lunedì 23 maggio 2011
«Credere in Dio e credere in Gesù». È il «duplice comandamento sulla fede» proposto dal Vangelo: lo ha detto Benedetto XVI, guidando la recita del Regina Cæli da piazza San Pietro. Dopo la recita della preghiera, salutando il gruppo del Movimento per la Vita: «Il sì alla vita sia motivo di unità in Italia e in ogni Paese del mondo». IL TESTO INTEGRALE
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«Credere in Dio e credere in Gesù». È il «duplice comandamento sulla fede» proposto dal Vangelo: lo ha detto, ieri, Benedetto XVI, guidando la recita del Regina Cæli da piazza San Pietro. L’avere fede in Dio e in Gesù, ha spiegato il Papa, «non sono due atti separati, ma un unico atto di fede, la piena adesione alla salvezza operata da Dio Padre mediante il suo Figlio Unigenito. Il Nuovo Testamento ha posto fine all’invisibilità del Padre. Dio ha mostrato il suo volto». Il Figlio di Dio, con la sua incarnazione, morte e risurrezione, «ci ha liberati dalla schiavitù del peccato per donarci la libertà dei figli di Dio e ci ha fatto conoscere il volto di Dio che è amore: Dio si può vedere, è visibile in Cristo».Santa Teresa d’Avila, ha ricordato il Pontefice, «scrive che "non dobbiamo allontanarci da ciò che costituisce tutto il nostro bene e il nostro rimedio, cioè dalla santissima umanità di nostro Signore Gesù Cristo"». Quindi, ha evidenziato il Santo Padre, «solo credendo in Cristo, rimanendo uniti a Lui, i discepoli, tra i quali siamo anche noi, possono continuare la sua azione permanente nella storia: "In verità, in verità io vi dico – dice il Signore –: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio”».Dopo il Regina Cæli. «Rivolgo il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai numerosi cresimandi della Diocesi di Genova, guidati dal Cardinale Bagnasco. Un pensiero va poi al folto gruppo del Movimento per la Vita: cari amici, mi congratulo con voi, in particolare per l’impegno con cui aiutate le donne che affrontano gravidanze difficili, i fidanzati e i coniugi che desiderano una procreazione responsabile; così voi operate concretamente per la cultura della vita.  Chiedo al Signore che, grazie anche al vostro contributo, il "sì alla vita" sia motivo di unità in Italia e in ogni Paese del mondo. Benedico i bambini accompagnati dall’UNITALSI, i quali superando i disagi della malattia si fanno testimoni di pace. Incoraggio i malati e i volontari presenti in occasione della Settimana nazionale della sclerosi multipla. Saluto i membri dell’Istituzione Teresiana, nel centenario dell’Associazione; i fedeli provenienti da Saiano, da Montegranaro e da alcune parrocchie di Roma; le scolaresche di Verona e i ragazzi di Torano Nuovo. A tutti auguro una buona domenica».
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