mercoledì 16 giugno 2021
Non è un influencer che utilizza i social media per la promozione. Classe 1980, è teologo e scrittore. Il suo ultimo libro è «La pietra scartata. Quando i dimenticati si salvano»
Don Luigi Maria Epicoco: «Scrivo a me stesso bambino»
COMMENTA E CONDIVIDI

Luigi Maria Epicoco è uno dei sacerdoti più ricercati del web. I video delle sue conferenze contano migliaia di visualizzazioni. Eppure non è un influencer che utilizza i social media per la promozione. Classe 1980, è teologo e scrittore. Accompagna molte persone in percorsi spirituali, ne porta molte altre a iniziare il cammino, spesso inconsapevolmente, attraverso discorsi o riflessioni che qualcuno registra e mette in rete. «Non ho iniziato a lavorare sui social con l’intento di divulgare. Ero parroco a L’Aquila nella parrocchia universitaria e dopo il terremoto del 2009 i miei ragazzi erano sparsi per ogni dove. Per raggiungerli ho aperto un primo profilo Facebook: dopo aver celebrato la Messa (spesso da solo), scrivevo e condividevo qualche riga sul Vangelo del giorno. E poi, sempre pensando ai ragazzi, ho iniziato a registrare piccoli video per la domenica, che qualcuno ha raccolto insieme alle registrazioni degli incontri e dei seminari cui partecipavo. Tutto è diventato virale, e molti hanno iniziato a seguire. Il merito, però, non è il mio: è il Vangelo a essere virale perché intercetta ancora il cuore, continua a essere attuale, tocca l’umanità nel profondo».

Il suo nuovo libro si intitola La pietra scartata. Quando i dimenticati si salvano (San Paolo), dove l’essenzialità dei “non protagonisti” per realizzare la storia della salvezza invita, per trovare Dio, a guardare nelle pieghe della storia e nei dettagli del quotidiano. Qui a fare la differenza sono le piccole cose non preventivate, che sorprendono e obbligano a fare i conti con se stessi: «Cristo non è figlio di persone conosciute ma di povera gente, e tutta la sua vita è un prendere dalla periferia, partendo dai margini e ponendoli al centro. Questo metodo, con cui Gesù procede nella vita e nell’annuncio del Vangelo, è vero anche nella vita spirituale. Per cui è indispensabile avere la capacità di mettere al centro dell’esistenza ciò che normalmente lasciamo ai margini».

Don Epicoco, che oggi insegna Filosofia alla Pontificia Università Lateranense e all’Issr “Fides et Ratio” dell’Aquila – ne è anche direttore – ha scritto oltre trenta libri, molti dei quali tradotti all’estero: «È sopratutto materiale raccolto on the road. La maggior parte dei testi – spiega – sono appunti di incontri, conferenze, esercizi spirituali. Provengo da una famiglia cristiana non praticante, da piccolo ero l’unico che frequentava l’ambiente cristiano e ho dovuto cercare di rendere semplici cose difficili per capirle. Anche oggi, quando scrivo, mi rivolgo a me bambino».

Ogni giorno nella sua casella di posta elettronica arrivano decine di messaggi. Alla base c’è sempre una richiesta di senso: «Sono le domande attraverso le quali ognuno cerca se stesso, il proprio posto nel mondo. C’è una grande sete di spiritualità, approcci new age individualisti ed emotivi trovano terreno fertile, ma la fede cristiana è diversa, perché privilegia l’ottica del dono e rispetto al riempimento del proprio vuoto esistenziale. Veniamo educati dalla società a vivere secondo i nostri bisogni, ad aumentare i consumi, mentre dovremmo seguire i nostri desideri, guardandoci bene dentro. Non esiste una tecnica, non è possibile scrivere manuali. Io provo semplicemente a offrire mappe esperienziali».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: