giovedì 2 febbraio 2017
L'arcivescovo di Torino risponde alle numerose lettere seguite ai funerali di un anziano, tra i primi omosessuali ammessi nel registro comunale delle unioni civili.
L'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia

L'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia

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Sono giunte decine di lettere alla redazione del settimanale della diocesi di Torino La Voce e il Tempo e all’arcivescovo Cesare Nosiglia in seguito al funerale, celebrato sabato scorso in una parrocchia torinese, di un anziano tra i primi omosessuali ammessi nel registro comunale delle «unioni civili».

Monsignor Nosiglia ha deciso di rispondere alla lettera di una lettrice rivolgendosi a tutti coloro che hanno fatto pervenire messaggi su La Voce e il Tempo in edicola oggi, precisando la posizione della Chiesa di Torino in merito ai temi del matrimonio, della famiglia e delle unioni omosessuali anche per smorzare l’enfasi con cui alcuni media hanno trattato la notizia della Messa funebre. «Nel nostro tempo – scrive Nosiglia (QUI LA LETTERA INTEGRALE) - la Chiesa sta compiendo grandi sforzi per individuare e perseguire cammini di ascolto, accoglienza, discernimento e accompagnamento spirituale con le persone omosessuali che desiderano approfondire la loro situazione alla luce della fede. È tuttavia doveroso che l’incontro si svolga nella verità del confronto con la Parola di Dio e con il Magistero della Chiesa, come hanno ribadito il recente Sinodo dei Vescovi e la Lettera apostolica Amoris Laetitia, sottolineando che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie neppure remote tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia composta da un uomo e una donna e dei loro figli».

L’Amoris Laetitia afferma anche che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua
dignità e accolta con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Per questo, avverte Nosiglia, occorre un «sereno accompagnamento» affinché coloro che si dichiarano omosessuali possono avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita. «A coloro che hanno manifestato la loro giusta riprovazione e rincrescimento circa
quanto i giornali hanno riferito del funerale di sabato scorso ho confermato che la Chiesa di Torino continuerà a sostenere in ogni modo l’istituto del matrimonio tra un uomo e una donna e ad annunciare il vangelo della famiglia, secondo quanto la Parola di Dio e il Magistero indicano. A coloro che invece si sono rallegrati dell’apertura verso le persone omosessuali – conclude monsignor Nosiglia - ho assicurato che la Chiesa di Torino continuerà a promuovere con saggezza ed equilibrio i suoi percorsi di accoglienza e di accompagnamento per le persone omosessuali che lo desiderano, come per ogni altra persona che vive situazioni particolari di vita coniugale, come i separati, conviventi, divorziati e divorziati risposati. Questo per non escludere nessuno e sostenere tutti sulla via della accoglienza del Vangelo e l’incontro con il Signore, e sperimentare la tenerezza materna della Chiesa, a cui ci ha invitato con forza papa Francesco nella sua visita a Torino lo scorso 21 giugno 2015».

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