giovedì 16 aprile 2020
Si studiano fasce orarie per uffici e mezzi pubblici. L’app anticontagio resta un nodo. Il governo: «sorpresi» dal piano di ripartenza della Lombardia. Conte sul ruolo di Colao: decide la politica
Nei negozi indossare mascherina e guanti sarà la norma

Nei negozi indossare mascherina e guanti sarà la norma

COMMENTA E CONDIVIDI

Dopo aver fatto da apripista per la gestione della pandemia, governo e Parlamento si interrogano sull’accelerazione data da Francia e Germania riguardo alle riaperture. Oggi si riunisce nuovamente la task force guidata da Vittorio Colao, chiamata a mettere a punto l’agenda e le modalità della complessa “fase 2”, per la quale allo stato non ci sono grandi certezze, se non la necessità di continuare a garantire la distanza di sicurezza e di indossare le mascherine. Ma proprio di fronte a un’Europa che riparte, il clima politico registra una tregua, in attesa di individuare le prossime mosse. In un percorso che il premier Conte vorrebbe lineare, però, ieri si è inserita la richiesta lombarda di ripartire il 4 maggio. «Siamo sorpresi», la risposta da fonti governative preoccupate per la lenta riduzione del contagio nella Regione. Con la precisazione che sulle attività produttive può decidere solo il governo e il fastidio per quello che viene interpretato come un nuovo tentativo del governatore leghista Fontana di mettere in difficoltà l’esecutivo. Infatti, poco dopo, lo stesso Fontana fa un mezzo passo indietro. Tornando allo scenario nazionale, nel Pd c’è fiducia in Colao, che qualcuno avrebbe voluto potenziare per contrastare il protagonismo di Conte e che il premier avrebbe invece arginato (secondo indiscrezioni) riempiendo di figure la task force, nel disegno in origine più snella e agile.

Il leader dem Nicola Zingaretti insiste sulla necessità che comunque la task force resti “terza”, una sorta di «cervello collettivo». Ieri lo stesso Colao si è visto con i più stretti collaboratori e ha avuto un primo contatto con il Comitato tecnico-scientifico, l’altro organismo apicale di questa crisi. Da Palazzo Chigi si attende il documento della task force per domani, ma si ribadisce che alla fine le decisioni saranno prese dalla politica. L’ipotesi è che tra domenica e lunedì il premier possa fare delle nuove comunicazioni. E però riaprire il Paese con le nuove modalità di convivenza è compito arduo, se si vuole avere come principio cardine la salvaguardia delle vite umane, come ripete la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Per far ripartire uffici pubblici, aziende e industrie si valuta l’ipotesi di orari di ingresso e di uscita sfalsati, che alleggerirebbero anche la pressione sui trasporti pubblici. Molto più difficile sarà infatti riorganizzare il sistema degli spostamenti.

Al di là dei possibili incentivi per car sharing e biciclette elettriche, il problema è quello di non affollare autobus e metropolitane in orari di punta. Se appare pacifica la necessità che i contagi siano in costante calo come premessa per riavviare le attività, e si direbbe verosimile uno scaglionamento per fasce di età, resta da vedere come si potrà applicare l’obbligo della “app” che mapperà gli spostamenti degli italiani e i contatti eventuali con persone positive al virus. I 74 esperti della commissione voluta dalla ministra dell’Innovazione Paola Pisano hanno presentato una serie di proposte, ma quella che più convince Pisano, sul 'registro' dei contatti personali che verrebbe memorizzato via bluetooth, non convincerebbe Colao, che punta sulla mappatura degli spostamenti via Gps.

Di certo si cercherà un metodo quanto più possibile omogeneo a livello europeo. Insomma, i temi sono molteplici e si intrecciano tra loro, col rischio di vedere un groviglio di proposte, mentre il Paese ha urgenza di rimettersi in moto in sicurezza. «Si iniziano a vedere i primi risultati del contenimento », commenta dalla segreteria del Pd Marianna Madia, responsabile per l’Innovazione. Ora il governo deve «fare chiarezza per gestire in sicurezza la fase 2» e sulla app «coinvolgere il Parlamento». Ma le opposizioni restano scettiche. Dopo le intemerate di Matteo Salvini, ieri più attendista, ieri è Giorgia Meloni a scegliere una linea molto dura: «Task force? Non mi è chiaro di cosa parliamo. Dopo il premier uscito dal cilindro abbiamo anche (si riferisce a Colao) l’ammaestratore del coniglio, non vorrei ci trovassimo con meno democrazia...».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI