sabato 17 novembre 2012
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Contrastare aborto ed eutanasia presentati spesso in modo mascherato, difendere la libertà di coscienza continuano sono le sfide principali per i medici fedeli alla loro missione, specialmente in un Est europeo, un tempo oppresso dal totalitarismo comunista e ora tentato dalle derive laiciste. È la radiografia che emerge nel secondo giorno del convegno "Bioetichs and Christian Europe", organizzato dall’Associazione dei medici cattolici italiani (Amci) in collaborazione con l’analoga Federazione del Vecchio Continente. Il divieto di eutanasia vige in Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia, ha rimarcato Yves-Marie Doublet, per un complesso di 470 milioni di abitanti, mentre circa 28 milioni vivono in Stati nei quali è legalizzata. Ma il britannico Philip Howard ha lanciato l’allarme sul fatto che una ricerca svolta in Olanda ha mostrato che «la sedazione continua e profonda probabilmente è stata usata progressivamente come alternativa all’eutanasia. Infatti l’uso di quest’ultima è diminuita dal 2,6% di tutti i decessi del 2001 all’1,7% nel 2005, mentre la sedazione continua e profonda è passata dal 5,6% al 7,1%.». E Michael Irwin ex presidente della società dell’eutanasia volontaria in Gran Bretagna ha equiparato questo tipo di sedazione terminale con la sospensione di alimentazione idratazione alla «eutanasia lenta» sostenendo che «i medici "compassionevoli" senza dichiarare pubblicamente la vera intenzione delle loro azioni spesso accelerano così il processo del morire». «La somministrazione di idratazione e nutrizione non è una terapia ma un dovere fondamentale della professione medica», ha ribadito Howard citando Giovanni Paolo II, anche quando esse sono fornite con mezzi artificiali sono «un mezzo naturale per difendere la vita». In questa linea il deputato e medico Domenico Di Virgilio è tornato a sollecitare l’approvazione del ddl sulle Dat. I medici, ha affermato Franco Balzaretti parlando della obiezione di coscienza, «restano fermamente convinti della scelta e vocazione di essere custodi e servitori della vita». Per quanto riguarda l’aborto si è constatato il tentativo di diffondere quello realizzato per via farmacologica, una tendenza che, come ha rimarcato il presidente della federazione internazionale dei farmacisti cattolici Piero Uroda, esige che sia difesa della libertà di coscienza di questa categoria. In un quadro più generale un problema critico, come ha messo in rilievo Francesco Ognibene di Avvenire, è «l’inappropriatezza» con cui gran parte dei media trattano di bioetica. Ci si basa su una concezione «ideologica» dell’ autodeterminazione che non ha nulla a che fare con l’esperienza concreta del valore della vita anche in situazione di difficoltà. Una convizione radicata profondamente nell’opinione pubblica ma frustrata spesso dalla assenza di una corrispondente rappresentazione nella stampa ed in tv.
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