giovedì 3 novembre 2016
La celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Sodano. L'antica chiesa ai Fori Imperiali per 231 giorni ha ospitato l’icona della Madonna del Conforto.
Il cardinale Sodano mentre celebra la Messa in Santa Maria Antiqua

Il cardinale Sodano mentre celebra la Messa in Santa Maria Antiqua

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Per 231 giorni, precisamente dallo scorso 15 marzo, l’icona della Madonna del Conforto, uno dei più antichi dipinti bizantini conservato a Roma è tornata a “casa” riprendendo il suo antico posto nella chiesa di Santa Maria Antiqua, alle pendici del colle Palatino, all'interno dei Fori Imperiali. E proprio davanti all'icona all'interno dell'antica chiesa, lunedì 31 ottobre, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, ha celebrato la Messa, la prima dopo 1.169 anni. Al termine della Messa il più antico dipinto bizantino di Roma è tornato, in processione, nella sacrestia della Basilica di Santa Francesca Romana, o Santa Maria Nova, retta da monaci benedettini olivetani, dove è abitualmente conservata.

L'omelia di Sodano

«Alla vigilia della festa di tutti i Santi ci troviamo riuniti in questo luogo impareggiabile del Foro Romano per stringerci attorno a un’icona unica al mondo – ha detto il cardinale Sodano, tra l’altro titolare della chiesa di incastonata all’interno dei Fori imperiali-. Quegli occhi grandi che contempliamo sembrano fissarci con amore e quelle mani che sorreggono il Bambino Gesù ci parlano della sua grandezza materna. Maria è la Regina di tutti i Santi ed è quindi giusto onorarla particolarmente in questo giorno di festa in cui vogliamo anche ricordare quella moltitudine di uomini e donne che qui a Roma sono stati all’origine di questa Chiesa meravigliosa, che oggi stende i suoi rami sul mondo intero, e che qui diedero anche prova del martirio».


L'icona nella sua prima "casa"

Originariamente l’imago della Madonna con Bambino era custodita proprio a Santa Maria Antiqua, uno dei più antichi luoghi di culto cattolico dedicato alla Vergine rimasto sepolto per più di mille anni sotto le macerie del terremoto dell’847. Recuperata, fu portata nella Basilica di Santa Maria Nova, fatta costruire da Papa Leone IV. Per secoli se ne persero le tracce. Fu il restauratore Pico Cellini, nel 1950, a ritrovarla mentre lavorava al restauro del mosaico del dodicesimo secolo che si trova sull’abside della Basilica di Santa Francesca Romana. Si racconta che il ritrovamento dell’icona fu motivo di conversione per il restauratore che ogni domenica si recava nella Basilica di Santa Francesca Romana per ammirarla e
“presentarla” ai fedeli.

Nel marzo scorso si è svolta la prima processione organizzata dopo due secoli attraverso la via sacra per portare l’icona a Santa Maria Antiqua. Tantissimi i romani e i turisti che in questi sette mesi hanno potuto ammirarla in un sito rimasto impraticabile per decenni a causa di lavori di restauro. «Oggi non possiamo non pensare ai terremotati del centro Italia – ha affermato il rettore di Santa Francesca Romana, il benedettino Vincenzo Patella – ma la speranza è che rinasca una vita migliore per tutti. È possibile farcela, si può resuscitare, tornare ad una vita nuova. La Madonna ci spinge a questa speranza».


Uno dei più antichi dipinti bizantini

L’icona, che nel Medioevo era stata più volte portata in processione per la via sacra dei Fori Imperiali, è alta 132 centimetri e larga 97. Rappresenta i volti a encausto ( si tratta di un’antica tecnica pittorica) della Madonna e del Bambino: la Vergine ha Gesù sul braccio destro e lo indica con il sinistro ed è del tipo
Odigitria (colei che indica in Gesù la salvezza).

Per il soprintendente ai Beni archeologici di Roma Francesco Prosperetti è stato «un orgoglio riaprire il sito proprio nell’Anno Santo della misericordia e ricostruire così le vicende di santa Maria Antiqua, luogo
straordinario e perduto per secoli ma che era la saldatura tra impero e cristianesimo».

Ecco un video realizzato e trasmesso sull'icona "Madonna del Conforto" da Tv2000: nel filmato la storica dell’arte Maria Andaloro spiega l’importanza del ritorno dell’immagine nella basilica romana del Palatino dove era inizialmente custodita.


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