mercoledì 28 dicembre 2022
Nell'anniversario Messa del vescovo di Annecy Le Saux. Celebrazioni e preghiere delle suore visitandine, che creò nel 1610. Le iniziative della famiglia salesiana di don Bosco
Un dipinto che ritrae san Francesco di Sales, morto 400 anni fa

Un dipinto che ritrae san Francesco di Sales, morto 400 anni fa - Archivio

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«Il nostro Dio è il Dio della gioia». «Camminate nella pace: mettete la vostra mano in quella di Dio e fate tutto insieme a Lui». «Vi raccomando soprattutto lo spirito di dolcezza, che rapisce il cuore e conquista le anime». «Fate tutto per amore, nulla per forza». Così insegnava san Francesco di Sales (1567 – 1622), il grande dottore della Chiesa che si spense a Lione esattamente quattrocento anni fa, il 28 dicembre 1622. Di nobili origini, rinunciò alla brillante carriera che suo padre desiderava per lui come avvocato e senatore del ducato sabaudo, per darsi tutto a Dio. Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1593, chiese di essere inviato a predicare proprio dove tutti temevano di andare, nella zona del Chablais.

Nella Francia devastata dalle guerre di religione, si distinse per la mansuetudine e la volontà di dialogare con i protestanti e con lo stesso Teodoro di Beza, il successore di Giovanni Calvino. Missionario instancabile, diffuse le sue meditazioni scrivendole su dei fogli volanti che lui stesso diffondeva, affiggendoli in luoghi pubblici e facendoli scivolare sotto gli usci delle case. Per questa attività pubblicistica è stato proclamato patrono dei giornalisti.

Nominato vescovo di Ginevra, fu pastore zelante e generoso. Intelligente esponente dell’umanesimo cristiano e profondo conoscitore dell’animo umano, ci ha lasciato un gran numero di scritti, raccolti in ventisette tomi. Tramite i suoi insegnamenti e il suo esempio, ha segnato con un’impronta indelebile la storia della spiritualità, anticipando genialmente alcuni temi del Concilio Vaticano II, come quello dell’universale vocazione alla santità esposto nel quinto capitolo della Lumen gentium.

Assieme a santa Giovanna Francesca Frémiot di Chantal (1572 – 1641), nel 1610 creò la Congregazione della Visitazione di Santa Maria. Nella Basilica annessa al monastero visitandino di Annecy, oggi si celebra solennemente la chiusura dell’Anno giubilare proclamato per ricordare i 400 anni dalla morte del fondatore. Alle 10 il vescovo di Annecy, Yves Le Saux, celebra la Messa, mentre nel corso dell’intera giornata prosegue l’adorazione, e alla sera si tiene la preghiera dei vespri.

In tutti i 137 monasteri della Visitazione sparsi nel mondo, si vive questo importante anniversario nella preghiera. Nel periodo giubilare, iniziato lo scorso 24 gennaio, le claustrali visitandine hanno organizzato molteplici eventi, liturgie, pellegrinaggi, conferenze, concerti. In particolare, in Francia è stata proiettata la prima del film biografico: «1622, à force d’aimer»; in ognuno dei monasteri della Federazione della Visitazione del Nord- Italia è giunta la reliquia del cuore del santo che quindi è stata esposta alla venerazione orante delle monache e dei fedeli. Inoltre, numerose iniziative sono state animate dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, le congregazioni fondate da san Giovanni Bosco (1815 – 1888) che, fin dagli inizi del suo sacerdozio, fece il proposito di «farsi guidare in ogni cosa dalla carità e dolcezza di san Francesco di Sales».

Il rettor maggiore, don Angel Fernàndez Artime, ha chiesto a tutta la Famiglia Salesiana di dedicare quest’anno ad approfondire la conoscenza del vescovo savoiardo. Molto partecipato il convegno internazionale organizzato lo scorso novembre dall’Università Pontificia Salesiana su «San Francesco di Sales: posterità, spiritualità, pedagogia». Presso il Museo Casa don Bosco, a Torino Valdocco, prosegue fino al prossimo 15 gennaio la mostra «Francesco di Sales 400», affascinante percorso fra opere d’arte, stampe, libri antichi, tessuti e oggetti che aiutano a conoscere il santo e a capire il contesto culturale e religioso in cui agì. Fra l’altro, si possono vedere alcuni suoi scritti autografi, dei paramenti sacri da lui indossati e il ritratto ad olio del 1618, realizzato quattro anni prima della sua morte, che ci permette di conoscere il suo vero aspetto.

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