Per il Consiglio d'Europa l'Italia viola i diritti degli insegnanti di sostegno
Il Comitato europeo dei diritti sociali: ci sono miglioramenti, ma ancora troppa precarietà e non sono garantiti i diritti degli alunni con disabilità

L’Italia nega il diritto degli insegnanti di sostegno ad un contratto di lavoro stabile e ad una formazione adeguata alla delicata funzione ricoperta e, allo stesso tempo, viola anche il diritto degli alunni con disabilità ad un’effettiva e compiuta inclusione scolastica e sociale. Lo scrive il Comitato europeo dei diritti sociali, organo del Consiglio d’Europa, accogliendo il reclamo contro l’Italia presentato nel 2021 dal sindacato autonomo Anief. Pur riconoscendo gli sforzi del Governo per migliorare la situazione (come, per esempio, i 50mila insegnanti di sostegno precari confermati nel proprio posto quest’anno per la prima volta), il Comitato ricorda la pesante situazione in cui versa ancora il sostegno scolastico nel nostro Paese.
Sono soprattutto due i dati messi sotto osservazione dal Comitato: l’elevato numero di docenti di sostegno precari (circa il 50% del totale) e l’alta percentuale di insegnanti incaricati seppur privi di specializzazione sul sostegno (il 27% secondo l’Istat). Per queste ragioni, secondo il Comitato europeo dei diritti sociali, l’Italia viola il diritto degli insegnanti di sostegno «a guadagnarsi la vita con un lavoro liberamente intrapreso» perché, appunto, «un’elevata percentuale è assunta con contratti precari» e un terzo circa, come detto, non ha potuto seguire la formazione necessaria per fare questo lavoro.
Contemporaneamente il Comitato, che evidenzia di aver esaminato la situazione fino al 19 marzo 2025, è giunto unanimemente alla conclusione che, proprio per queste problematiche irrisolte, nel Paese è violato anche il diritto a un’istruzione inclusiva degli alunni con disabilità.
Nella decisione il Comitato evidenzia poi che «il Governo riconosce che un gran numero di insegnanti di sostegno hanno un impiego precario», ma che da Roma si «sottolinea che il ricorso a contratti a tempo determinato nel settore dell’istruzione in generale, e nel campo del sostegno in particolare, è in parte inevitabile, data la difficoltà di prevedere in anticipo le esigenze specifiche a causa di numerose variabili quali il numero di alunni con disabilità e bisogni speciali che arrivano e lasciano la scuola, le richieste di trasferimento degli insegnanti, i congedi per malattia, i pensionamenti».
Il Governo italiano, scrive il comitato, «respinge pertanto con forza l’argomentazione secondo cui vi sarebbe una discrepanza tra il numero di posti assegnati e le esigenze effettive».
Nelle sue conclusioni il Comitato europeo dei diritti sociali indica, quindi, che la situazione è migliorata sotto diversi profili, anche quello legislativo, da quando l’Anief ha presentato il ricorso nel 2021. Strasburgo evidenzia che i dati a sua disposizione «dimostrano un impegno significativo da parte del Governo nel soddisfare la richiesta di sostegno per un numero crescente di alunni con disabilità». Facendo riferimento ai dati dell’Istat e quelli forniti dal governo, il comitato scrive che dall’anno scolastico 2010/2011 a quello 2022/2023 gli alunni con disabilità sono aumentati del 243%, passando da 139mila a 338mila e il numero degli insegnanti di sostegno è cresciuto del 248%, aumentando da 94.430 a 234.460.
«Tuttavia – osserva sempre il Comitato – questo aumento degli insegnanti di sostegno è in gran parte dovuto a un forte incremento dei contratti a tempo determinato, passati dal 4,19% nel 2010/2011 al 46,18% nel 2023/2024».
Strasburgo evidenzia anche di aver messo in conto che «per l’anno scolastico 2024/2025 è stata istituita una procedura di assunzione straordinaria per contribuire a ridurre la precarietà dell’occupazione degli insegnanti di sostegno», ma aggiunge che siccome «la nuova procedura non è stata ancora pienamente attuata non ha modo di valutarne l’impatto». Sul fronte della formazione, infine, il Comitato afferma che «pur riconoscendo gli sforzi compiuti dal Governo per aumentare l’offerta formativa e semplificarne l’accesso, secondo i dati ufficiali dell’Istat del febbraio 2024, un insegnante di sostegno su tre non ha completato la specializzazione richiesta».
Alla luce del pronunciamento del Comitato europeo dei diritti sociali, Anief chiede interventi correttivi in tempi brevi.
«Il Parlamento ora autorizzi tutte le immissioni in ruolo sui posti in deroga assegnati da diversi anni alle scuole – dichiara il presidente nazionale, Marcello Pacifico – e non si fermi, per ottenere la continuità didattica, alla conferma delle cattedre da parte delle famiglie. Nell’ultimo anno, infatti, sono stati autorizzati poco meno di 2mila posti in più in organico di diritto, la metà dei posti effettivamente utilizzati per garantire il diritto allo studio mentre, per la prima volta, 50mila supplenti sono stati confermati dalle famiglie. È un risultato che ci inorgoglisce – sottolinea Pacifico – perché rappresenta una risposta fondamentale per vincere, dopo anni di ricorsi e denunce anche all’Unione europea, la nostra battaglia contro l’abuso dei contratti a termine sui posti in deroga, per aumentare il numero di docenti specializzati rispetto all’errato numero programmato degli Atenei, per assegnare tutte le ore di sostegno riconosciute dal Pei».
Sulla decisione del Comitato europeo dei diritti sociali, prende posizione anche la segretaria generale Snals-Confsal, Elvira Serafini: «Non è più accettabile che il diritto allo studio degli alunni con disabilità sia subordinato a un sistema fondato sulla precarietà strutturale. Servono interventi immediati e non più rinviabili».
Per il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, «le conclusioni del comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa», confermano «che la situazione in Italia è migliorata sotto diversi profili, anche quello legislativo, rispetto a quando l’Anief ha presentato il ricorso nel 2021». «Il Consiglio d’Europa – ribadisce Valditara – ha riconosciuto, infatti, un impegno significativo da parte di questo Governo nel soddisfare la richiesta di sostegno per un numero crescente di alunni con disabilità. Il Comitato dà inoltre atto al Governo delle recenti misure sulla conferma del docente supplente di sostegno e sui nuovi percorsi di specializzazione dell’Indire: misure che ho fortemente voluto per dare risposte concrete ai giovani e alle loro famiglie. Tutto questo dimostra che, rispetto al 2021, anno di presentazione del ricorso, il quadro è in netto miglioramento nonostante la situazione di grave inadeguatezza strutturale che abbiamo ereditato».
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