamo però riconoscere che spesso non siamo consapevoli dell’importanza del ministero del Papa. In una società complessa come la nostra è molto facile ridurre il suo autorevole Magistero ad una opinione tra le altre. Sarà per questo di decisiva importanza che regolarmente, in questi mesi, secondo modalità che, come ci viene suggerito nella presente Agenda, verranno proposte specificatamente, si prenda coscienza personale e comunitaria degli insegnamenti del Santo Padre, soprattutto in materia di famiglia, festa e lavoro. «L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale» (Lettera del Santo Padre Benedetto XVI al presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie, 23 agosto 2010).3. Nell’Agenda le diverse comunità ecclesiali dell’arcidiocesi troveranno valide indicazioni per prepararsi lungo tutto l’anno pastorale 2011-2012. Mi preme però sottolineare tre elementi che considero particolarmente rilevanti.Innanzitutto il lavoro sulle dieci Catechesi appositamente predisposte in vista dell’Incontro mondiale, radicate nella Parola di Dio, nel Catechismo della Chiesa cattolica e nel magistero dei Papi su persona, matrimonio e famiglia, ci aiuteranno a comprendere «quel grande "sì" che in Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza; come, pertanto, la fede nel Dio dal volto umano porti la gioia nel mondo. Il cristianesimo è infatti aperto a tutto ciò che di giusto, vero e puro vi è nelle culture e nelle civiltà, a ciò che allieta, consola e fortifica la nostra esistenza» (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al IV Convegno della Chiesa italiana, Verona 19 ottobre 2006).In secondo luogo, così come viene indicato dal titolo dell’Incontro, il tema della famiglia dà risposta ad un aspetto decisivo della comune esperienza umana. Si intreccia ad altri due fattori parimenti decisivi, quello del lavoro e quello del riposo (festa). L’aver posto a tema questi tre fattori costitutivi dell’esperienza di ogni uomo e ogni donna, esprime bene il nesso tra la fede e la vita e mostra efficacemente il grande realismo dell’esperienza cristiana. In questo delicatissimo frangente socio-economico, la famiglia si rivela come l’ambito più colpito dalla crisi e, nello stesso tempo, più capace di sostenere i propri membri nelle loro fatiche, come testimonia l’efficace esperienza del Fondo Famiglia-Lavoro promosso con lungimiranza dal cardinale Tettamanzi. È urgente che le comunità cristiane sostengano le famiglie in difficoltà e, in particolare, favoriscano le iniziative tese a generare lavoro. L’open day delle aziende potrà contribuire all’incontro tra famiglie e ambienti di lavoro. Analogamente la proposta delle feste cittadine potrà documentare il riconoscimento di quella «sovranità della famiglia» (Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie 17) decisiva per l’edificazione della vita buona personale e comunitaria. La festa, manifestazione privilegiata del gratuito, nasce sempre come espressione di un dono ricevuto, cioè come gratitudine.Infine vorrei insistere sul richiamo all’ospitalità e alle tante forme di volontariato richieste da un gesto di tali dimensioni. Viverle in prima persona è la strada maestra e alla portata di tutti per imparare un po’ di più quel dono di sé che compie la vita. Chi tra di noi sarà disponibile ad accogliere altre famiglie, provenienti da tutto il mondo, e a prestare il proprio tempo per collaborare, come volontario, potrà sperimentarlo di persona. Per questo rivolgo il mio invito forte e accorato alle comunità ed in particolare a tutte le famiglie dell’arcidiocesi perché siano disponibili all’accoglienza e alla collaborazione: non importa la quantità di tempo, di spazio o di disponibilità che ciascuno potrà dare. Ognuno offra quello che può, senza pensare che è troppo poco perché possa essere significativo: ciò che conta è il sì<+corsivo> di ciascuno. Per questo raccomando specialmente agli anziani e ai malati la preghiera e l’offerta al Signore delle proprie sofferenze per i frutti dell’Incontro mondiale delle famiglie. Una preghiera speciale chiedo a tutti i monasteri, maschili e femminili.4. Affido queste indicazioni a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana e, in particolare, ai presbiteri e ai responsabili delle diverse aggregazioni perché, rispettando il principio della pluriformità nell’unità, possano proporle a tutti in modo da favorire la vita e la missione della Chiesa. Il VII Incontro mondiale delle famiglie spalancherà Milano e tutta la regione ad una più  piena dimensione universale.Mentre vi ringrazio di cuore per l’attenzione che vorrete prestare all’Agenda, strumento prezioso di comunione, invoco su quest’anno pastorale la speciale benedizione della Madunina e vi benedico nel Signore
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