lunedì 29 agosto 2011
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Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore1.Volge al termine la solennità della Madonna della Guardia. Nella Messa di ieri sera abbiamo pensato ai nostri ragazzi e rinnovato l’impegno formativo della nostra Diocesi insieme a tutta la Chiesa italiana. Com’è noto, iVescovi hanno posto al centro del decennio pastorale la sfida educativa, e i segni di questa urgenza sono sotto gli occhi di tutti e spesso sulle cronache dei giornali. Il 22 aprile del prossimo anno vi sarà la prima Convocazione diocesana degli adolescenti, quell’età della vita che è particolarmente tumultuosa e per questo più bisognosa di vicinanza e di amorevole guida. Partirà a ottobre un cammino preparatorio specifico nelle Parrocchie e nelle Aggregazioni ecclesiali giovanili, e noi adulti li seguiremo nella preghiera e con un itinerario formativo nelle Scuole vicariali. Ci lasceremo parlare da un grande maestro come Romano Guardini, attraverso le sue “Lettere sull’autoformazione”. In questo orizzonte, ieri abbiamo meditato sulla famiglia, cellula fondamentale della società, grembo naturale della vita, prima scuola di umanità e di fede. Questa mattina, invece, abbiamo pregato perché la società intera diventi educativa a tutti i livelli e in ogni sua espressione: ciò richiede una grande conversione sia sul piano culturale che morale. In questo contesto, la fede cristiana ha un messaggio originale e unico che è come un serbatoio di bene per tutti. 2. Questa sera, in ideale continuità, desidero accennare ad un particolare luogo educativo che la Chiesa da sempre sollecita e offre all’impegno delle giovani generazioni. Si tratta del servizio della carità. La missione della Chiesa è annunciare Gesù, il Figlio di Dio che salva l’uomo nella sua interezza: per questo, insieme all’evangelizzazione, la Comunità cristiana promuove e organizza ogni servizio che aiuti l’uomo nei vari ambiti della vita. Le opere di carità non devono surrogare la giustizia sociale che è scopo della vita politica, ma sappiamo che l’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta e organizzata. Se da una parte la Chiesa ha sempre sollecitato un giusto ordinamento dello Stato e della società, dall'altro non ha mai mancato di promuovere l'attività caritativa. Nessuna buona legge, infatti, può assicurare l’amore nel cuore dei cittadini. Questo è un tesoro di ordine diverso, che sfugge ad ogni ordinamento pur necessario. E’ una ricchezza spirituale, nasce dal cuore e risponde alla logica della gratuità e del dono. La Chiesa - attraverso le innumerevoli opere di carità a servizio dei deboli e dei poveri – non solo viene in soccorso alle tante fragilità umane, ma mette in atto delle vere scuole di umanità e di fede, dove i discepoli sono lo stuolo degli operatori e dei volontari, spesso giovani e giovanissimi, che con gioia e dedizione aiutano i bisognosi, toccano con mano la complessità della vita, imparano ad amare nel segno del dono di sé senza nulla pretendere. Risuonano le parole di Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo”, né il povero perché ha bisogno dell’attenzione degli altri, né il volontario ché ha bisogno di uscire dai propri egoismi. Il risveglio delle forze morali appartiene alla missione stessa della Chiesa, non come se fosse un’agenzia filantropica, ma come un popolo nuovo che annuncia l’amore di Dio,e lo svela con la testimonianza della vita, lo slancio della parola, la forza dei sacramenti, il segno molteplice delle opere di carità. Ogni opera concreta, dunque, è segno e ammaestramento, è annuncio e scuola, è soccorso e profezia. Esprime e alimenta quella rete fitta e capillare di prossimità che, anche nel tessuto vivo del nostro Paese, è conosciuto come una realtà vicina e accessibile a tutti. Le Parrocchie, le molte Aggregazioni ecclesiali, le diverse Istituzioni – insieme alle realtà di volontariato civile – esprimono luoghi di incontro, di ascolto, di intervento per chi attraversa ore difficili, ma sono anche palestra educativa teorica e pratica di grandissima efficacia. Nessuno dei nostri giovani, che passi da queste scuole di vita, rimane come prima: qualcosa cambia per sempre nella sua anima. 3. Guardiamo, dunque, con gratitudine e ammirazione alla storia della Comunità cristiana e alla sua vitalità, intessuta di piccole e grandi opere di carità: tutte nascono dal cuore di Cristo e si riversano sull’umanità come una pioggia di luce e d’amore. Con l’unico scopo di amare Dio e gli uomini, perché tutti possano condividere la gioia del Vangelo. Come è stato possibile? Viene da domandarci. Come ancora è possibile, guardando la vastità e la complessità delle situazioni nel mondo? La risposta più semplice è: guardando a Dio e alla sua grazia – che mai viene meno – e all’intelligenza e onestà degli uomini.Cari Amici, chiediamo alla Madonna della Guardia che la tradizione di carità discreta, concreta e generosa, non venga mai meno nella nostra Diocesi, nella Chiesa Italiana. E che cresca la partecipazione dei volontari, specialmente giovani, che dedicano una parte del loro tempo – ma soprattutto del loro cuore – a chi è meno fortunato. Tutti abbiamo bisogno di tutti, perché nessun uomo è un’isola, sola e autosufficiente, in mezzo al mare.
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