lunedì 28 maggio 2012
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Per uscire dalla crisi economica serve "saggezza". E' questa la parola che, come in un ritornello, è risuonata più volte nell'omelia che il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei ha pronunciato ieri mattina al Santuario della Guardia in occasione del tradizionale pellegrinaggio diocesano del mondo del lavoro.
È finita un'epoca. "Abbiamo bisogno di saggezza per non fare gli errori di prima" ha detto il porporato perché "un'epoca è finita, l'ora della verità e suonata. Non si può vivere sopra le righe, spinti a spendere per i propri consumi ciò che ancora non si è ancora guadagnato. L'indebitamento per cose chiaramente superflue ha portato al baratro". Per il cardinale "sarebbe insensato voler tornare a stili di vita fasulli, illusori e tragici". Piuttosto "dobbiamo riscoprire, e lo stiamo facendo a caro prezzo, il senso del limite che poi è il senso della realtà". Il porporato ha poi affermato che "una certa cultura, non credo priva di interessi, ha spinto a rifiutare la categoria del limite giudicata sinonimo di mortificazione della felicità individuale. Ma - ha domandato - è saggio e realistico pensare che non ci debba essere un limite al profitto, alla crescita, tecnologia, alla competizione, alla libertà morale, al benessere considerato tale solo se esente da sacrifici e pazienza, da fedeltà misura da onestà?". "Dove siamo arrivati - ha domandato ancora – ad una umanità più felice o piuttosto più angosciata e smarrita?". Da qui l'invito: "Non è forse questo il momento di ritrovare il gusto dei legami buoni, del limite saggio, tornare ad apprezzare ciò che abbiamo puntando ben di più sui valori delle relazioni vere, del dovere compiuto e dell'amore autentico?".
Il lavoro non venga a mancare. "Abbiamo bisogno di saggezza per prendere decisioni giuste, sia per i lavoratori che per le aziende" ha detto ancora il cardinale perché "non si può considerare gli uni senza le altre. Ma anche non si può pensare a questo intrecciato bene senza visione a lungo raggio e rispetto al contesto ormai globale del mondo e quindi anche del lavoro". Il porporato ha quindi invocato la luce "per vederci chiaro nelle vie da prendere perché il lavoro non venga a mancare alla nostra gente e possa trovarlo a chi l'ha perso e chi non lo ha mai trovato, penso soprattutto ai giovani. Il porporato ha quindi parlato dell'esigenza di "capire le condizioni per le quali si riesce a salvare i posti di lavoro, non solo per oggi ma anche per domani, ossia nel lungo tempo, altrimenti sarebbero operazioni di facciata che forse rassicurano nell'immediato ma non pongono condizioni sufficienti per non perderlo negli anni".
Fare sistema. Sulla questione particolare genovese, il cardinale Bagnasco, ha poi parlato dell'esigenza di "tenere insieme tutto quanto è possibile perché si possa fare ragionevole sistema e, avendo solide radici in casa, sia possibile competere in mare aperto". "Nulla – ha aggiunto - vieta di trovare e favorire rapporti rispettosi e virtuosi con chicchessia nel mondo ma mantenendo voce in capitolo, e la voce si mantiene tenendo in mano le proprie cose e con l'orgoglio, la consapevolezza dell'innovazione e della comprovata professionalità nel mercato. Certamente le ragioni della produzione e della reddittività hanno peso ma penso che anche l'amore per la propria terra debba giocare un ruolo di valore aggiunto così come accade in tutto mondo. Abbiamo bisogno di saggezza perché i vari settori lavorativi che si integrano possano garantirsi a vicenda senza allontanamenti incerti e pericolosi. Abbiamo bisogno di saggezza perché nessuno di coloro che ha responsabilità si senta solo in questo momento che esige la solidarietà intelligente, cordiale ed operosa di tutti". Presente in chiesa anche Roberto Adinolfi, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare, il manager, oggetto di un attentato da parte della Federazione Anarchica Informale. Adinolfi non ha rilasciato dichiarazioni. Ancora visibilmente scosso per quanto accaduto, era accompagnato dalla moglie e camminava con l'ausilio di una stampella.
Vaticano: avere fiducia. A margine della celebrazione il cardinale è intervenuto anche sulle recenti vicende vaticane affermando: "Il male esiste. Nel cuore degli uomini ci sono situazioni che colpiscono, che addolorano, ma la fiducia e la presenza del Signore non viene mai meno" così come non vengono mai meno "la sua fedeltà alla Santa Chiesa e all'uomo". "Pertanto - ha concluso - dobbiamo avere fiducia mentre nelle debite forme e sedi si fa chiarezza". A quanti gli hanno domandato quale scenario sarebbe auspicabile per la Chiesa italiana in vista della scadenza del Governo tecnico di Mario Monti nel 2013 il porporato ha risposto: "La chiesa non prevede formule di governo, non è il suo compito" ma "auspica, ricorda e stimola i valori morali, la dimensione etica nella vita in tutte le sue forme, a cominciare dalla politica che è un grandissimo e insostituibile servizio alla società".
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