martedì 3 novembre 2020
Domani, domenica, in tutte le chiese le offerte saranno devolute al fondo per la carità del Pontefice. Molti gli interventi realizzati in tutti i continenti.
L'obolo di san Pietro, aiutiamo il Papa ad aiutare i più deboli del mondo
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Centomila dollari a favore della popolazione indonesiana dell’isola di Sulawesi, dove tra settembre e ottobre 2018 violente scosse di terremoto e un forte tsunami hanno provocato oltre 1.500 morti e migliaia di feriti.

L’intervento di ristrutturazione e ampliamento dell’Istituto Filippo Smaldone a Nyamirambo, nella periferia di Kigali, in Rwanda, gestito dalle Suore Salesiane dei Sacri Cuori per assicurare un’istruzione a bambini poveri audiolesi e vulnerabili, provvedendo a una loro piena integrazione sociale.

Cinquantamila euro in favore delle vittime del terremoto che il 12 giugno 2017 ha devastato il Sud dell’isola di Lesbo, in Grecia (i fondi sono stati devoluti al villaggio ortodosso di Vrisa, raso al suolo dopo la prima scossa: un intervento, questo, anche di chiara valenza ecumenica).

L’invio delle offerte raccolte dalla diocesi di Cremona e donate ai vescovi di Haiti, l’isola caraibica duramente colpita dall’uragano Matthew nell’ottobre del 2016, quando si verificò una tragedia di grandi proporzioni con 546 morti, 128 dispersi e 439 feriti, oltre a 1,4 milioni di persone in stato di necessità e 175mila sfollati.

E ancora: contributi per la realizzazione di una nuova scuola primaria nella diocesi di Chingleput, in India, grazie alla quale i bambini e le bambine di etnia Dalit, una delle più povere dell’immenso Stato, potranno avere accesso a un’educazione scolastica di base, senza distinzione di fede. Il finanziamento nell’arcidiocesi di Erbil, città del Kurdistan iracheno, dove è numerosa la presenza cristiana, di dieci borse di studio destinate a giovani sfollati perché possano accedere all’università o completare la propria formazione universitaria in vista della ricostruzione del Paese, dopo le numerose traversie degli ultimi anni. E nella capitale della Repubblica Centrafricana, a Bangui, la quasi completa ristrutturazione dell’ospedale pediatrico.

Che cosa hanno in comune tutte queste storie? Essere state sostenute dalla carità del Papa attraverso i fondi provenienti dall’Obolo di San Pietro. In tal modo davvero si realizza quello che è iscritto nel Dna stesso di questa forma di contribuzione. Essa infatti rappresenta un’offerta di piccola entità, ma con un respiro ed uno sguardo grande. È ciò che ciascun fedele sente di donare al Papa perché possa provvedere alle necessità della Chiesa intera, specialmente là dove è più in difficoltà.

Anche nell’emergenza Covid l’Obolo ha svolto la sua parte. Un lungo elenco di interventi: in Brasile, sono stati spediti 18 ventilatori per terapia intensiva e 6 ecografi portatili. In Libano un primo aiuto di 250.000 euro in sostegno alle necessità della Chiesa libanese. Quattro ventilatori sono stati inviati ad Haiti e 2 alla Repubblica Dominicana, altrettanti in Bolivia. Sempre restando nel sud dell’America 3 ventilatori donati da Francesco hanno raggiunto la Colombia e 2 l’Ecuador. Ancora 3 i ventilatori che sono arrivati in Honduras, altrettanti in Messico e 4 in Venezuela, dove la crisi sanitaria si associa ad una difficile situazione sociale ed economica.

Poi l’Africa: nel continente la carezza e la vicinanza del Papa ha raggiunto il Camerun e lo Zimbabwe con 4 ventilatori in tutto, quindi l’Asia con 2 macchinari per il Bangladesh, e infine l’Europa con 2 ventilatori polmonari per l’Ucraina dove si vive una situazione molto precaria. Papa Bergoglio ha donato 2.500 test Covid-19 al Ministero della salute di Gaza.

E all’inizio del mese di febbraio 2020, con il diffondersi dell’epidemia di coronavirus in Cina, precisamente nelle province di Hubei, Zhejiang e Fujian, dal Vaticano sono state spedite alcune centinaia di migliaia di mascherine per aiutare a limitare la diffusione del contagio. L’elenco potrebbe continuare e sicuramente continuerà nei prossimi mesi, dati che l’emergenza non è certo passata.

Quello che però si può dire in conclusione è che davvero, in condizioni ordinarie e straordinarie, l’Obolo di san Pietro alimenta direttamente e indirettamente (attraverso il sostegno ad esempio alle nunziature) quella Carità del Papa che raggiunge attraverso mille rivoli li poveri di tutto il mondo. E domani le offerte raccolte durante le Messe nelle Chiese di tutto il mondo andrà a sostenere questa opera del Papa.

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