giovedì 21 marzo 2019
La visita nella sede romana. Il dialogo con gli studenti e le religiose e il richiamo al dialogo con gli anziani
Il Papa dialoga con un giovane messicano (Ansa)

Il Papa dialoga con un giovane messicano (Ansa)

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Lo aveva detto a Panama durante la Giornata mondiale della gioventù. Lo ha ripetuto anche giovedì, durante la visita alla sede di “Scholas occurrentes” nel Palazzo San Calisto di Roma. «I giovani non sono il futuro, sono l’oggi. Sono l’adesso di Dio. Perché se pensiamo che sono il futuro, gli si toglie la forza e si addomesticano». Ma vanno messi in condizione di dimostrarlo. E perciò, proprio ai giovani papa Francesco ha raccomandato di dialogare sempre con gli anziani e di affiancare alla protesta, che a volte può essere necessaria, sempre la creatività. «La sola protesta non serve – ha detto –. Non si deve solo protestare ma anche costruire».

Il Pontefice si è recato nella sede romana di Scholas Occurrentes intorno alle 16 del pomeriggio per dare il via al progetto internazionale “Programmando per la pace” insieme a esperti dell’informatica. Obiettivo dell’iniziativa, come spiega un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, «è consentire a milioni di ragazzi di imparare a programmare e apprendere l’utilizzo delle nuove tecnologie con un’ottica etica ed impegnandosi per la ricerca della pace». Nel corso dell’incontro, stabilendo un ponte ideale con il suo viaggio di fine gennaio (nel corso del quale aveva incontrato un gruppo di ragazzi locali delle “Scholas”) papa Bergoglio ha inaugurato in videoconferenza l’“Hub tecnológico scholas” nella nuova sede di Panama.

Inoltre, sempre in videoconferenza, ha dialogato con i giovani delle nuove sedi di “Scholas” nella stessa Panama, in Portogallo, in Romania e a Pistoia, dove le “Scholas” saranno ospitate nel monastero delle Benedettine, in centro. In quest’ultimo caso, Francesco aveva al suo fianco il vescovo della città toscana, Fausto Tardelli, secondo cui «si tratta di una vera benedizione del cielo per la nostra diocesi, inaspettata, come tutte le sorprese del Signore». Visibilmente contento, il Pontefice ha quindi ascoltato con attenzione il saluto rivoltogli in collegamento video dalla badessa, madre Anna, attorniata da un gruppo di ragazzi e ragazze, che ha definito l’iniziativa «un piccolo germoglio scoperto nel nostro giardino» e ha auspicato che essa possa diventare un luogo di incontro e di dialogo per Pistoia. La scuola, come rende noto la diocesi pistoiese, ospiterà in loco i percorsi di formazione degli educatori provenienti da tutto il mondo.

Il Papa, riprendendo poi nel suo saluto finale, le suggestioni dell’intervento della religiosa, ha sottolineato l’immagine del «germoglietto». Ma ha anche ricordato che dai germogli possono fiorire grandi cose. E anche i giovani, ha detto, hanno una «potenza inimmaginabile». Come esempio ha perciò citato la recente mobilitazione per l’ambiente. Ma «la sola protesta non serve – ha ribadito –, se non c’è la creatività. Protestare sì, ma la protesta non arriva a risultati concreti se non si costruisce. Si può sbagliare, ma meglio sbagliare costruendo, che con le braccia conserte». Infine Francesco ha posto nuovamente l’accento su una delle costanti del suo magistero in fatto di pastorale giovanile: il dialogo intergenerazionale e soprattutto con gli anziani. «La vera sfida dell’oggi», ha detto. «Se i giovani stanno senza gli anziani, perdono le loro radici, il senso della storia, l’appartenenza. Se gli anziani stanno senza i giovani, si sentono isolati e muoiono tristi. È il momento, come dice il profeta Gioele, che i vecchi sognino e i giovani profetizzino. È un dialogo fecondo, che dà radici ed evita che i giovani diventino liquidi e sradicati».

Alla fine un gesto simbolico ha concluso l’incontro. I presenti hanno attinto l’acqua da una giara e “brindato” con essa, come simbolo di una vita nuova. Il Papa ha suggellato il tutto con una preghiera. «Ti chiediamo, Signore, di estinguere la nostra sete, di aiutarci a capire in che parte della nostra esistenza sta la nostra sete, perché non si può vivere senza sete. Ma dacci l’acqua per poterla saziare».

La fondazione “Scholas occurrentes”, organizzazione internazionale creata da Francesco il 13 agosto 2013, è presente in 190 Paesi ed è attualmente il più grande movimento studentesco a livello mondiale. La Fondazione ha come obiettivo la promozione della cultura della pace e dell’incontro e comprende scuole e reti educative appartenenti a tutte le confessioni religiose e realtà laiche, pubbliche e private.

450mila scuole in rete

“Scholas occurrentes” è un progetto per i giovani di tutto il pianeta che ha avuto origine a Buenos Aires nel 2001 quando Jorge Bergoglio era arcivescovo. Oggi è una fondazione internazionale che unisce una rete di quasi 450mila scuole ed agenzie educative nel mondo, pubbliche e private, per ripristinare il patto educativo. Chiede l’impegno di tutte le parti per attuare la cultura dell’incontro per la pace attraverso l’educazione.

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