martedì 25 settembre 2018
Azione dimostrativa di Forza Nuova per attaccare il "prete dei poveri".
Lo striscione contro il parroco di san Martino a Rebbio, Como

Lo striscione contro il parroco di san Martino a Rebbio, Como

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È stato rimosso poche ore dopo la sua comparsa lo striscione appeso questa notte fuori dell’oratorio di Rebbio, popoloso quartiere di Como dove il parroco, don Giusto Della Valle, da sempre è impegnato nell’attenzione ai poveri e nell’accoglienza ai migranti. «Don (in)Giusto si occupi di Chiesa e non di politica». Questo il contenuto dell’atto dimostrativo rivendicato dalla sezione Lario di Forza Nuova e accompagnato da un volantino dai contenuti molto forti, in cui si accusa il sacerdote di«interessi nel business dell’immigrazione, mascherati da buonismo e carità cristiana».

E ancora: «disattenzione nei confronti degli italiani e degli anziani con pensione da fame». Don Giusto, per 12 anni fidei donum nella missione diocesana in Camerun prima di essere nominato parroco di Rebbio nel 2011, non commenta e va avanti in silenzio.

Per lui parla il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni: «Ho appreso con rammarico e con un certo stupore la notizia del gesto dimostrativo rivolto, questa notte, a don Giusto Della Valle e alla comunità di Rebbio. A loro voglio dire: il Vescovo vi è vicino!». Pensando alle tensioni che spesso attraversano il dibattito pubblico di oggi, da monsignor Cantoni arriva una sollecitazione chiara: «Come padre e pastore ritengo giusto richiamare a tutti la necessità di recuperare toni sereni e pacati nel dibattito e nel confronto fra idee differenti». Dal vescovo Oscar, poi, un’ultima sottolineatura: «La Chiesa, in verità non per scelta politica, ma esclusivamente pastorale, nella sua missione a vantaggio di tutti, soprattutto di chi è emarginato e solo, deve poter venire incontro a tutte le fragilità, ascoltarle e guidare il popolo di Dio a tradurre il Vangelo mediante scelte coerenti, in parole e opere».

L’azione si ricollega a un intervento di don Giusto Della Valle dopo la chiusura del Centro migranti di Como, intervento nel quale il prete chiedeva al volontariato di impegnarsi nell’accoglienza con tutti i mezzi possibili.

Intanto la città si sta mobilitando per esprimere solidarietà al sacerdote, che, da tempo, senza convenzioni, «sostenuto dalla provvidenza e dalla generosità di tante persone di buona volontà» – come è solito dire a chi gli chiede come fa –, ha aperto le porte dell’Oratorio e della sua casa ai migranti e quotidianamente sostiene famiglie in difficoltà e senza tetto, affrontando le difficoltà dell’integrazione e della convivenza con le situazioni di fragilità.

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