giovedì 7 marzo 2019
Il ministero “congela” Salvini: «Non cambia nulla». Lui torna alla carica: «No a bimbi di serie B». Sindaci e assessori ribadiscono la linea ai dirigenti scolastici
Vaccini, non si cambia: «Certificati il 10 marzo»
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Se qualcuno lo avesse messo in dubbio – e sono stati moltissimi, fra i no vax militanti online, nelle ultime ore – non ci sarà «nessun provvedimento urgente» per estendere la possibilità di autocertificare le vaccinazioni e consentire così di rimanere a scuola ai bambini le cui famiglie non hanno ancora presentato la documentazione attestante le profilassi. La conferma è arrivata ieri dal ministero della Salute, dopo un’altra giornata di polemiche in seguito alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Salvini di provvedere a un decreto per evitare che gli alunni non vaccinati siano espulsi da scuola.

Il primo a tornare sulla questione è stato proprio Salvini: «Non ci sono bambini di serie B – ha ribadito in mattinata –. Non si possono tenere fuori dalle classi bambini che per necessità o per scelta non possono essere vaccinati. Mi sembra una follia, ci si può organizzare. Non voglio bambini fuori dalla porta o all’ultimo banco». Dichiarazioni immediatamente “congelate” dal ministero con il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi («Io non parlo di ponti, Salvini non parli di vaccini»), poi dal neopresidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, alla sua prima dichiarazione pubblica: «Tutelare i pazienti immunodepressi – ha detto – permettendo loro di poter frequentare comunità scolastiche dove compagni, più fortunati perché sani, sono scevri, attraverso le vaccinazioni, dal rischio di trasmettere infezioni ad alta patogenicità, quali il morbillo, è scelta largamente improntata alla difesa dei più deboli e in linea con la grande tradizione civile e sanitaria che caratterizza il nostro Paese».

Non si torna indietro, dunque, e rimane valido il termine del 10 marzo (per altro già fatto slittare di un anno) per presentare le certificazioni di avvenuta vaccinazione dei figli per la frequenza di nidi e materne. Almeno fino a quando – e questo invece sì, rientra nei progetti della ministra Giulia Grillo – non verrà presentata e discussa in Parlamento una legge nuova, improntata al principio dell’obbligo vaccinale “flessibile” (cioè modulato in base alle esigenze dei territori).

Nel frattempo infuria la polemica politica sull’ennesima frattura insanabile all’interno del governo. Si dice «sbalordita dall’ingerenza di Salvini» l’ex ministro della Salute e deputato di Civica Popolare Beatrice Lorenzin, secondo cui «un ministro dell’Interno che interviene con una lettera sul ministro della Salute chiedendo di violare una norma non ha precedenti». La ratio? «I no vax – argomenta – credo che siano meno del 4%. Credo ci sia un cinismo politico che fa i conti su quel 4% della popolazione che corrisponde a un milione e 200mila voti. Siamo a un mese dalle europee e la Lega pensa di giocarsi anche questa carta». Parla invece di «necessaria legittima difesa per i bimbi immunodepressi da quelli non vaccinati» il deputato di Forza Italia Roberto Novelli. Ed è duro anche l’attacco del Pd: «Una politica responsabile ascolta e si fida della scienza», afferma il pediatra e parlamentare Paolo Siani.

Lunedì, intanto, il giro di vite confermato sui certificati potrebbe sollevare nuovi episodi di allontanamento dei bimbi non vaccinati dagli asili. Numerosi i sindaci e gli assessori regionali che in queste ore hanno ribadito la fermezza nell’applicazione della legge, convocando i dirigenti scolastici per condividere le modalità di rispetto della normativa. Il rischio “caos” dopo l’intervento di Salvini sembra scongiurato.

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