venerdì 16 aprile 2021
Per il commissario Figliuolo «con gli over 70 al sicuro riapriremo il Paese». Le Regioni a due velocità. Prime dosi a 8 over 80 su dieci, ma ci sono ancora 90enni senza iniezioni. Il vuoto sotto i 79
La folla all'ingresso del "Covid Vaccine Center" (anche se siamo in Italia) allestito alla Mostra d'Oltremare di Napoli dove c'e' stato bisogno dell'intrvento delle forze dell'ordine per regolare l'ingresso, ieri 15 aprile 2021

La folla all'ingresso del "Covid Vaccine Center" (anche se siamo in Italia) allestito alla Mostra d'Oltremare di Napoli dove c'e' stato bisogno dell'intrvento delle forze dell'ordine per regolare l'ingresso, ieri 15 aprile 2021 - Ansa

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Lenta, se si pensa che un over 80 su 4 non ha ancora ricevuto nessuna dose. Ma in ripresa se si guarda al dato complessivo e al fatto che il 7% degli italiani ha già fatto due iniezioni. La campagna vaccinale anti-Covid nel nostro Paese è lontana dai risultati immaginati quando, ormai mesi fa, gli enti regolatori internazionali hanno iniziato a mostrare il semaforo verde alle case farmaceutiche per gli antidoti anti-Covid. A ieri erano 17.130.760 le dosi consegnate alle regioni; 14 milioni le somministrazioni totali (13.927.650), delle quali meno di 10 milioni (9.788.805) di prime dosi (16,41% della popolazione) e 4.138.845 i vaccinati con il richiamo (6,94%).

Certo, gli stop causati dall’allarme per i pur minimi “eventi avversi”, i conseguenti timori di molti cittadini, e le difficoltà di produzione e distribuzione delle aziende, sono andati oltre le più nere previsioni. Ma è anche vero che d’ora in avanti le fiale disponibili dovrebbero aumentare di trimestre in trimestre in numero tale da consentire (all’inizio dell’autunno?) una immunità diffusa. La partita per le riaperture si gioca tutta sugli approvvigionamenti. E sulla capacità di mettere al sicuro le fasce fragili. Non a caso, un gruppo di coordinamento tra Regioni e Istituto Superiore di Sanità, sta pensando di proporre al Governo che si tenga conto, nei parametri sui nuovi profili di rischio nelle varie regioni, il raggiungimento di un tasso di copertura vaccinale di circa il 70% per le fasce a maggiore rischio, over 80 e fragili.

E qui i numeri aiutano. Tra gli over 90, hanno ricevuto la prima dose il 76,9%, cioè 607.557 persone; è totalmente immunizzato (due somministrazioni) il 51%. Ma è sugli over 70 e 80 che si sono concentrate, nelle scorse settimane, le polemiche più cruente tra aperturisti e prudenti. Tra gli 80-89enni hanno ricevuto la prima dose il 77,7%, cioè 2.813.833 persone mentre le due inoculazioni sono andate a 1.615.153 cittadini (44,2%). Grandi le differenze tra Regioni.

Meglio hanno fatto Veneto (87,9% prima dose, e 46,6% la seconda), Lombardia (85,9 contro 43,9), Emilia Romagna (86 e 47,1) e Basilicata (83,9 contro 51, 3). In fondo alla classifica ci sono Sicilia (55,3% di prime inoculazioni e 37,6 di seconde), Calabria (61,5 - 42,7), Liguria (66 - 42,8) e Campania (68,9 contro 48,3). Curiosi i numeri della Toscana che ha provveduto a immunizzare il 75,6% con una dose ma solo il 21,1% con due (in pratica ha seguito il metodo britannico ndr). Decisamente a rilento la profilassi per la fascia 70-79. Hanno ricevuto la prima dose solo 1.747.719 italiani, quindi il 29,2%, e la seconda appena 197.719 cittadini, cioè il 3,3%. Anche in questo caso sono marcate le disuguaglianze: la provincia di Bolzano ha già protetto il 52% dei suoi over 70 con almeno una dose (il 4% con due), la Basilicata il 6,3% (solo l’1,5% con due).

Complessivamente, negli altri Paesi dell’Ue non si è fatto molto meglio. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), l’Italia, con il 18,1% di prime dosi somministrate alla popolazione adulta, è leggermente indietro rispetto agli altri grandi Paesi dell’Unione, eccezion fatta per la Polonia che è al 17,6%. La Francia è al 20,5%, la Germania al 19,1%, la Spagna al 21,7%. Di gran lunga prima nell’Ue è l’Ungheria, con il 35,9% della popolazione adulta che ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Segue Malta al 34,4%. Ultime sono Lettonia (7,8%) e Bulgaria (8%).

Va relativamente meglio, per l’Italia, se si guarda agli adulti immunizzati con entrambe le dosi: finora nel nostro Paese sono il 7,8%, contro il 7,1% della Francia, il 7,3% della Germania, il 6,7% della Polonia, ma l’8% della Spagna. I dati del rapporto Ecdc sono aggiornati all’11 aprile scorso, quando le dosi somministrate nell’Ue e nei Paesi Ue e del See (Spazio economico europeo) erano 98,9 milioni e quelle consegnate 117,2 milioni (14,3 milioni in Italia).

Insomma, saltato l’obiettivo di mezzo milione di somministrazioni al giorno entro fine aprile, il commissario per l’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo – che ieri ha concluso la visita agli hub di Piemonte e Valle d’Aosta –resta fiducioso, forte dell’arrivo in Europa, in questo secondo trimestre, di 50 milioni di dosi del vaccino Pfizer in aggiunta a quelle già previste. «L’organizzazione c’è, la macchina è stata messa a punto. Con le dosi in arrivo e con gli over 70 messi al sicuro, riusciremo a riaprire il Paese», afferma il commissario. Dopo un paio di giorni, le somministrazioni sono tornate sopra le 300mila in 24 ore e l’input dato dal generale è che si continui a viaggiare costantemente su questi ritmi. L’altra indicazione non derogabile è quella che riguarda le categorie: prima si vaccinano gli over 80 e i fragili, poi i settantenni e i 60enni.

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