lunedì 2 settembre 2019
L'annuncio del Papa nella Giornata mondiale di preghiera per il creato
(Ansa)

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Nuovi cardinali all’insegna della missionarietà, nel solco del dialogo interreligioso e della Laudato si'. L’elenco dei tredici prelati candidati alla porpora provenienti dall’Europa, dall’America latina, dall’Africa e dall’Asia sembra calcare una prospettiva ideale per un concistoro che è stato significativamente annunciato da papa Francesco nella Giornata mondiale di preghiera per il creato e si svolgerà il prossimo 5 ottobre alla vigilia dell’ouverture del sinodo sull’Amazzonica che chiama a riflettere su nuovi cammini per la Chiesa.

Di quest’ultima infornata, con tre ultraottantenni, una prima caratteristica balza infatti subito agli occhi: la maggioranza sono religiosi appartenenti ad ordini tradizionalmente missionari. Ben tre gesuiti, poi un salesiano, un comboniano, un vescovo dei frati cappuccini, dei Servi della Divina provvidenza, dei Missionari d’Africa. Otto su tredici sono religiosi. Non era finora mai successo. La seconda caratteristica è che quattro di coloro sono o sono stati chiaramente impegnati nel dialogo interreligioso, in particolare con l’islam, come il comboniano spagnolo Miguel Angel Ayuso Guixot, nominato lo scorso anno presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso insieme all’ultraottantenne vescovo inglese Michael Louis Fitzgerald, dei Padri Bianchi, per molto tempo impegnato nel dialogo interreligioso e negli ultimi anni del suo servizio nella nunziatura apostolica in Egitto. A loro si uniscono il salesiano di origini spagnole Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat e l’arcivescovo di Jakarta, in Indonesia, Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo. Nomine con le quali, considerati i contesti, dopo gli ultimi viaggi negli Emirati Arabi e in Marocco il Papa rimarca la necessaria prospettiva indicata dal documento sulla fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi con il Grande Imam di Al Azhar.

Dei dieci nuovi cardinali elettori, anche i due vescovi diocesani in Europa sono missionari aperti alle frontiere: il lussemburghese Jean-Claude Höllerich, gesuita, che ha trascorso molti anni della sua vita in Giappone, e l’italiano arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi formatosi nel movimento di Sant’Egidio e da sempre prossimo alle realtà dell’emarginazione. Di frontiera, ma nel segno del dialogo interculturale, anche l’archivista e bibliotecario José Tolentino Mendonça, sacerdote e poeta, nonché prestigiosa firma di Avvenire per cui è stato anche titolare di apprezzate rubriche. Protagonista di vari dibattiti culturali, nel 2009 si è confrontato con lo scrittore premio Nobel per la letteratura José Saramago mentre l’anno scorso ha predicato gli Esercizi spirituali di Quaresima per la Curia Romana sull’elogio della sete.

Sorprende poi che tra le nomine curiali il gesuita Michael Czerny, nato in Cecoslovacchia e istruitosi in Canada e negli Stati Uniti, non sia neppure vescovo. Ma è l’attuale Sottosegretario della sezione Migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e oltre all’impegno per i migranti e rifugiati, il religioso, cultore della Laudato si', avrà il ruolo chiave di segretario speciale nel prossimo Sinodo per la regione Panamazzonica. Czerny, che come gli altri ha dichiarato di non aver saputo nulla in anticipo, si trova al momento in Brasile proprio per un incontro preparatorio del Sinodo. In questa prospettiva è anche la scelta del guatemalteco Alvaro Leone Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenamgo che si è distinto per l’impegno decennale e coraggioso a favore delle popolazioni indigene massacrate da regimi sanguinari e assediate da sfruttamenti e oppressioni. Ramazzini Imeri, fin da quando era vescovo di San Marcos, dal 1989 fino al 2012, ha ricevuto minacce di morte per la sua disponibilità a sostenere le popolazioni per il diritto alla terra. Il profilo dei nuovi cardinali mira così a rimarcare quello spirito missionario disposto ad identificarsi con i poveri in una dimensione universale di fraternità, che raccogliendo il grido delle sofferenze dei popoli e della terra, nostra Casa comune, sappia indicare con chiarezza ed onestà tale prospettiva di vita e di azione nella Chiesa. Aliena alla divisione, l’indifferenza, l’ostilità.

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