martedì 6 settembre 2022
Con un gruppo di 15 tra amici, colleghi amministratori e familiari, il neo-sindaco veronese ha onorato l'impegno sportivo assunto in campagna elettorale. «Ma sarei salito anche se avessi perso»
Damiano Tommasi in cima al Passo dello Stelvio

Damiano Tommasi in cima al Passo dello Stelvio

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Ha impiegato due ore e 50 minuti per scalare i 48 tornanti del Passo dello Stelvio in sella alla sua bici. Damiano Tommasi l’aveva promesso come "voto" sportivo per l’elezione a sindaco di Verona, il 26 giugno: due mesi e mezzo dopo, ha onorato il suo impegno salendo ai 2.757 metri della "Cima Coppi" del Giro d’Italia, 917 metri di dislivello da Prato allo Stelvio, ai piedi del versante nord del passo che unisce Alto Adige e Lombardia. «È anche un modo per ricordare Gianni Mura» ha detto Tommasi prima della partenza, ricordando il giornalista scomparso nel 2020 con il quale aveva un legame speciale.

Tommasi è partito con un gruppo di 15 ciclisti, tra i quali i fratelli Alfonso e Samuele, l’assessore al Terzo settore del Comune di Verona Italo Sandrini, l’ex sindaco di Negrar Alberto Mion, il presidente del Consiglio comunale di Trento Paolo Piccoli e il consigliere trentino Walter Lenzi. Al gruppo si è unito anche Gianni Amaini, 82 anni, ex assessore veronese al bilancio della giunta Gozzi, negli anni 80. «È sempre un’emozione salire quassù – ha raccontato in vetta Tommasi –. In realtà avevo detto che l’avrei fatto anche se non fossi diventato sindaco, a maggior ragione adesso. Il ciclismo è uno sport che mi ha tanto appassionato e che negli ultimi anni avevo un po’ abbandonato, è stato bello tornare in sella accompagnato da tanti amici e soprattutto con uno sforzo che mi ha permesso di pensare e di metterci la testa più delle gambe».

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