sabato 14 giugno 2025
Il giovane congolese di 26 anni era volontario nel suo paese per la Comunità di Sant'Egidio. È stato ucciso in odio alla fede per essersi opposto alla corruzione
Il nuovo beato Floribert Bwana Chui

Il nuovo beato Floribert Bwana Chui

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La più grande piaga dell’Africa è la corruzione. E il giovane congolese Floribert Bwana Chui, funzionario doganale alla frontiera con il Ruanda, ucciso per aver detto no a una bustarella di 3.000 dollari per non rovinare le vite dei poveri, domenica sera sarà proclamato beato. Floribert, martire dalle “mani pulite” a 26 anni, era attivo da quando era universitario nella Scuola della Pace della Comunità di Sant’Egidio di Goma. A causa della guerra nel Kivu la celebrazione si terrà alle 17.30 nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi e concelebrata dal cardinale di Kinshasa Fridolin Ambongo e dal vescovo di Goma Willy Ngumbi, assieme ad altri rappresentanti della Chiesa congolese. Parteciperanno centinaia di rappresentanti delle Comunità di Sant’Egidio dal Congo e da altri paesi africani con delegazioni provenienti da Asia e America, oltre che dall’Italia e dall’Europa.

Nato in una famiglia benestante il 13 giugno 1981, primo di 11 tra fratelli e fratellastri, Floribert si iscrive a Giurisprudenza perché crede, col proprio impegno, di poter aiutare la gente. «Non sopportava l’ingiustizia. E questo lo portava a schierarsi per i più deboli», ha sottolineato il fratello Trésor.

Quando nella regione dei Grandi Laghi esplode il conflitto etnico che porterà nel 1994 al genocidio in Ruanda, nel Kivu inizia una lunga guerra civile per il controllo e lo sfruttamento delle ricche aree minerarie. Nei primi anni 2000 nella regione si affacciaSant’Egidio che Floribert aveva conosciuto in Ruanda. A Goma inizia a vivere la preghiera della Comunità in parrocchia, aiuta la popolazione colpita dall’eruzione nel 2002 del vulcano Nyiragongo e si impegna nelle Scuole della Pace. Nel 2004 decide di aiutare i maibobo, i ragazzi di strada. Uno di loro, Jonathan, compare nelle testimonianze raccolte dal postulatore don Francesco Tedeschi. «Quando l’ho visto per la prima volta ho avuto paura. Era vestito bene, una persona così di solito non si avvicina ai ragazzi di strada e non gli rivolge la parola. E invece veniva verso di me, quasi mi stesse cercando. Ho pensato che avesse intenzione di farmi del male. Invece si mette a parlare e mi invita alla Scuola della Pace. Non mi fidavo, non ci volevo andare, gliel’ho detto. Ma mi ha colpito la sua insistenza. Non ero della sua famiglia, ma lui veniva a cercarmi, si preoccupava di me». Quando Jonathan gli chiede perché lo aiutasse, Floribert risponde: «Perché per Dio tutti sono uguali». Tanti altri bambini e ragazzi di strada diventano suoi amici.

Laureatosi nel 2006, trova lavoro nell’agenzia delle frontiere a Kinshasa. Torna nell’aprile 2007 a Goma come commissario “alle Avarie”, con l’incarico di intervenire nel caso le derrate alimentari dal Ruanda non abbiano i requisiti per la commercializzazione e il consumo. Ma deve affrontare chi vuole far passare merci avariate e tenta di corromperlo. Come spiegherà Trésor, «gli avevano offerto i soldi, lui aveva rifiutato, lo avevano minacciato. Non avrebbe mai accettato denaro in cambio della vita di qualcuno».

Chiama anche un’amica, suor Jeanne-Cécile Nyamungu, medico chirurgo all’Ospedale di Goma: «Era urgente, diceva, riguardava il suo lavoro. Mi ha chiesto se fosse pericoloso per la vita della gente autorizzare la commercializzazione di generi alimentari già scaduti. Gli ho risposto di sì, il deterioramento mette in moto processi chimici che possono nuocere all’organismo. A quel punto mi ha detto che avevano cercato di corromperlo perché non distruggesse il cibo avariato, gli avevano offerto prima 1.000 dollari fino ad arrivare a 3.000. Ma lui aveva rifiutato, in quanto cristiano non poteva accettare di mettere in pericolo la vita di tanta gente. Ed era stato minacciato».

Sabato 7 luglio 2007 Floribert viene rapito mentre esce da un negozio e costretto a salire su una vettura. Le ricerche sono vane, due giorni dopo viene ritrovato senza vita. Il suo corpo porta i segni delle percosse e di terribili torture. L’autopsia dirà che è morto l’8 luglio, diventato la sua festa nel calendario della Chiesa. Papa Francesco, il 2 febbraio 2023, allo stadio dei martiri di Kinshasa durante la sua visita nella Repubblica Democratica del Congo lo ha ricordato così:

«Floribert Bwana Chui a soli 26 anni venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati che avrebbero danneggiato la salute della gente. Poteva lasciare andare, non lo avrebbero scoperto e ci avrebbe pure guadagnato. Ma, in quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione. Questo è mantenere le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue. Essere onesti è brillare di giorno, è diffondere la luce di Dio, è vivere la beatitudine della giustizia: vinci il male con il bene».

Il suo martirio “in odio alla fede”, legato alla corruzione e al culto del denaro a ogni costo che inquina il futuro del continente, è stato riconosciuto nel novembre 2024 da papa Francesco aprendo la strada alla beatificazione. Un segno di speranza e per la martoriata regione del Kivu e per tutti i giovani africani.

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