sabato 24 novembre 2018
Il ministro 5s: con la Lega abbiamo un metodo nuovo ma valido e alla Ue dico che non siamo noi in campagna elettorale
Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli (Ansa)

Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli (Ansa)

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Da oltre tre mesi, non c’è tregua per Danilo Toninelli. Dal crollo del viadotto Morandi a Genova sono tanti i dossier che si sono accumulati sulla sua scrivania al ministero delle Infrastrutture, davanti porta Pia. Ma in cima resta sempre quello del ponte genovese, su cui il ministro ribadisce la 'linea dura' contro Autostrade per l’Italia. Oltre a sostenere che, al di là dei titoli dei giornali, con la Lega non ci sono problemi: «Il nostro metodo è diverso. Facciamo tutto in pubblico, ma troviamo sempre un punto d’intesa».

Anche dopo il varo del decreto Genova, Autostrade insiste per avere un ruolo nella ricostruzione del ponte Morandi. Possibile un ripensamento?

La legge è scritta chiaramente. Come abbiamo sempre detto, non si può consentire a chi ha fatto cadere il ponte per arricchirsi di arricchirsi ancora con la sua ricostruzione. Dopodiché, lasciamo lavorare il commissario Bucci in serenità.

Il discorso della decadenza della concessione ad Aspi sembra sfumato. È così o no? E pensate di rivedere l’intero sistema delle concessioni?

No, nessun ripensamento. La procedura sta andando avanti nei tempi prestabiliti e il governo è compatto rispetto a questo obiettivo. Per quanto riguarda le altre concessioni, stiamo via via rivedendo i piani finanziari nel momento in cui vanno in scadenza o sono già scaduti e vanno rinnovati. In più, nel 'decreto Emergenze' si consente all’Autorità di regolazione dei trasporti di intervenire sulle tariffe anche per le concessioni in essere e abbiamo modificato i parametri per il calcolo dei pedaggi in senso più favorevole ai cittadini che viaggiano.

Come prosegue la campagna di controlli sugli altri viadotti?

Quello che è successo sulla A24-A25 (le autostrade in Abruzzo, ndr), con il ciclo di ispezioni straordinarie che abbiamo effettuato, deve diventare la norma. Stiamo spingendo i concessionari a fare il loro dovere e grazie alla nuova agenzia 'Ansfisa', assieme alla banca dati informatica delle opere pubbliche 'Ainop', avremo la possibilità di sorvegliare le opere in modo costante e di programmare la manutenzione, uscendo dalla logica dell’eterna emergenza.

L’analisi costi-benefici per le grandi opere, a partire dalla Tav, non rappresenta una verità incontrovertibile. Su quelle già programmate e avviate non è preferibile impegnarsi per una riduzione dei costi in corso d’opera?

L’analisi costi-benefici non è la Bibbia, lo abbiamo sempre detto. Ma è l’unico metodo valido e internazionalmente riconosciuto per dare trasparenza alle scelte politiche in tema di infrastrutture e per evitare di sprecare i soldi di tutti i cittadini italiani.

La scelta definitiva sulla Tav sarà portata per le lunghe, fino a dopo le Europee come alcuni temono?

Abbiamo stabilito un percorso di condivisione con la Francia e con l’Unione europea. In ogni caso, il tempo che passerà sarà nulla rispetto ai decenni che sono trascorsi da quando si discute di quest’opera. Anche il governo francese ha fatto delle valutazioni in merito che sono durate svariati mesi e Parigi ha riconosciuto la bontà del nostro metodo di approfondimento.

Il governatore Chiamparino imputa al governo «mancanza di rispetto istituzionale».

La prendo come una battuta. Dopo anni nei quali nel silenzio generale si sono sprecati soldi pubblici, sarebbe grave se invece si imputasse davvero a questo esecutivo di non rispettare istituzioni e italiani.

In manovra aumentano i fondi per investimenti pubblici. Non è però chiaro quali sono le direttrici, quali investimenti il governo intende fare.

Le nostre scelte strategiche ci sono: manutenzione del territorio e delle infrastrutture esistenti, riqualificazione e rigenerazione urbanistica, mobilità pulita e sostenibile, banda ultra-larga, formazione e ricerca. Sono queste le direttrici fondamentali. E non solo in un’ottica ambientale, ma anche perché si tratta di quegli interventi che possono davvero rilanciare l’economia e la competitività del Paese.

Parla di mobilità sostenibile e alternativa, come le piste ciclabili. Finora, però, dal vostro governo non si sono viste grandi novità. Quali progetti ci sono?

Non è vero: abbiamo già sbloccato e ripartito oltre 360 milioni per le ciclovie turistiche, stiamo discutendo nuove modifiche interessanti al Codice della strada che siano a tutela della 'mobilità dolce', abbiamo previsto un fondo in legge di Bilancio per incentivare il ricambio dei mezzi pesanti. E stiamo lavorando per incrementare le risorse a favore delle ricariche per auto elettriche.

Se si dovesse ripresentare un caso Diciotti, sarà ancora impedito a una nave militare italiana di sbarcare per giorni?

Noi stiamo modificando l’approccio europeo all’emergenza migranti. Il risultato è una maggiore condivisione e, soprattutto, meno morti in mare, come i dati dicono chiaramente.

Cosa pensa del progetto di un’unica infrastruttura nazionale pubblica per la fibra ottica?

Senza entrare nel dibattito e nelle dinamiche tra i player esistenti, penso che una infrastruttura su cui passano i dati sensibili non possa che avere un controllo pubblico.

Pensa davvero che Ferrovie sia la soluzione dei problemi per Alitalia?

L’offerta di Ferrovie è seria e importante. Non a caso ha avuto l’ok dei commissari di Alitalia.

Non è un controsenso storico la tendenza a nazionalizzare oggi?

Noi siamo pragmatici, non si tratta di nazionalizzare tutto, ma di scegliere caso per caso. Fuori dalla storia è un liberismo ideologico che ha tolto diritti e impoverito il nostro ceto medio.

In cosa pensa che l’alleanza con la Lega vi abbia dato un 'valore aggiunto'? E in cosa il Movimento è stato frenato?

Nessun problema. Noi abbiamo un contratto di governo con obiettivi, su cinque anni, in grado di cambiare il destino di questo Paese. Con la Lega lavoriamo in un clima di ottima collaborazione. Si discute sempre pubblicamente, anche quando si parte da punti di vista diversi, ma alla fine pubblicamente si raggiunge un’intesa. Il nostro è un metodo diverso, in una situazione politica che è diversa.

Con la Ue è partito uno scontro senza precedenti sui conti. Non c’è da preoccuparsi?

È un confronto che viviamo, da parte nostra, con spirito fattivo e collaborativo. E senza pensare alla campagna elettorale. Confido che sia così anche da parte dei commissari europei.

Di quale risultato si sente più orgoglioso finora?

Personalmente, forse di aver fatto piena trasparenza sui contratti dei concessionari autostradali. Un passaggio in qualche modo storico, a vent’anni dalla privatizzazione della gestione.

Una domanda più 'personale', per chiudere: cosa pensa dell’imitazione che le fa in tv il comico Crozza?

Guardo poco la televisione. La satira fa sempre bene quando è intelligente. E Crozza è spesso molto divertente.

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