sabato 2 febbraio 2019
È morto Gaetano Puglisi, 88 anni, ancora segnato dalla morte del prete beato ucciso dalla mafia. Lo aveva aiutato negli studi in Seminario
Il Papa con Gaetano Puglisi a Brancaccio

Il Papa con Gaetano Puglisi a Brancaccio

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Da bravo fratello maggiore aveva sostenuto economicamente gli studi in Seminario del fratello minore che, pochi mesi dopo essere stato ordinato sacerdote, aveva avuto il privilegio di benedire le sue nozze. Se n’è andato all’età di 88 anni Gaetano Puglisi, il più grande dei fratelli del beato don Pino Puglisi, il prete martire ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993.

Un rapporto di profondo affetto e di grande complicità, spezzato da quel colpo di pistola alla nuca sparato in piazza Anita Garibaldi a Palermo, di fronte all’abitazione di famiglia. In quello stesso luogo il 15 settembre scorso Gaetano e il fratello Franco, con le rispettive famiglie, hanno avuto la gioia di incontrare papa Francesco in visita nel luogo del martirio di padre Puglisi e alla sua casa- museo.

Uno scambio di sguardi e di sorrisi, che resterà nel cuore di ciascuno dei familiari del sacerdote. «Gaetano ha già riabbracciato don Pino, il fratello che tanto in vita ha pianto da quando la mafia lo uccise», commenta Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro fondato dallo stesso padre Puglisi per tradurre il Vangelo in promozione umana e sociale a Brancaccio. Un Centro di cui Gaetano era socio assieme al fratello Franco. «Ora – aggiunge Artale – avrà più tempo per giocare e mangiare con Nicolino, un altro fratello morto all’età di 15 anni per una malformazione al cuore. Nessuna suora gli potrà tagliare la corda con cui lui gli portava da mangiare in ospedale di nascosto, come Gaetano stesso raccontò agli operatori e ai volontari del centro».

Gaetano, esperto meccanico, lascia la moglie Giacoma, sposata nel 1960, con cui ha avuto tre figli. Ha sempre vissuto in provincia di Trapani, tra Castelvetrano e Selinunte, dove aveva una casa estiva in cui il fratello don Pino organizzava periodi di vacanza, colonia, campo estivo e ritiro spirituale per i giovani che seguiva a Palermo. Ma Selinunte è anche il luogo in cui padre Puglisi trascorreva il suo breve riposo estivo, nei giorni vicini al Ferragosto, il rifugio familiare in cui passò gli ultimi giorni dell’estate 1993 prima di tornare a Palermo e, poco dopo, essere ucciso. Nel libro scritto da Fulvio Scaglione ( Padre Pino Puglisi. Martire di mafia per la prima volta raccontato dai familiari, San Paolo), Franco Puglisi racconta il dolore straziante che Gaetano aveva ancora nel suo cuore per Pino, ma anche la tempra del capofamiglia e l’umorismo che lo accomunava al fratello beato. I funerali si terranno stamani nella chiesa madre di Castelvetrano, in provincia di Trapani.

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