lunedì 17 febbraio 2025
Ismu: più domande d’asilo, meno irregolari. Oltre 900mila i ragazzi migranti che non hanno la cittadinanza. L’allarme sugli under 18 non accompagnati: appena uno su cinque va a scuola
La scuola resta un grande motore di integrazione per i bambini stranieri, nonostante difficoltà e ritardi nell'apprendimento

La scuola resta un grande motore di integrazione per i bambini stranieri, nonostante difficoltà e ritardi nell'apprendimento

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In Italia le persone con background migratorio si avviciano ormai a quota 6 milioni. Sono in crescita i richiedenti asilo e i ragazzi stranieri senza cittadinanza. Diminuiscono invece gli irregolari e i migranti arrivati dal mare. Si fa sempre più drammatica la situazione per i minori stranieri soli: soltanto uno su cinque va a scuola. Il rapporto Ismu presentato a Milano scatta una fotografia del mondo migrante in Italia, che corrisponde a un “popolo” ormai numeroso e consolidato, che sta cambiando la nostra società e che va considerato ormai un fenomeno strutturale per il nostro Paese. Anche dal punto di vista religioso, gli stranieri nel nostro Paese confermano lo scenario recente: sono in maggioranza cristiani (ortodossi, in particolare, e cattolici) e una buona quota è musulmana.

Trent’anni di cambiamenti

Al 1° gennaio 2024 erano 5 milioni 755mila gli stranieri presenti in Italia, 20mila in meno rispetto alla stessa data del 2023. Quanto al bilancio demografico del 2023, esso mostra una significativa crescita dei residenti: 5 milioni e 254mila unità, 113mila unità in più nei confronti del 2022. Il rapporto Ismu fotografa anche le diverse fasi seguite dal processo migratorio negli ultimi 30 anni. «Il periodo di crescita più rapida si è registrato dagli anni Duemila – si sottolinea nel dossier -. Tra il censimento 2001 e il 31 dicembre 2011 gli stranieri residenti in Italia hanno contribuito all'incremento demografico, essendo aumentati di 2 milioni e 984mila unità nel quadro di un aumento del complesso della popolazione residente di 3 milioni e 5mila. Negli anni successivi l'apporto migratorio netto è stato più modesto (circa 700mila unità tra il 1° gennaio 2012 e il 1° gennaio 2022) e si è rivelato insufficiente a compensare il calo della popolazione dovuto al decremento della componente con cittadinanza italiana». Se nel 2023 le domande d'asilo presentate in Italia erano state circa 130mila (di cui l’84% da parte di uomini), nei primi nove mesi del 2024 sono state 116mila, con una crescita del 27,1%. «Va precisato che solo una parte delle persone entrate irregolarmente in Italia fa domanda – sottolinea il dossier -. Tra i richiedenti asilo, crescono le richieste dei cittadini del Bangladesh (+59% rispetto al 2023). Nei primi 9 mesi del 2024 sono aumentate anche le domande da Cina (+882%), Sri Lanka (+335%), Marocco (+115%), India (+137%) e Perù (+119%)». Di particolare interesse è il tema dei cosiddetti “lungo soggiornanti”: sono persone non comunitarie con un permesso di soggiorno di lungo periodo, titolo concesso a chi soggiorna regolarmente nel Paese da oltre 5 anni. Si tratta di 2 milioni e 139mila, pari al 59,3% di coloro che a quella stessa data hanno un documento di soggiorno valido. Tra i lungo soggiornanti, i moldavi rappresentano l'86%, gli ecuadoriani il 78,8%, i serbi il 78,1%, i macedoni il 76,4% e i bosniaci il 75,9%.

Le nuove generazioni

Sul tema della cittadinanza, è in corso la metamorfosi più interessante del nostro Paese (e forse anche la più sottovalutata). Ismu segnala infatti come ormai alle prime generazioni di immigrati nel nostro Paese si siano aggiunte sia le seconde generazioni, oggi adulte, che le terze, rappresentate da bambini, ragazzi e adolescenti. Le lentezze del sistema italiano che richiede tempi lunghi per completare il percorso di naturalizzazione (fino a 15-16 anni) e una legge, la 91 del 1992 pensata in un’epoca storica completamente diversa, non hanno impedito la concessione della cittadinanza a quasi due milioni di “nuovi italiani”. In tale contesto, la sfida oggi si sposta su un altro dato: sono infatti 914.860, stando ai dati dell’anno scolastico 2022/2023 gli alunni con cittadinanza non italiana, nati all'estero e nati in Italia, pari all'11,2% del totale degli iscritti nelle scuole italiane. Se si osserva, più nello specifico, il dato dei bimbi stranieri nati in Italia come figli di immigrati si è attestato a quota a 598.745 unità nel 2022/23, quasi 10mila unità in più rispetto al periodo precedente. In 15 anni, tale numero è praticamente triplicato. Interessante è anche il dato relativo alla concessione di nuove cittadinanze: nell'intervallo 2011-2023 sono state complessivamente circa un milione e 700mila i nuovi cittadini italiani, dei quali 214mila nel 2023. Un quarto delle acquisizioni di cittadinanza è stato concesso in Lombardia (25,1%) e poco più di una su dieci in Emilia-Romagna (12,6%) e Veneto (11,6%). I principali Paesi da cui provengono i nuovi cittadini sono Albania e Marocco, rispettivamente con un'incidenza di 74 e 61 nuovi cittadini italiani ogni 100 stranieri (tuttora) della stessa origine.

Segno meno per sbarchi e irregolari

Continua il calo degli irregolari registrato dal 2019. In particolare, al 1° gennaio 2024 Ismu stima che questi ultimi si attestino sulle 321mila unità, cioè -137mila rispetto ai 458mila dell'anno precedente. La componente irregolare costituisce il 5,6% del totale dei presenti (nel 2022 erano il 7,9%). Il consistente e continuo aumento della popolazione straniera residente in Italia non è dovuto solo alle immigrazioni, ma anche alle nascite. Queste ultime, dopo il record storico di circa 80mila nati nel 2012, sono diminuite progressivamente sino a scendere ai 50mila nati del 2023. Per quel che riguarda gli ingressi via mare, il 2024 si è chiuso con poco più di 66mila sbarchi (-57,9% rispetto al 2023). In particolare, al 15 novembre 2024 la riduzione degli sbarchi era del 60% rispetto allo stesso periodo del 2023, sia per gli arrivi dalla Tunisia (-80,3%), sia per quelli dalla Libia (-20,2%) e dalla Turchia (-51,1%).

L’integrazione da fare su scuola e lavoro

Per quanto riguarda gli ingressi in Italia, Ismu evidenzia come, in generale, «negli ultimi anni il nostro Paese sia stato poco attrattivo rispetto alle nuove migrazioni per lavoro e per motivi di studio, mentre ha dimostrato una maggiore capacità di richiamo sia sul fronte dei ricongiungimenti familiari, per effetto di processi di stabilizzazione di migrazioni pregresse, sia su quello della ricerca di protezione». In particolare, riguardo ai permessi di soggiorno, nel 2023 si è registrata una importante riduzione di quelli per lavoro (-42,2% rispetto al 2022), probabilmente per l'esaurimento degli effetti precedentemente prodotti dai permessi per emersione, una componente che nel 2022 copriva il 72,6% dei permessi per lavoro. Resta il capitolo delicato dell’integrazione scolastica, in particolare per chi arriva da solo in Italia. Sui minori stranieri non accompagnati, le notizie non sono buone. «Le disparità nei tassi di scolarizzazione di stranieri e italiani sono particolarmente evidenti tra i minori stranieri non accompagnati spiega il rapporto. All’interno di un campione di circa 3.400 under 18 soli, censiti sul territorio italiano tra il 2020 e il 2022, solo un minore su cinque ha avuto accesso al sistema scolastico italiano (21%) e solo il 18% risulta inserito nei corsi di primo livello (corrispondenti alla secondaria di primo grado) e secondo livello (secondaria di secondo grado) presso i Cpia. La maggioranza (55%) frequenta un corso di alfabetizzazione in lingua italiana presso il centro di accoglienza in cui vive.

In cosa credono gli stranieri

Secondo Ismu, al 1° luglio 2024 la maggioranza assoluta della popolazione straniera residente in Italia era di religione cristiana, con una incidenza che è scesa per la prima volta al di sotto del 53%, seppure di pochissimo. Gli immigrati ortodossi, tra cui è compresa la maggior parte degli ucraini, si attestano al 29,1%. I cattolici al 17%. Gli evangelici sono saliti al 2,8%, mentre gli altri cristiani rimangono sostanzialmente invariati (4,1%). I musulmani rappresentano il 29,8% degli stranieri immigrati, seguiti a grande distanza da buddisti (3,3%), induisti (2,1%) e appartenenti ad altre religioni (2,1%). Gli atei o agnostici sono, invece, il 9,7%. In termini assoluti, includendo nei conteggi anche i minori di qualsiasi età, si stima che in Italia al 1° luglio 2024 siano presenti circa 1,6 milioni di musulmani, 1,5 milioni di cristiani ortodossi e 894mila cattolici.

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