mercoledì 25 maggio 2011
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«Siamo molto preoccupati. La decisione dell'azienda è una cosa terribile». Servono «subito soluzioni concrete», l'azienda non può lasciare gli operai a casa perché le cose in Borsa vanno male: le fabbriche «sono anche degli operai, di un intero popolo». Lo ha detto monsignor Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, e arcivescovo di Campobasso-Bojano, intervenendo su One-o-five Live, canale della Radio Vaticana, sulla annunciata chiusura degli stabilimenti Fincantieri di Sestri Ponente e Castellammare di Stabia.«Bisogna intervenire subito prima che sia troppo tardi - ha chiesto a gran voce Bregantini -. La politica deve tornare a farsi più seria e cercare subito soluzioni concrete. E poi  l'azienda non può dire: siccome i conti in Borsa vanno male gli operai li lasciamo a casa. Voglio ricordare che le fabbriche non sono solo degli imprenditori o degli azionisti, ma sono anche di una città, del sindacato, degli operai, di un intero popolo».«In tutto questo - ha aggiunto il presidente del della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro - la Chiesa può fare molto. Da una parte deve stare vicino a chi rischia il lavoro o lo ha già perso, dall'altra può essere un collante nelle trattative tra impresa e sindacato. È già avvenuto molte volte che un vescovo o un prete delegato abbiano aiutato le parti contrapposte a trovare una soluzione. Che molto spesso c'era ma non si voleva adottare».Riguardo alle proteste violente avvenute a Genova e Castellammare di Stabia, monsignor Bregantini non ha dubbi: «Le violenze non sono mai giustificate. Però queste sono comprensibili. Il dolore e la disperazione di questi operai è tanto grande che si arriva a queste forme di protesta che noi non condividiamo ma comprendiamo. Ed è per questo che bisogna stargli vicino in tutti i modi. La Chiesa lo sta già facendo».«E poi - ha concluso monsignor Bregantini - se verrà toccato anche lo stabilimento di Ancona con che spirito potremmo svolgere il prossimo Congresso eucaristico nazionale che si svolge proprio in quella città? Come faremo a celebrare l'Eucaristia in quello specchio di mare con i cantieri navalichiusi? Sarebbe come chiedere il Pane e negarlo allo stesso tempo».
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