Più spazio ai laici, pastorale digitale e parrocchie “ripensate”: le proposte del Cammino sinodale
di Giacomo Gambassi, Roma
Diffuso il Documento di sintesi di quattro anni di confronto fra le diocesi italiane. Il testo sarà votato dall'Assemblea sinodale del 25 ottobre e poi sarà sottoposto ai vescovi, che individueranno le priorità pastorali per i prossimi anni

Dalla «pastorale digitale» alla «riflessione» sulla revisione dei testi liturgici per renderli più «comprensibili». Dalla possibilità di «affidare ai laici la guida e l’animazione di celebrazioni non eucaristiche e la predicazione» alle Commissioni Cei in cui accanto ai vescovi siedano anche i laici. Dai nuovi itinerari d’Iniziazione cristiana all’ipotesi della nascita di «comunità di comunità» al posto delle unità pastorali. Dai percorsi di educazione alla pace alla promozione di forme etiche di risparmio. Sono «proposte» che sollecitano una «conversione» missionaria della Chiesa italiana quelle contenute nel Documento di sintesi che raccoglie i frutti di quattro anni del Cammino sinodale italiano. «Proposte», secondo la definizione tecnica, che verranno votate nell’Assemblea sinodale in programma sabato 25 ottobre a Roma dove si ritroveranno circa mille delegati da tutta la Penisola. «Proposte» che, dopo il via libera, verranno consegnate nelle mani dell’episcopato italiano. Perché, come si legge nel Documento stesso, «il testo non è il punto d’arrivo» ma «un punto di partenza: spetterà ai vescovi individuare percorsi e organismi capaci di sostenere il cammino che si apre» indicando le priorità e le prospettive pastorali per i prossimi anni.

Il Documento, che è stato diffuso questa mattina dalla Cei, è già stato affidato ai delegati delle diocesi che, attraverso un confronto nelle regioni ecclesiastiche, possono a loro volta portare un loro contributo. E arriva dopo quanto accaduto nella seconda Assemblea sinodale che si era tenuta dal 31 marzo al 3 aprile quando il Consiglio permanente aveva ritirato il testo delle proposizioni da far approvare, ascoltando «un laicato maturo» e il «dibattito libero che ha dato vita a un dissenso costruttivo», è scritto nell’attuale sintesi. Una sintesi che recepisce gli emendamenti emersi nel grande incontro della scorsa primavera e che scaturisce da sei mesi di lavoro della presidenza Cei, del Comitato del Cammino sinodale, dello stesso Consiglio permanente e degli organismi della Cei.
Il Documento è il compendio di un “movimento” di ascolto, partecipazione e confronto che ha per protagoniste diocesi, parrocchie, realtà ecclesiali e sociali del Paese e che è stato segnato anche dal cambio di Papa: da Francesco, che nel 2021 aveva chiesto alla Cei di iniziare il Cammino, a Leone XIV che ha già indicato alcune questioni cruciali per la Chiesa italiana (il rinnovamento dell’Iniziatine cristiana, l’impegno per la pace, la verifica sull’accorpamento delle diocesi, la collaborazione fra comunità). Rispetto al Documento presentato ad aprile, quello attuale cambia titolo: da “Perché la gioia sia piena”, ispirato all’Evangelii gaudium di Francesco, a Lievito di pace e di speranza, in cui entrano le dimensioni della pace e della speranza care a Leone XIV e l’immagine del lievito suggerita nella Messa di inizio pontificato. Settantacinque i paragrafi, preceduti da una presentazione e da un’introduzione e seguiti da un’appendice con la storia del Cammino sinodale. Tre le parti: la prima sul “Rinnovamento sinodale e missionario della mentalità e delle prassi pastorali”; il secondo sulla “Formazione sinodale e missionaria del battezzati”; il terzo sulla “Corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità”.

Le proposte - in tutto 124 - sono variegate. Si suggerisce, ad esempio, una «pastorale integrata» che favorisca «forme stabili di collaborazione fra le parrocchie» ma anche di costituire «équipe ministeriali» che «collaborando con il parroco curino l’animazione pastorale e liturgica delle comunità più piccole e la gestione delle chiese». Inoltre si incoraggia la «delega ai laici per sostenere i parroci nella gestione amministrativa». Viene invitata la Cei a chiedere alla Santa Sede di creare «il ministro istituito della cura e dell’ascolto». Sull’apporto femminile una proposizione caldeggia «una effettiva parità di genere nelle possibilità di accesso alla guida degli uffici diocesani e in ruoli di responsabilità pastorale» e un'altra di offrire contributi sul diaconato femminile nell'approfondimento avviato dalla Santa Sede. Nel Documento si sottolinea la necessità di «formare alla maturità della fede», la cura della liturgia, l’«aggiornamento continuo del repertorio dei canti liturgici», la valorizzazione della «Liturgia delle Ore nelle chiese dei centri urbani», il bisogno di avere «accompagnatori della fede degli adulti». Ampio spazio è dedicato all’Iniziazione cristiana: vengono sollecitati orientamenti sulla successione dei sacramenti e sull’età della Cresima, ma anche progetti su «madrine e padrini di comunità» al posto di quelli “classici” e di «sostegno alle famiglie» nell’Iniziazione cristiana.
Viene affrontata la cura delle relazioni. Si propone l’«accompagnamento e integrazione nella vita ecclesiale delle coppie conviventi», l’impegno a «promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori che già appartengono alla comunità cristiana», la valorizzazione di «percorsi di formazione alle relazioni e alla corporeità-affettività-sessualità – anche tenendo conto dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere – soprattutto di preadolescenti, adolescenti e giovani e dei loro educatori», il sostegno con la preghiera e la riflessione alle «giornate promosse dalla società civile per contrastare ogni forma di violenza e manifestare prossimità verso chi è ferito e discriminato (Giornate contro la violenza e discriminazione di genere, la pedofilia, il bullismo, il femminicidio, l’omofobia e transfobia, etc.)». Per i ragazzi si incoraggiano anche «esperienze di vita comune» e di «cittadinanza attiva». Sulla piaga degli abusi si avverte di «collaborare con istituzioni e società civile per il sostegno alle vittime» e per l’«accertamento della verità». Facendo propri alcuni spunti di Leone XIV, le proposte esortano ad avere «percorsi di educazione alla vita e alla nonviolenza», ad adottare «stili di vita sostenibili» e a ricorrere a «energie rinnovabili e solidali». Alle Chiese locali si chiede di essere «testimoni di povertà evangelica» e di avere particolare attenzione alle «aree interne, al lavoro precario, alla sicurezza nel lavoro».

L'Assemblea sinodale del 25 ottobre esprimerà innanzitutto un voto generale sull’introduzione, poi sulla prima parte e sulle proposizioni in essa contenute (55), sulla seconda parte e sulle relative proposizioni (37), sulla terza parte e sulle sue proposizioni (32). Alla fine, verrà espresso un voto generale sull’intero Documento di sintesi. Scopo dell’intero Cammino sinodale – si ricorda nell’introduzione del Documento – è capire «in che modo le Chiese che sono in Italia possono annunciare ed essere testimoni più trasparenti del Vangelo», tenendo conto sia della ricchezza e delle potenzialità ecclesiali presenti nel Paese, sia delle difficoltà. Nel Documento si cita il «calo della partecipazione», i problemi nella «trasmissione della fede tra generazioni», l’allontanamento dei giovani dalla vita della comunità, le «nostalgie clericali», la «ritrosia in ordine all’accesso delle donne a incarichi ecclesiali», gli «individualismi», i «campanilismi». «Solo prendendo concreta coscienza della difficile situazione delle Chiese locali e assumendo un deciso impegno per il loro rilancio sarà possibile avanzare con realismo in questo cammino», si legge nel testo. Il Cammino è cominciato ufficialmente nel maggio 2021 con il via libera dell’Assemblea generale dei vescovi italiani. E ha attraversato tre fasi: quella narrativa, cioè di ascolto, che ha coinvolto più di 500mila persone in 50mila gruppi e una rete di 400 referenti diocesani; quella sapienziale ossia di elaborazione; e quella profetica ancora in corso che ha già visto svolgersi due Assemblee sinodali, mentre la terza è quella fissata per il 25 ottobre.
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