giovedì 23 novembre 2023
Come accompagnare adolescenti e giovani a sviluppare uno sguardo sereno su sentimenti e relazioni di coppia? Il mondo cattolico da sempre in prima linea
Una studentessa davanti a dei cartelloni di protesta a Roma

Una studentessa davanti a dei cartelloni di protesta a Roma - Ansa

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Educare. Affettività. Sessualità. Tre parole che, come dimostra il caso della povera Giulia, non possiamo più pronunciare senza collegarle l’una alle altre in modo coerente e, soprattutto, convincente. Il problema è il “come”. Ma anche il “quando” e il “chi”. Cominciamo dall’ultima questione. A chi tocca affiancare i genitori, che rimangono i primi educatori, per aiutarli in un’opera così complessa? Alla scuola? Agli educatori dell’oratorio? Ma servono competenze non improvvisate perché siamo in un ambito in cui una parola fuori posto può fare tanti danni? E quale progetto seguire? Siamo al “come”. Si tratta di una questione centrale. Un progetto di educazione all’affettività e alla sessualità mescola in modo equilibrato sottolineature antropologiche, riflessioni etiche e psicologiche, dati scientifici, rilievi esperienziali ma non dimentica neppure – in una prospettiva di educazione cristiana - la spiritualità e le parole del Vangelo. Difficile, molto.

Quando si parla di amore, di vita, di affetti, di sesso, di coppia non si può rimanere stretti sulla biologia. C’è molto altro, ma bisogna saperlo dire. E, per dirlo bene, coinvolgendo il cuore dei giovani, occorre dirlo in modo fresco e sapiente. Soprattutto occorre essere consapevoli della necessità di viaggiare in un equilibrio instabile tra tradizione e progressismo. Né indietrismo, né fughe in avanti. Un teologo come don Gilfredo Marengo, docente di antropologia teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II si è chiesto, in un libro intitolato Chiesa, sesso e amore. Le relazioni “pericolose” (San Paolo, 2021), se in tema di educazione alla sessualità non sia necessario oggi individuare una terza via per sfuggire a una polarizzazione che tutti consideriamo inopportuna. E cioè se non sia il caso di mettere a fuoco un percorso innovativo «tra la ribadita insistenza su norme morali ormai dichiarate inattuali dal tribunale della storia… e una discreta messa in sordina di questa parte dell’annuncio cristiano, alla fine percepita come ingombrante e fuorviante, nel tentativo di rinnovare un incontro dialogico con gli uomini del nostro tempo».

Nella ricerca di questa “terza via” il mondo cattolico non è per fortuna all’anno zero. Esistono almeno una ventina di progetti tra proposte diocesane e iniziative di aggregazioni e movimenti, che si sforzano di intervenire con modalità innovative sulla questione di cui in questi giorni tanto si parla. Ne abbiamo trattato a lungo su queste pagine e su quelle dei nostri inserti dedicati alla famiglia. Ma sarà il caso di ricordare almeno i più recenti perché sono percorsi innovativi da conoscere e da diffondere in modo sempre più convinto. Tra le iniziative più articolate ci sono quelle messe in campo dai salesiani. Da qualche mese è nato un sussidio, Una pastorale giovanile che educa all’amore, curato da don Miguel Garcìa Morcuende, consigliere generale per la pastorale giovanile salesiana, e dalla psicologa Antonella Sinagoga. Si tratta di un percorso equilibrato di educazione all’amore che non si concentra solo sulla trasmissione scientifica di nozioni, ma lavora anche su un piano di modelli comportamentali, dei valori, dell'etica e della spiritualità. Il dato nuovo è lo sforzo di aprire la mente dei giovani a un atteggiamento di accettazione nell’accompagnamento delle unicità e delle diversità. «La prima sfida educativa è avvicinarsi alla realtà sociale ed evitare l'invisibilità», hanno osservato i curatori. Ma non è tutto. Sulla base degli stessi principi l’Università Salesiana ha sostenuto una ricerca triennale su affettività e sessualità di cui si darà conto in un convegno intitolato “Giovani e sessualità. Sfida. Criteri, Percorsi educativi” (1-3 marzo 2024) di cui è già possibile leggere il programma (www.giovaniesessualita. unisal.it) e conoscere i relatori. E nei mesi successivi, sempre su questi temi, partirà un nuovo corso di alta formazione. Fondamentale, perché avere formatori davvero competenti è oggi una delle necessità più urgenti.

Su giovani, educazione e sessualità si sono mossi da tempo anche Famiglie Nuove dei Focolari con un progetto internazionale che prevede incontri e laboratori, ma anche gli scout dell’Agesci, con un percorso articolato che ha raccolto segnali di disagio, ha aperto a momenti di ascolto, partendo con grande realismo dall’esperienza concreta delle persone, per arrivare a una proposta educativa davvero orientata in senso cristiano. Come del resto fanno da sempre pastorale giovanile e familiare, oggi sempre più collegate in un logica di continuità e di collaborazione. Lo scorso anno il documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale” (Dicastero laici, famiglia e vita) raccomandava di intensificare le proposte dei percorsi di educazione all’affettività. Tema che è all’attenzione della Consulta nazionale di pastorale familiare, impegnata in questi mesi a verificare i diversi progetti attivi a livello locale per promuoverli e diffonderli.

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