lunedì 16 maggio 2011
La Congregazione per la Dottrina della fede ha diffuso una Lettera circolare «per aiutare le Conferenze episcopali nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici».
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- IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA
- Nota di sintesi a cura della sala stampa vaticana
- Bagnasco: un aiuto agli episcopati del mondo
- Perché si faccia «piena luce» la verità ha bisogno dell'amore di Marina Corradi
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Attenzione prioritaria alle vittime, prevenzione, cura nella formazione dei seminaristi, cooperazione con le autorità civili. E la responsabilità primaria del vescovo diocesano in tutto questo. Sono i punti qualificanti delle Linee guida nell’affrontare gli abusi nei confronti di minori da parte di chierici che, secondo gli auspici della Santa Sede, da qui ad un anno dovranno essere emanati dalle Conferenze episcopali.Ieri la Sala Stampa vaticana ha diffuso i contenuti di una Lettera circolare inviata dalla Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) agli episcopati «come aiuto» alla preparazione di queste Linee guida. La lettera circolare è firmata dal cardinale William J. Levada e dall’arcivescovo Luis F. Ladaria, rispettivamente prefetto e segretario della Cdf. Il porporato ha anche firmato una nota che accompagna e presenta la Lettera e in cui si spiega che, appunto, «sarebbe opportuno che ciascuna Conferenza episcopale prepari delle Linee guida con l’intento di assistere i vescovi membri della medesima Conferenza nel seguire procedure chiare e coordinate quando si devono trattare casi di abuso sessuale di minori». «Tali Linee guida – prosegue Levada – dovrebbero prendere in considerazione le situazioni concrete delle giurisdizioni appartenenti alla Conferenza episcopale». Il porporato statunitense poi specifica che «sarebbe inoltre molto utile coinvolgere, nel processo di redazione o revisione di dette Linee guida anche i superiori maggiori degli istituti religiosi clericali presenti nel territorio della Conferenza». E conclude la sua nota di accompagnamento spiegando che sarà «grato» se gli episcopati potranno inviare alla Cdf «copie delle suddette Linee guida entro la fine di maggio 2012» e aggiungendo che comunque «nel caso in cui la Conferenza episcopale decidesse di stabilire norme vincolanti sarebbe necessario richiedere la recognitio dai dicasteri competenti della Curia Romana». Le linee guida della Conferenza episcopale statunitense del 2002, ad esempio, ebbero questa recognitio dalla Congregazione per i vescovi.Questa la breve lettera di accompagnamento siglata dal prefetto della Cdf. Ma quali sono in sintesi contenuti della Lettere circolare?La Lettera circolare mette innanzitutto l’accento sul fatto che è il vescovo diocesano ad avere il «dovere di dare una risposta adeguata ai casi eventuali di abuso sessuale su minori commesso da chierici nella sua diocesi», tramite «l’applicazione del diritto canonico in materia» e tenendo conto «delle disposizioni delle legge civili». La Lettera poi si articola in tre parti. La prima mette a fuoco gli aspetti generali della questione. Sottolineando come la Chiesa deve essere innanzitutto pronta, tramite il vescovo o un suo delegato, ad ascoltare le vittime degli abusi impegnandosi anche a curare da una parte la protezione dei minori e dall’altra la formazione dei seminaristi, nonché quella permanente del clero. Riguardo poi alla «cooperazione con le autorità civili», si specifica che «va sempre dato seguito alle prescrizioni delle leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale (nel senso che i contenuti di una confessione non possono comunque in nessun caso essere rivelati ad alcuno, ndr)». Nella sua intervista ad Avvenire del 13 marzo 2010, monsignor Charles J. Scicluna, il "pm" della Cdf, aveva già spiegato che «in alcuni paesi» i vescovi, «se vengono a conoscenza di reati commessi dai propri sacerdoti al di fuori del sigillo sacramentale della confessione, sono obbligati a denunciarli all’autorità giudiziaria». «Si tratta – aggiungeva – di un dovere gravoso perché questi vescovi sono costretti a compiere un gesto paragonabile a quello compiuto da un genitore che denuncia un proprio figlio. Ciononostante, la nostra indicazione in questi casi è di rispettare la legge». Nei casi in cui gli ordinari non hanno questo obbligo per legge, spiegava sempre monsignor Scicluna, «noi non imponiamo ai vescovi di denunciare i propri sacerdoti, ma li incoraggiamo a rivolgersi alle vittime per invitarle a denunciare quei sacerdoti di cui sono state vittime».Dopo una seconda parte dedicata ad un breve resoconto sulla normativa vigente riguardo gli abusi, la terza parte della Lettera circolare offre infine indicazioni concrete agli ordinari sul modo di procedere. Indicazioni che dovrebbero quindi essere recepite nelle Linee guide che verranno preparate dagli episcopati. In esse, tra l’altro, si chiede che «le autorità ecclesiastiche si impegnino ad offrire assistenza spirituale e psicologica alle vittime» e che «l’indagine sulle accuse sia fatta con il dovuto rispetto della privacy e della buona fama delle persone». Nelle Linee guida dovrà poi risultare chiaro che «gli organi consultivi di sorveglianza e di discernimento dei singoli casi, previsti in qualche luogo, non devono sostituire il discernimento e la potestas regiminis dei singoli vescovi». «Le Linee guida – ribadisce poi la Lettera circolare – devono tener conto della legislazione del Paese della Conferenza, in particolare per quanto attiene all’eventuale obbligo di avvisare le autorità civili». In pratica quindi queste indicazioni dovranno far parte delle Linee guida che le Conferenze  episcopali che ne sono finora sprovviste dovranno adottare da qui ad un anno. Allo stesso tempo gli episcopati che in passato già hanno pubblicato proprie Linee guide dovranno, sempre entro il maggio 2012, revisionarle alle luce delle indicazioni della nuova Lettera circolare.I documenti pubblicati ieri mostrano ancora una volta il desiderio di Benedetto XVI e della Santa Sede che tutte le diocesi adottino "politiche" repressive e soprattutto preventive di ampio respiro tali da rendere le parrocchie, le scuole e gli altri luoghi di apostolato della Chiesa cattolica luoghi esemplarmente sicuri per tutti i bambini e la gioventù che li frequenta.
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