giovedì 7 marzo 2019
Il 10 marzo scade il termine per mettersi in regola e il ministro dell’Interno chiede un decreto perché i bimbi non vaccinati possano frequentare la scuola. Coro di critiche. E Grillo (Salute) frena
Il vicepremier Salvini (Ansa)

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Approvare un decreto per consentire, anche ai bambini non vaccinati, di poter continuare a fre- quentare asili nido e scuole dell’infanzia, anche dopo il 10 marzo, termine ultimo per mettersi in regola, indicato dalla legge Lorenzin del 2017. Lo chiede il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con una lettera alla ministra della Salute, Giulia Grillo.

«L’intento del procedimento è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell’infanzia, evitandone l’allontanamento e la decadenza dalle liste scolastiche, essendo ormai giunti alla conclusione dell’anno», scrive Salvini, richiamando la collega sulla necessità di «evitare traumi ai più piccoli». Interlocutoria la risposta di Grillo, che rimanda la questione alla legge in discussione al Senato e che, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrà essere approvata entro aprile. «L’intento comune – ha dichiarato la ministra – è di superare il decreto Lorenzin che è una legge che noi riteniamo abbia in alcune strutture alcune importanti lacune. Sarà il Parlamento a superare, come è giusto che sia, quella legge. L’intento è comune».

La proposta di Salvini ha, come prevedibile, riacceso lo scontro politico, procurando al ministro dell’Interno anche aspre critiche dall’interno della stessa maggioranza gialloverde. «Salvini non ha idea di che cosa sia un vaccino», tuona il deputato M5s, Giorgio Trizzino, che aggiunge: «Io sto dalla parte della scienza e dei risultati che la scienza ha consentito in termini di salute per la popolazione».

Rispediscono la proposta al mittente anche l’ex-ministra della Salute e leader di Civica popolare, Beatrice Lorenzin, che invita Salvini «a garantire la sicurezza dei bambini immunodepressi che non possono andare a scuola» e la vice-presidente del gruppo Pd al Senato, Simona Malpezzi: «Un ministro che mette davanti il consenso alla salute pubblica non è un uomo delle istituzioni ma solo un uomo senza scrupoli». Accusa rilanciata anche dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: «L’intento di Salvini è chiaro: strappare il consenso dei no vax ai suoi gregari del Movimento 5 Stelle e chissenefrega della salute dei bambini». E di «campagna elettorale sulla pelle dei bambini », parla anche Stefano Pedica del Pd, che ricorda a Salvini che «la salute non è un tema su cui fare propaganda».

I presidi: si rischia il caos

«Intervenire ora con un decreto legge, farebbe ripiombare in un caos da cui si sta faticosamente uscendo». È netta la contrarietà del presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, alla richiesta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di un intervento del governo per consentire, anche ai bambini non vaccinati, di continuare a frequentare nidi e materne. «Il problema è che non ci occupiamo mai dai bambini che non possono vaccinarsi – sottolinea Giannelli –. È giusto preoccuparsi di non traumatizzare i bambini ma si continua a non tener conto dei più fragili, di chi non si può vaccinare, di chi sarebbe a rischio se si consentisse, per motivi ideologici, a chi non è vaccinato di frequentare la stessa scuola. Non ci possono essere bambini di serie “A” e bambini di serie “B” C’è un tema di salute pubblica per cui non possiamo essere d’accordo». «Non si capisce perché - prosegue il capo dei dirigenti scolastici – si parte sempre dalla coda e non dalla testa. Chi pensa al trauma di chi non può vaccinarsi? C’è già stato un differimento dell’obbligo di vaccinazione per far fronte al caos che si era creato. Ora chi si doveva vaccinare lo deve fare. La legge è fatta per tutelare tutti. Occorre pensare a chi per i più svariati motivi non può vaccinarsi. Quindi la legge va rispettata».

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