venerdì 28 luglio 2023
Palermo devastata dal fuoco, divampato nelle colline intorno alla città. Allarme per la discarica di Bellolampo che ancora brucia. Coldiretti: ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare le aree
Vigili del fuoco in azione in Sicilia

Vigili del fuoco in azione in Sicilia - ANSA

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Palermo scruta le sue colline con preoccupazione. Le fiamme divampate tra lunedì e martedì scorso, con una furia che ha devastato gran parte della città, hanno lasciato ferite profonde e non sono del tutto estinte. Lo sfondo è quello drammatico di una Sicilia che è stata investita da incendi diffusi. Adesso ci sono famiglie che combattono contro i disagi e i black-out.

Si sogna il ritorno alla normalità, ma la situazione complessiva racconta una emergenza persistente e uno stato d’animo generale di allarme.

Ecco perché la città alza gli occhi con ansia, sperando, comunque, che il peggio sia passato e che si possa pensare soltanto a ricostruire, dopo la fuga notturna di tanti, costretti a lasciare le proprie abitazioni. Proprio dalle colline circostanti è partito il primo assalto del fuoco che ha provocato conseguenze terribili.

C’è apprensione, soprattutto, per le condizioni della discarica di Bellolampo che brucia da giorni. «L’amministrazione comunale sta seguendo con particolare impegno la situazione nella discarica, dove la combustione del materiale in quarta vasca, unica colpita dall’incendio, è ancora in corso ed è verosimile che prosegua per alcuni giorni», ha detto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, riconoscendo la gravità del momento e la concreta possibilità di rischi ambientali. Il governo regionale ha deliberato lo stanziamento straordinario di un milione di euro in favore del Comune.

«Ho sentito il sindaco al quale ho garantito il massimo sforzo e la piena collaborazione della Regione per mettere in sicurezza la discarica di Bellolampo e trovare tutte le soluzioni alternative per evitare che la città debba affrontare una nuova situazione di difficoltà – ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani –. Abbiamo piena consapevolezza dei rischi che un eventuale protrarsi dell’emergenza ambientale potrebbe avere sulla salute pubblica».

Bellolampo non è l’unica zona da tenere sott’occhio, nell’epicentro dei giorni della grande paura. Fino a ieri mattina, canadair, elicotteri, uomini e mezzi sono stati impegnati nei boschi a ridosso di Altofonte, in provincia di Palermo, per domare i focolai residui. Il paesaggio della macchia mediterranea incenerita si presenta spettrale. Ovunque spiccano vasti strati anneriti e crateri lunari, scavati dal rogo.

Secondo Coldiretti ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme La situazione, dunque, è difficile, il quotidiano di molti palermitani è segnato da prove faticose. Il clima è diventato meno estremo, non c’è più, al momento, la morsa soffocante del caldo. Ma lo scirocco torna a farsi sentire ogni tanto. In condizioni del genere la mancanza di energia elettrica, che era un disagio già presente, aggrava i guai. Gli sfollati sono tornati nelle loro abitazioni. Qualcuno, per la verità, non ha potuto perché la casa è andata in fumo. Altri, in mancanza di corrente, si fanno ospitare da parenti e amici. La solidarietà è la pagina bella di una vicenda dolorosa. Sui social si moltiplicano le offerte di chi mette a disposizione del prossimo, in un frangente di crisi, una doccia e una presa per ricaricare il telefonino.

Una nota di Enel, ieri, ha fatto il punto: «E-Distribuzione continua con assiduo impegno a fronteggiare le conseguenze dell’eccezionale ondata di calore che sta interessando la rete elettrica in Sicilia – si legge –. A complicare le operazioni di ripristino del servizio hanno concorso anche gli incendi che si sono verificati in diverse zone della regione insieme al persistere delle eccezionali temperature estive e al loro protrarsi per giorni in assenza di piogge, circostanze che portano i materiali isolanti utilizzati nei cavi elettrici interrati ad operare in condizioni anomale con possibilità di guasti repentini, anche nelle aree in cui l’azienda è già intervenuta». «Dato il calo delle temperature – continua la nota – si prevede la progressiva rialimentazione della quasi totalità delle utenze già a partire dalla giornata odierna, salvo casi puntuali, dovuti alla specificità della contingenza in corso». Passo dopo passo, sognando la normalità perduta.


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