Il Papa al Verano: «Cristo ha sconfitto la morte»
di Agnese Palmucci, Roma
Nella Messa per la commemorazione dei defunti, al cimitero di Roma, Leone XIV ha ricordato davanti ai 2mila fedeli presenti che la speranza cristiana «non è un'illusione» ma «guardare avanti verso il porto sicuro che Dio ci ha promesso».

«Ogni giorno, in tutto ciò che viviamo» la memoria dei cari defunti «è viva». È risuonata con forza e tenerezza la voce di papa Leone XIV, nella Messa di ieri pomeriggio, tra le luci delle tombe del cimitero del Verano, a Roma. «Nel giorno della morte essi ci hanno lasciato, ma li portiamo sempre con noi nella memoria del cuore», ha aggiunto, davanti ai circa 2mila fedeli, riuniti all’ingresso monumentale del campo santo, per la celebrazione eucaristica nel giorno della commemorazione dei defunti, presieduta dal Pontefice.
Nella vita quotidiana, «spesso c’è qualcosa che ci rimanda a loro», immagini, luoghi, «perfino i profumi delle nostre case», ha ricordato Prevost. Una “memoria” che per i cristiani, però, non deve essere solo un semplice “ricordo” ma «speranza che non delude». La fede cristiana, infatti, «fondata sulla Pasqua di Cristo», ha ribadito il Papa, «ci aiuta infatti a vivere la memoria» anche e soprattutto «come una speranza futura». Non è tanto «un volgersi indietro», o «un’illusione che serve a placare il dolore per la separazione dalle persone amate» ma piuttosto «un guardare avanti verso la mèta del nostro cammino, verso il porto sicuro che Dio ci ha promesso, verso la festa senza fine che ci attende». Con la Messa di ieri, concelebrata dal cardinale Vicario di Roma, Baldo Reina, Leone XIV ha proseguito nel solco di Francesco la tradizione di celebrare l’Eucarestia del 2 novembre in un cimitero della città, accanto agli anziani e alle famiglie.
La speranza dei cristiani, dunque, che va oltre la morte, «è quella fondata sulla risurrezione di Gesù, che ha sconfitto la morte e ha aperto anche per noi il passaggio verso la pienezza della vita», ha ricordato il Papa, che entrando al cimitero aveva posto un mazzo di rose bianche sulla tomba di una famiglia. E la meta finale, «il banchetto attorno a cui il Signore ci radunerà», sarà «un incontro d’amore». Proprio per questo, ha continuato, «solo quando viviamo nell’amore e pratichiamo l’amore gli uni verso gli altri», in particolare verso i più fragili e i più poveri, «noi camminiamo verso la méta e la anticipiamo, in un legame invincibile con coloro che ci hanno preceduto». È solo la carità «che vince la morte» e «nella carità Dio ci radunerà insieme ai nostri cari». Solo se camminiamo nell’amore, ha esortato Prevost, «la nostra vita diventa una preghiera che si eleva e ci unisce ai defunti, ci avvicina a loro, nell’attesa di incontrarli nuovamente nella gioia dell’eternità».
Certamente il dolore dell’assenza resta nel cuore, ha concluso Leone, ma guardare al Cristo Risorto aiuta a pensare «ai nostri cari defunti come avvolti dalla sua luce», consapevoli della promessa di Gesù. Egli «eliminerà la morte per sempre», egli «l’ha sconfitta per sempre aprendo un passaggio di vita eterna nel tunnel della morte», ha concluso il Vescovo di Roma, e «quando lo incontreremo, al termine di questa vita terrena, gioieremo con Lui e con i nostri cari che ci hanno preceduto». Rientrato in Vaticano dopo la celebrazione, poi, papa Leone si è soffermato in preghiera per i Pontefici defunti nelle Grotte della basilica di San Pietro.
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