Firenze, i presepi vanno in vetrina. E il centro storico si riscopre comunità

Nel cuore del capoluogo toscano, l’iniziativa che coinvolge i negozianti è l'occasione per creare relazioni e ridare un'anima al tessuto sociale
December 18, 2025
Firenze, i presepi vanno in vetrina. E il centro storico si riscopre comunità
I bambini della scuola primaria “Ancelle di Maria”, che hanno realizzato e inaugurato con canti natalizi il presepe del mercato rionale di Sant’Ambrogio / METTI UN PRESEPE IN VETRINA!
C’è folla in questi giorni nelle vie dei centri storici. Specialmente nelle città ricche di arte, dove, tra il turismo e la corsa ai regali di Natale, si fa fatica a camminare a fianco a qualcuno. Tra affollamento e acquisti, però, chi vive in quei luoghi sente sempre più la povertà di relazioni che avanza nella vita dei quartieri. Gli amici si trasferiscono, dormire la notte, per la confusione nelle strade, si fa difficile e gli esercizi commerciali, via via, scompaiono. In uno scenario come questo, a Firenze, c’è chi non si è dato per vinto, non solo rimanendo a presidiare il territorio come residente, ma anche custodendo il desiderio di ricostruire la geografia ecclesiale del centro storico, dove, chi non entra nelle basiliche come turista è da tempo in minoranza. Desiderio che ha trovato terreno fertile nel cammino sinodale del vicariato di San Giovanni, che prende il nome dalla presenza del battistero fiorentino, davanti alla Cattedrale. Lì otto anni fa è partita un’iniziativa, in corso tutt’ora, per ricucire il tessuto sociale, mettersi in ascolto di chi lavora nel quartiere e far sapere a tutti che la Chiesa vuole rimanere viva e accogliente anche nel centro storico. Come? Con il presepe. «Visitiamo gli esercizi commerciali e proponiamo di metterlo in vetrina – raccontano le due volontarie Beatrice Pucci e Carla Aiello dell’iniziativa patrocinata dall’arcidiocesi e dal Comune di Firenze “Metti un presepe in vetrina!” –. Possono farlo i commercianti in prima persona o chiedere a noi di averne uno in prestito: ci sono diversi artigiani che ne hanno preparati di tutte le forme, stili, dimensioni e materiali e ce li mettono a disposizione gratuitamente». Come gratuito è il servizio di chi li trasporta, fa le foto alle vetrine, distribuisce volantini e prepara la mappa dei luoghi dove i presepi si trovano, contrassegnati da una stella cometa. E chi avesse poco spazio a disposizione può scegliere il poster di un’opera della natività conservata agli Uffizi, di cui la Galleria concede gratuitamente la riproduzione. «Questo ci dà occasione di entrare in relazione con chi lavora in centro – zona in cui fino a pochi anni fa tutti tra loro si conoscevano –. Dopo otto anni dalla partenza dell’iniziativa, c’è chi ci racconta gioie e dolori delle proprie famiglie e le angosce del tempo che viviamo». Nella memoria dei volontari, che chiamano loro stessi «missionari», ci sono i giorni duri della ripartenza dopo la pandemia «quando i commercianti ci dissero che eravamo le uniche persone ad essere andati a trovarli per sapere come stessero» e quelli di questo Avvento 2025, in cui «vediamo che si sta delineando uno spartiacque sempre più profondo tra chi è proprietario di un fondo e chi deve pagare un affitto, diventato insostenibile in città», affermano Pucci e Aiello.
Il presepe della storica pasticceria “Robiglio”
Il presepe della storica pasticceria “Robiglio”
Tra i tanti a cui il presepe viene proposto c’è chi lo accoglie con sorpresa per la gratuità, chi rifiuta per paura che i clienti possano lamentarsene e chi, anche se non credente, preferisce andare contro corrente e dire sì: «C’è la percezione di un’omologazione da cui ci si vuole smarcare – dicono –. Mentre, altre volte, anche chi professa una religione diversa dalla nostra accoglie la natività perché ne riconosce l’importanza culturale». Tutti, però, vengono invitati, dopo il Natale, alla visita di una basilica del centro, guidata da un volontario o da un religioso che la custodisce. «Quest’anno sarà la volta della basilica di Santa Maria Novella, dove un padre domenicano racconterà quale messaggio di fede emerge dalle opere d’arte: momenti molto partecipati – raccontano le volontarie –, che destano stupore ancora una volta per la loro gratuità, in un mondo in cui di gratis non c’è quasi più nulla». «Dio Padre, però – riflettono – quando ci ha donato il suo Figlio lo ha fatto senza chiedere niente in cambio». Figlio per il quale non sempre c’è spazio: «Facciamo esperienza delle parole del Vangelo, ma anche con chi rifiuta il presepe rimaniamo in contatto e offriamo la visita guidata, per far riscoprire a tutti una Chiesa che vuole tenere aperte le proprie porte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Temi