venerdì 29 maggio 2020
Il contributo straordinario - dai fondi dell'8 per mille - sosterrà persone e famiglie in situazioni di povertà, enti e associazioni impegnate nell'emergenza e enti ecclesiastici in difficoltà
La piazza principale di Codogno, tra le città più colpite dall'epidemia

La piazza principale di Codogno, tra le città più colpite dall'epidemia - Ansa

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La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana dà un contributo straordinario a quelle diocesi più colpite dal coronavirus il cui territorio è stato definito dalle Autorità pubbliche zona arancione o zona rossa. Si tratta di oltre 10 milioni di euro, provenienti dai fondi dell'otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica e recuperati dalla finalità a cui erano stati destinati, essenzialmente l'edilizia di culto.

"L'ammontare del contributo è stato calcolato secondo il criterio dell'entità della popolazione, incrociato col rispettivo numero di contagiati alla data del 25 aprile 2020. Anche questo stanziamento - spiega la Cei - è finalizzato per sostenere persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, enti e associazioni che operano per il superamento dell'emergenza provocata dalla pandemia, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà".

"La Chiesa italiana - ricorda la Presidenza della Cei -, è 'Chiesa di popolò e cerca d'incontrare i bisogni della popolazione, da qualsiasi parte provengano. Anche questa forma di partecipazione alla sofferenza del momento esprime la comunione tra le diocesi, tutte - da Nord a Sud - 'sulla stessa barca', come ha ricordato il Santo Padre il 27 marzo in piazza San Pietro".

L'erogazione avverrà il 3 giugno e impegna a un utilizzo di tali risorse entro il 31 dicembre 2020; la rendicontazione - che dovrà essere inviata alla Segreteria Generale della Cei entro il 28 febbraio 2021 - si atterrà al dettato concordatario (Legge 222/85) e ai criteri di trasparenza, rafforzati dall'Assemblea Generale del maggio 2016.


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