Riflessione, fraternità e preghiera: come sarà il primo Concistoro di Leone
Si terrà il 7-8 gennaio, appena chiuso il Giubileo della speranza: il confronto con il Collegio cardinalizio era una delle "indicazioni" emerse dalle Congregazioni prima del Conclave. Intanto il fratello del Papa racconta la sua vita da Pontefice: «Si alza prima delle sei, studia il tedesco con Duolingo e gioca ancora a tennis»

Era stata una delle “indicazioni” scaturite nelle Congregazioni generali che avevano preparato il Conclave: chiedere al futuro Papa di tornare a consultare in maniera regolare il Collegio cardinalizio, come poche volte era accaduto negli anni di Francesco. A poco più di sei mesi dall’elezione di Robert Francis Prevost al soglio di Pietro, viene ufficializzata la convocazione del primo Concistoro straordinario del pontificato di Leone XIV. Si terrà il 7 e l’8 gennaio, appena dopo la conclusione del Giubileo della speranza che terminerà il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, con la chiusura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro.
«L’incontro – spiega una nota della Sala Stampa vaticana – si svolgerà nell’arco di due giornate e sarà caratterizzato da momenti di comunione e di fraternità, nonché da tempi dedicati alla riflessione, alla condivisione e alla preghiera. Tali momenti saranno orientati a favorire un discernimento comune e ad offrire sostegno e consiglio al Santo Padre nell’esercizio della sua alta e gravosa responsabilità nel governo della Chiesa universale». Quarantotto ore di dialogo e confronto su temi che possono essere ricavati dall’agenda dei primi mesi di pontificato di Leone XIV. «Il Concistoro si colloca nel contesto della vita e della missione della Chiesa – ricorda la Santa Stampa – e intende rafforzare la comunione tra il Vescovo di Roma e i cardinali, chiamati a collaborare in modo particolare alla sollecitudine per il bene della Chiesa universale». Ad oggi sono 245 i cardinali, di cui quelli elettori – ossia con meno di 80 anni – sono 126. In 110 arrivano dall’Europa, 37 dall’Asia, 38 dall’America Latina, 28 dall’Africa, 27 dal Nord America e 4 dall’Oceania.
«Leone farà ciò che deve fare, indipendentemente da quanto pensa la gente. A guidarlo è lo Spirito Santo, mi ha detto. Parlerà con tutti, ma compirà le sue scelte in maniera autonoma e sotto la sua responsabilità», racconta il fratello del Papa, John Prevost, in una lunga intervista alla testata americana National Catholic Reporter dalla sua parrocchia a New Lenox, cittadina nell’Illinois. Intervista che esce a pochi giorni dal primo Natale da Papa di Prevost. E svela alcuni tratti personali del Pontefice. «Si alza ancora prima delle sei. E può accadere che, se si sveglia nel cuore della notte, giochi a “Words with Friends”». Il riferimento è al videogioco dove i giocatori assemblano parole in stile cruciverba. «E se gli chiedo: “Perché giochi alle tre di notte?”, lui mi risponde: “Perché non riuscivo a dormire”». È stato anche registrato un accesso a “Duolingo” alle tre del mattino, l’applicazione per imparare le lingue online. «Non ne dubito perché Robert sta studiando il tedesco», confida il fratello.
Eppure, aggiunge John, «si è proposto di andare a letto a un’ora ragionevole. Gioca a tennis quando va a Castel Gandolfo. Una volta che sarà completata la ristrutturazione dell’appartamento nel Palazzo Apostolico, spera di poter mettere alcune attrezzature da palestra in modo da allenarsi anche lì». Lo sport rimane una sua passione. «Guarda sempre il calcio, anche adesso. Invece segue il baseball soprattutto attraverso i giornali». Poi John fa sapere: «C’è un gruppo di agostiniani in Vaticano. Ed è con loro che pranza». La cena è per lo più con il suo segretario, monsignor Edgard Iván Rimaycuna Inga. «Se non hanno tempo di cucinare perché è arrivato tardi, mangiano panini al burro di arachidi o una ciotola di cereali. Altre volte cucinano cibo normale». E la mente di John torna agli anni di “padre Bob” come missionario in Perù. «È stato colpito dalla povertà. E ancora oggi ha una particolare attenzione verso gli ultimi ma anche verso coloro che non hanno voce nel mondo. E fra i suoi intenti da Papa ritengo che ci sia anche quello di far giungere il loro grido».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Temi






