sabato 9 marzo 2013
In una nota Cei tutte le indicazioni per chi è intollerante al glutine. Dopo il caso della bimba di Brescia apparsa su qualche giornale Avvenire si propone di fare chiarezza. Nel 2001 l’Ufficio liturgico nazionale ha individuato delle ostie con la quantità minima della proteina e valide per la consacrazione, senza danni per chi soffre di celiachia.
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Non c’è alcun ostacolo alla partecipazione dei celiaci alla comunione con il pane eucaristico: la questione è stata chiarita ormai da più di undici anni dall’Ufficio liturgico nazionale. Esistono, infatti, delle ostie «a contenuto minimo di glutine», che non sono nocive per chi soffre di questa malattia e che mantengono le caratteristiche necessarie per rendere valida la loro consacrazione. Per fare luce su questa delicata questione l’Ufficio liturgico il 18 ottobre 2001 pubblicava un comunicato con il quale invitava i parroci a informarsi «sulla celiachia e sui disturbi che provoca» e a procurarsi, se necessario, «le ostie confezionate con amido di frumento contenente una quantità minima di glutine e perciò idonee per la comunione dei celiaci».
I termini della questione: la presenza del glutine«In questi ultimi anni – si legge nel documento del 2001 – è notevolmente aumentato in Italia il numero di fedeli affetti da celiachia, patologia che determina un’intolleranza assoluta al glutine, sostanza proteica contenuta nel frumento e in alcuni altri cereali». Chi vive questa condizione, deve «in modo permanente e tassativo astenersi dal mangiare alimenti che contengono, anche in misura molto ridotta, del glutine», poiché «non esistendo per il momento farmaci curativi». Ciò significa che i celiaci non possono accostarsi alla Comunione eucaristica, «in quanto le ostie utilizzate comunemente nella celebrazione dell’Eucaristia sono prodotte con farina di frumento e di conseguenza contengono glutine». Questo problema si scontra con la necessità che il pane usato per la consacrazione sia ottenuto da farina di frumento, che i prodotti con totale assenza di glutine eliminano. L’uso di questi ultimi prodotti, però, solleverebbe una questione teologica rilevante aprendo a possibili deviazioni nella scelta della «materia» per le specie eucaristiche. La necessità che ciò che si consacra sia davvero pane fatto con frumento, d’altra parte, è stata ribadita in diversi interventi della Congregazione della dottrina della fede. Il 19 giugno 1995, rispondendo a delle richieste di chiarimento sulle disposizioni date il 29 ottobre 1982, il Dicastero vaticano inviava ai presidenti delle Conferenze episcopali una lettera. In particolar modo la Congregazione ricordava che le ostie nelle quali il glutine sia completamente assente non sono valide per l’Eucaristia. Sono richieste, infatti, delle «ostie nelle quali è presente la quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione». I celiaci, però, possono accostarsi alla comunione ricevendo ostie «a contenuto minimo di glutine, tale in ogni caso da non nuocere alla salute». In un primo momento, però, non essendo disponibili prodotti che soddisfacessero tali caratteristiche, i celiaci potevano partecipare alla comunione solo bevendo il vino dal calice. Una soluzione di fatto non adatta per le persone astemie o per i bambini.
La soluzione approvata dall’Associazione celiaciLa soluzione è arrivata grazie all’interessamento dell’Associazione italiana celiaci (Aic). «Si è così appreso – si legge nel comunicato Cei – che vengono prodotte ostie di frumento contenenti una quantità di glutine decisamente bassa, attestata da indagine di laboratorio, che, pur permettendo la panificazione (e ciò le rende materia valida per la consacrazione), non rende le ostie nocive alla salute dei celiaci». Il risultato di questa ricerca è stato comunicato alla Congregazione per la dottrina della fede, che ha approvato questa via, ritenendola conforme «alle disposizioni in ordine alla materia valida per la consacrazione e ai necessari parametri che salvaguardino la salute del fedele celiaco». L’Ufficio liturgico nazionale Cei, quindi, facendo da tramite tra le disposizioni del Dicastero vaticano e le Chiese locali, ha fornito alcune indicazioni pratiche. A partire dalla raccomandazione, rivolta ai parroci, a informarsi sulla celiachia e a «conoscere i propri parrocchiani celiaci aiutandoli perché siano alleviatele difficoltà e i disagi che incontrano nella vita quotidiana e nella partecipazione all’Eucaristia». Una particolare attenzione, poi, con il coinvolgimento dei catechisti, è richiesta nei confronti dei bambini celiaci. La nota Cei, inoltre, indica con precisione quali sono le ostie – prodotte da una ditta tedesca con sede a Miltenberg am Main – che, rendendo valida la consacrazione, rispondono ai criteri per i celiaci: si tratta di particole confezionate con amido di frumento di tipo Cerestar. Vengono, inoltre, indicati due punti vendita in Italia che importano queste ostie: uno con sede a Udine e l’altro a Brescia.
Le indicazioni pratiche per le celebrazioniAltre precise indicazioni, infine, vengono fornite nella modalità con devono essere trattate e conservate le ostie, le quali andranno sempre – prima, durante e dopo la consacrazione – tenute separate dalle altre. In particolare chi le prepara dovrà avere cura di lavarsi le mani se prima ha toccato le ostie normali e così anche chi le distribuisce. Per la consacrazione e la conservazione nel tabernacolo, inoltre, andrà usata una pisside chiusa, distinta dalle altre e ben riconoscibile. Stesse attenzioni vanno riservate al calice con il vino nel caso in cui sia prevista la comunione sotto le due specie e quando i celiaci partecipano alla comunione al calice.
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