martedì 25 ottobre 2011
«L'abbattimento delle frontiere», «i processi di globalizzazione», «le migrazioni, interne o internazionali», chiamano «la Chiesa a una nuova evangelizzazione». È questo il fulcro del messaggio preparato da Benedetto XVI per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO
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«L'abbattimento delle frontiere», «i processi di globalizzazione», «le migrazioni, interne o internazionali», chiamano «la Chiesa a una nuova evangelizzazione». Mantenendo fermo l'impegno verso i rifugiati che chiedono asilo, di fronte ai quali gli Stati devono superare «timori» ed evitare «forme di discriminazione». È questo il fulcro del messaggio preparato da Benedetto XVI per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, un appuntamento che sta per compiere un secolo.Infatti, quella che ricorre il 15 gennaio - e che è stata presentata oggi, diffondendo i contenuti dell'intervento del Papa - sarà la 98esima Giornata del migrante. Nel corso di questi quasi cento anni il mondo è profondamente cambiato e le stesse proporzioni delle migrazioni sono mutate radicalmente, assumendo enormi dimensioni. Ma al di là dei numeri, c'è un fenomeno culturale che preoccupa Benedetto XVI. «Il nostro tempo - avverte il Papa - è segnato da tentativi di cancellare Dio» e anche «i migranti che hanno conosciuto Cristo» nel loro Paese d'origine, spesso sono spinti a dimenticarlo e «a perdere il senso della fede». Per queste servono una nuova evangelizzazione e «nuove strategie pastorali».In primo piano resta la difesa di quanti «fuggiti da persecuzioni, violenze e situazioni che mettono in pericolo la loro vita, hanno bisogno della nostra accoglienza, del rispetto della loro dignità umana e dei loro diritti, nonchè della consapevolezza dei loro doveri». Di fronte ai rifugiati - è l'appello del Papa, gli Stati e la comunità internazionale sono chiamati all'accoglienza, «superando timori e evitando forme di discriminazione». Così come particolare attenzione va riservata ai lavoratori migranti, alle loro famiglie, agli studenti stranieri, abbattendo «difficoltà burocratiche, disagi nella ricerca dell'alloggio e di strutture di accoglienza».Su questi aspetti si sono soffermati, nel presentare il messaggio del Papa, monsingnor Antonio Maria Vegliò, monsignor Joseph Kalathiparambil e padre Gabriele Ferdinando Bentoglio, rispettivamente presidente, segretario e sotto-segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti. Citando i dati del rapporto 2010 sulle migrazioni dell'Organizzazione mondiale per le migrazioni, Vegliò ha ricordato che i Paesi che hanno «accolto» il maggior numero di migranti negli ultimi anni sono gli Stati Uniti, la Federazione Russa, la Germania, l'Arabia Saudita, il Canada, la Francia, il Regno Unito e la Spagna.
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