lunedì 16 maggio 2011
Benedetto XVI al Regina Cæli lancia un appello perché si imbocchi la via del negoziato: «Il conflitto armato sta causando la morte di un grande numero di civili». E a Damasco chiede di ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all'unità.
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Dopo la recita del Regina Cæli, il Pontefice ha rivolto un pensiero alla Libia e alla Siria. «Continuo a seguire con grande apprensione il drammatico conflitto armato che, in Libia, ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze, soprattutto fra la popolazione civile. Rinnovo un pressante appello perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi». Benedetto XVI ha assicurato anche la sua «orante e commossa partecipazione all’impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali». «Il mio pensiero – ha proseguito - va anche alla Siria, dove è urgente ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all’unità. Chiedo a Dio che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella patria di grandi religioni e civiltà, ed invito le autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’accoglienza delle legittime aspirazioni a un futuro di pace e di stabilità». Il Regina Cæli. «La liturgia della IV Domenica di Pasqua ci presenta una delle icone più belle che, sin dai primi secoli della Chiesa, hanno raffigurato il Signore Gesù: quella del Buon Pastore». Ha detto il Papa prima di recitare il Regina Cæli, da piazza San Pietro, nella Giornata mondiale delle vocazioni.Nel Vangelo di san Giovanni sono descritti "i tratti peculiari del rapporto tra Cristo Pastore e il suo gregge, un rapporto talmente stretto che nessuno potrà mai rapire le pecore dalla sua mano. Esse, infatti, sono unite a Lui da un vincolo d’amore e di reciproca conoscenza, che garantisce loro il dono incommensurabile della vita eterna". Nello stesso tempo, ha evidenziato il Papa, "l’atteggiamento del gregge verso il Buon Pastore, Cristo, è presentato dall’evangelista con due verbi specifici: ascoltare e seguire. Questi termini designano le caratteristiche fondamentali di coloro che vivono la sequela del Signore". Innanzitutto "l’ascolto della sua Parola, dal quale nasce e si alimenta la fede. Solo chi è attento alla voce del Signore è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire secondo Dio". Dall’ascolto deriva, quindi, "il seguire Gesù: si agisce da discepoli dopo aver ascoltato e accolto interiormente gli insegnamenti del Maestro, per viverli quotidianamente". In questa domenica viene spontaneo ricordare a Dio, secondo il Santo Padre, "i pastori della Chiesa, e coloro che si stanno formando per diventare pastori". Di qui l’invito "a una speciale preghiera per i vescovi – compreso il vescovo di Roma! –, per i parroci, per tutti coloro che hanno responsabilità nella guida del gregge di Cristo, affinché siano fedeli e saggi nel compiere il loro ministero". In particolare, ha aggiunto, "preghiamo per le vocazioni al sacerdozio in questa Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, affinché non manchino mai validi operai nella messe del Signore". Ricordando l’istituzione, 70 anni fa, da parte di Pio XII, della Pontificia Opera per le vocazioni sacerdotali, Benedetto XVI ha affermato: "La felice intuizione del mio predecessore si fondava sulla convinzione che le vocazioni crescono e maturano nelle Chiese particolari, facilitate da contesti familiari sani e irrobustiti da spirito di fede, di carità e di pietà". Nel messaggio per la Giornata mondiale il Papa ha sottolineato che una vocazione si compie quando si esce "dalla propria volontà chiusa e dalla propria idea di autorealizzazione, per immergersi in un’altra volontà, quella di Dio, lasciandosi guidare da essa". "Anche in questo tempo, nel quale la voce del Signore rischia di essere sommersa in mezzo a tante altre voci – ha aggiunto -, ogni comunità ecclesiale è chiamata a promuovere e curare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Gli uomini infatti hanno sempre bisogno di Dio, anche nel nostro mondo tecnologico, e ci sarà sempre bisogno di pastori che annunciano la sua Parola e fanno incontrare il Signore nei sacramenti".
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