sabato 3 maggio 2014
​L'identikit del diplomatico della Santa Sede tracciato da Papa Francesco durante una visita privata alla Pontificia Accademia Ecclesiastica
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Esperto del luogo in cui svolge il proprio servizio, capace di fraternità con altri sacerdoti piuttosto che di ambizione, uomo di preghiera che cerca in Dio la parola da dire o il gesto da compiere. L'identikit del diplomatico della Santa Sede è stato tracciato ieri da Papa Francesco durante una visita in forma privata alla Pontificia Accademia Ecclesiastica. Un incontro iniziato verso le 18.00 e concluso dalla cena con la comunità dell'Accademia. Lo riferisce la Radio Vaticana.Dopo aver presieduto la preghiera dei Vespri nella cappella dell'Accademia - istituzione che ospita quest'anno 29 sacerdoti di 16 nazioni di quattro continenti - Papa Francesco si è intrattenuto con i sacerdoti in un colloquio fatto di domande e risposte. Tra queste, una chiedeva in particolare come sia possibile per un diplomatico vivere la profezia e l'utopia del bene. Il Papa ha indicato tre caratteristiche, che il diplomatico della Santa Sede deve coltivare con attenzione. Anzitutto avere chiara la memoria del Vangelo, della Chiesa e della storia di un popolo: se si legge la realtà prescindendo dalla nostra condizione di discepoli, ha detto, si finisce inevitabilmente nell'ideologia. Secondo, essere capaci di realismo, di saper guardare al presente con competenza, avendo studiato e visitato il Paese in cui si opera per capirlo realmente a fondo. Terzo, ha affermato Papa Francesco, l'utopia del futuro. Per tracciare il futuro di un popolo non tutte le strade sono percorribili, dunque è necessaria anche la prudenza. Ma soprattutto, l'utopia del futuro è comprendere cosa ci promette Dio nel futuro. Quindi profezia, ha proseguito il Papa, è dire la parola giusta, quella che lo Spirito suggerisce di dire avendola compresa nella preghiera. Nel colloquio sono stati toccati anche aspetti della vita nelle nunziature. È necessario, ha ribadito fra l'altro il Papa, che i rappresentanti pontifici coltivino un clima di fraternità con i vescovi dei Paesi in cui vivono. Un orizzonte più ampio di temi ha poi riguardato l'impegno della Chiesa per la tutela della dignità della vita umana anche sul piano internazionale, le aspettative per il Sinodo dei vescovi sulla famiglia di ottobre e la dimensione carismatica di ogni istituzione ecclesiale.
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